Errore
  • JLIB_FILESYSTEM_ERROR_PATH_IS_NOT_A_FOLDER_FOLDER
  • JLIB_FILESYSTEM_ERROR_PATH_IS_NOT_A_FOLDER_FILES
A+ A A-

Lunedì, 27 Agosto 2012 16:31

Nato in Brasile da genitori veronesi. Ma Torino è sempre nel mio cuore In evidenza

Scritto da 
Vota questo articolo
(1 Vota)

http://3.bp.blogspot.com/-QBoI2pv-g9A/UC942UVZitI/AAAAAAAAB1A/KS1bAKmQ5qI/s1600/pastorin.jpgHo sempre amato Torino, anche quando in giro dicevano che era grigia, dominata dalla Fabbrica, cena alle 18 e a letto presto. Era bella anche a quell'epoca, tra quelle menzogne farcite d'invidia: “Torino ha la sua salvezza nell'essere una città operaia”, mi diceva Giovanni Arpino, mio maestro di letteratura e di vita. Mi piace ancora prendere il tram numero 10, come quand'ero ragazzo e da casa mia, in via San Marino, andavo al liceo, il V° Scientifico, oggi Alessandro Volta, in via Juvarra. Ascolto i discorsi della gente, vedo tanti migranti (per la mia soddisfazione), leggo i miei giornali e i miei libri. Le vie, le piazze, i monumenti, le piante scivolano lente.

 

Adoro il Canavese, Mazzè e Caluso, Aglié con la "Villa Meleto" di Guido Gozzano. E ho una forte passione letteraria per le Langhe. Quando posso, con la mia compagna o con mio figlio, vado in gita tra quelle vigne e quelle colline. A indicarmi la strada sono i miei autori: ecco Santo Stefano Belbo di Cesare Pavese, ecco Alba di Beppe Fenoglio, ecco Bra di Giovanni Arpino. Di recente, con Liliana, ho visitato (su consiglio del professor Giovanni Tesio) Roddino: la cena da "Gemma", la notte all'agriturismo "Iride", la lunga passeggiata per quel nobile borgo, con una superba vista mozzafiato.

 

"Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via", scrisse Pavese ne "La luna e i falò". Per poi ricordarci nel racconto "La Langa" (in "Feria d'agosto"): "Ripresi dunque a viaggiare, promettendo in paese che sarei tornato presto. Nei primi tempi lo credevo, tanto le colline e il dialetto mi stavano nitidi nel cervello. Non avevo bisogno di contrapporli con nostalgia ai miei ambienti consueti. Sapevo ch'erano lì, e soprattutto sapevo ch'io venivo di là, che tutto ciò che di quella terra contava era chiuso nel mio corpo e nella mia coscienza. Ma ormai sono passati degli anni e ho tanto rimandato il mio ritorno che quasi non oso più prendere quel treno. In mia presenza i compaesani capirebbero che li ho giocati, che li ho lasciati discorrere delle virtù della mia terra soltanto per ritrovarla e portarmela via. Capirebbero adesso l'ambizione del ragazzo che avevamo dimenticato".

 

Le notizie di Torino anche su Facebook? Clicca "mi piace" su Però Torino!!

 

Io mi sento un torinese, un torinese d'adozione. Sono nato a San Paolo del Brasile da emigranti veronesi, ho girato il mondo da inviato speciale di "Tuttosport", ho trascorso otto anni a Roma (direttore di Stream, ai Nuovi Programmi di Sky Sport di La7Sport): ho sentito ogni luogo il mio luogo: ma Torino, silenziosa e lieve, è sempre stata lì, ad aspettarmi. Mio punto di riferimento e mio mito. Qui è nata mia sorella Liana, qui è nato mio figlio Santiago. E non perdo occasione per raccontare la "mia" città su "Però" e alla mia tv, Quartarete.

 

Un segno del destino: nel 1983, dopo ventidue anni, tornai in Brasile. Prima tappa: da mia zia Irma e dalle mie cugine Nina e Claudia al quartiere Tijuca, in centro. Davanti alla casa dei miei parenti c'era un ristorante: "La Mole"! Con il simbolo di Torino in chiara evidenza!

 

Torino è nel mio cuore, Torino è nei miei sogni. 

Ultimi da Darwin Pastorin

-->