| Intervista: l'ambulante di Porta Palazzo |
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| Scritto da Riccardo Ghezzi | |||||
| Martedì 17 Agosto 2010 16:39 | |||||
Carretti trainati a mano, senza via di fuga e requisiti minimi di sicurezza; tante, troppe multe ma controlli su licenze e partite Iva pressochè nulli; mercato abusivo a braccetto con quello regolare; pochi controlli igienico-sanitari; gestione elettrica della piazza monopolizzata dall'Iride; difficile convivenza tra italiani e stranieri; "guerra" tra titolari dei banchi fissi e sorteggianti. Questi i problemi principali denunciati da chi esercita la professione di mercante ambulante da più di vent'anni: Alberto Sereno, che a Porta Palazzo è titolare di un banco di vestiario usato. Alcuni problemi sono tipici di qualsiasi mercato rionale cittadino e non solo, ma altri sono peculiari della sola Porta Palazzo.
Innanzitutto, l'anomalia dei carretti che trasportano le merci da un magazzino sotterraneo situato in via Delle Orfane (nei pressi di piazza della Repubblica, in corrispondenza delle vecchie ghiacciaie) fino ai banchi del mercato rionale: <Sono principalmente trainati a mano, solo alcuni sono a motore. Vengono tirati con una corda, passano in mezzo al traffico e spesso arrecano danni: quasi sempre le auto parcheggiate o in transito sono toccate dai carretti, ma spesso anche le persone. C'è una targa di riconoscimento, ma spesso non appartiene al proprietario>. Chi possiede questi carretti? <I sorteggianti e anche alcuni posti fissi, in pratica quasi tutto il mercato. Rappresentano un danno anche per la viabilità: vicino al mercato del pesce c'è uno spiazzo da utilizzare in teoria come via di fuga. In realtà quello spiazzo è sempre impegnato dai carretti, che trasportano merci a volte trainati pure da un Ape-car. Il problema più grosso è che viaggiano senza assicurazione, e se fanno danni chi paga? Spesso chi li traina non ha neppure il permesso di soggiorno>. Un'esperienza negativa è capitata proprio allo stesso Sereno: <A inizio luglio un carretto ha urtato il paraurti della mia auto, danneggiandolo. Ho sporto denuncia, siamo riusciti a risalire al proprietario. Peccato che risultasse essere un marocchino nullatenente, per cui non ho avuto alcun risarcimento>. Nessuna assicurazione, nessun rispetto delle regole di anti-infortunistica per chi traina i carretti, ma anche i controlli lasciano a desiderare: <La finanza qui non si è mai vista. Ogni tanto viene solo per controllare lo scontrino fiscale, nient'altro. Si fanno multe se non sono esposti correttamente i prezzi o se non si rispettano per pochi centimetri i limiti riservati al banco, ma a livello fiscale mai visto un controllo. La polizia amministrativa non è mai venuta>. Stessa mancanza di vigilanza sulla merce usata: <Nei banchi dell'usato non si sa se la merce sia legale o no, non esiste un controllo specifico, chi la vende spesso non sa nemmeno cosa sia un registro pubblico di sicurezza>. Un "Bengodi" in cui <In pochi pagano plateatico e tassa sull'immondizia, e chi lo fa viene quasi preso in giro dagli altri. Il Comune affonda nei debiti e non dice nulla>. Di pari passo le certificazioni igienico-sanitarie: <Sono stati eliminati i libretti sanitari per i banchi di frutta e verdura. Questo vuol dire che io posso comprare una pesca da qualcuno che è sifilitico o tossico, non lo posso sapere. Poi fanno verbale a me perché non ho scritto che vendo roba usata. Ma quello dell'igiene è un problema generale: nei gabinetti pubblici dentro al mercato del pesce la gente si fa le "pere" e c'è sporcizia, gli stessi scarichi dell'acqua del mercato del pesce sono fatti male>. Una politica che, secondo Sereno, non è frutto di disinteresse, bensì è espressione della volontà comunale: <Il Comune continua a dare licenze e sfornare commercianti, ma in realtà non basta una licenza per essere un commerciante. Non sono controllati neppure i registri di corrispettivi, non ci sono quasi più regole. In realtà, le licenze portano soldi alle casse comunali e soprattutto voti, altro non interessa>. Problemi che sono ingigantiti da altre questioni tipicamente territoriali che stanno contribuendo ad affondare il mercato di porta Palazzo: scarsa sicurezza in tutta piazza della Repubblica e zone limitrofe, spaccio di droga (prima i pusher e i drogati si nascondevano dietro le auto, ora che i parcheggi sono stati transennati si nascondono direttamente dietro ai banchi del mercato), abusivismo diffuso che addirittura ora si vuole legalizzare, ma, come dice Sereno: <Come pensano di poter legalizzare gli abusivi? Come pensano di poter controllare le loro merci?>. Una quastiona eterna da risolvere, anche perché sta contribuendo ad ingigantire la difficile convivenza tra italiani e stranieri, soprattutto titolari dei banchi, ormai diventata un vero allarme sociale: <Il mercato è congestionato, chiuso, io sono qui da 23 anni e solo da 6 sto riuscendo ad andare d'accordo con il mio vicino. E' normale. Anche le polemiche tra italiani e stranieri derivano da disparità di trattamento. Il razzismo è un falso problema>. Un fiume in piena, Alberto Sereno, che denuncia pure il monopolio dell'Iride: <L'Iride ha in gestione la parte elettrica della piazza. A tutti gli ambulanti è lasciato intendere che, se non si fa contratto con Iride, si avranno grossi problemi con il rinnovo della licenza>. |








<Un mercato che è famoso per essere il più grande d'Europa. Dovrebbe essere considerato e diventare un fiore all'occhiello, invece sta morendo senza che nessuno faccia nulla. Per me Porta Palazzo è come una "Grande Madre" che ha accolto e dato da mangiare a tutti. Prima agli immigrati dal sud, poi agli extracomunitari. Ma ora da mangiare non ce n'è più>. Questa l'opinione di Alberto Sereno, che da troppi anni convive con una situazione difficile e ha deciso di <Rompere il muro del silenzio perché è ora che si faccia qualcosa>.
