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L'Ue prepara 2 mld per il Piemonte. Ma non da sprecare

 

UeTORINO 17 Lug (Però Torino) - Due miliardi in sei anni. Ecco l'ammontare dei fondi strutturali europei, per il piano triennale 2014-2020, che l'Unione europea riverserà sul Piemonte, che andranno distribuiti a imprese, partite Iva e cittadini per attività di formazione professionale, ricerca e sviluppo, lotta alla disoccupazione, crescita economica e molte altre voci di spesa.

L'Italia in totale ne avrà 41, 24 dei quali per il Mezzogiorno. I fondi gestiti direttamente dalla Regione, e non da Roma, sono più di 1,8 miliardi: 872 milioni di Fse (Fondo sociale europeo) e 964 milioni di euro Fesr (fondo europeo di sviluppo regionale). Ne hanno discusso oggi in Regione le Commissioni in sede comune. Da agosto inizierà una fase di trattativa con Bruxelles e le prime erogazioni non arriveranno prima del 2015. Non sarà facile, però. Per evitare sprechi, da questo ciclo di finanziamento l'Unione europea impone vincoli più rigidi e chiede dettagli molto più approfonditi sui risultati da ottenere per ogni bando emesso. Così da evitare sprechi, che spesso coinvolgono i corsi di formazione. Un recente studio condotto da economisti de lavoce.info ha calcolato che, in 5 anni, in Italia sono stati spesi ben 7 miliardi per foraggiare oltre 500.000 corsi di formazione. Peccato che, quasi mai, esistano gli strumenti per capire se i corsi servono davvero a inserire i partecipanti nel mondo del lavoro. O solo a finire nelle tasche della miriade di enti di formazione sparsi sul territorio.

 

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