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Fiat impacchetta le auto straniere dei dipendenti

cuore-fiat-spezziTORINO 9 apr (Però Torino) - "La Fiat è un'azienda privata e fa ciò che più le conviene": lo dice sempre l'Ad Sergio Marchionne e lo ripetono in coro i ministri dei governi Monti-Letta-Renzi, oltre che i sindaci di Torino. Quindi sede all'estero e produzione all'estero. L'amor di Patria? Non conta. I sentimenti per i lavoratori nostrani? Sotto lo zerbino. Il "cuore" per l'Italia e le sue maestranze? Trafitto dal profitto.

Ma il cuore la Fiat non ha dimenticato di chiederlo agli altri. Lo ha persino esposto sulle auto straniere dei suoi dipendenti, che hanno l'ardire di parcheggiare sotto le sedi dell'azienda vetture non prodotte dalla medesima. In Polonia, in Serbia, in Brasile, un po' ovunque, qualcosina persino in Italia, circa il 15 per cento della produzione totale. Per carità, una volta nemmeno ti facevano entrare in Fiat, se avevi una macchina diversa. Ora, invece, te la impacchettano per benino con il cellophane e ti ci attaccano un cuore: "Vederti con un'altra ci ha spezzato il cuore... Ma nonostante ciò continuiamo a pensare a te", recita il messaggio accluso. Carino uscire dal lavoro, prima di andare a casa, e dover spacchettare la macchina, cercando poi un bidone dove gettare tutto quel materiale, non lasciandolo per terra.

Non è uno scherzo, come hanno confermato fonti dell'azienda, ma "un'azione sui dipendenti che possiedono automobili di una marca concorrente, una campagna di marketing non convenzionale per stimolarli ad acquistare auto nuove del gruppo tramite un'esclusiva promozione". La promozione consiste in un prezzo scontato del 26%, poco più di quello che qualsiasi concessionario fa a chiunque, in questi tempi di magra.

Sulle auto, oltre al telo, era stato apposto il disegno di un grande cuore spezzato: una disperata "dichiarazione d'amore" accompagnata dall'intervento di due attori-performer che invitavano gli "infedeli" a convertirsi allo shopping targato Fiat. Insomma, loro il cuore non ce l'hanno, però lo invocano. Del resto, coerentemente con la filosofia aziendale della "Feroce", chiunque potrebbe rispondere: "Sono un privato cittadino e compro la vettura che più mi conviene e che ritengo più affidabile".

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