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Giovedì, 06 Settembre 2012 13:53

In fondo, siamo tutti un po' portinai In evidenza

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portineriaDa quando Muriel Barbery ci ha regalato il sogno di una colta e raffinata portinaia (Renée, che ha l'"eleganza del riccio"), sogniamo tutti che, sotto la tela fiorata che ricopre fino alle caviglie la nostra portinaia, ci sia anche un cervello votato all'elucubrazione mentale diversa dal mero pettegolezzo. Perfino quanti non hanno una portinaia. E lo facciamo perché un po' in tutti i palazzi c'è una signora che, non sapendo bene come investire il proprio tempo, lo impiega nel far bollare virtualmente la cartolina a quanti entrano ed escono, a registrarli in un archivio mentale, con tanto di screening visivo dell'accompagnatore/trice in entrata e/o uscita.

 

La mia portinaia, ovvero la signora che si è auto-eletta protettrice del focolare condominiale, ha coinvolto l'intera famiglia, di modo che, non essendo dotati di guardiola, riescano a darsi i turni nel transitare di continuo nell'androne e nel sostare davanti al portone.

 

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Prima passa lei con il cane, che non ho mai visto urinare né defecare - presumo a causa della permanenza costante in strada; poi la figlia, che per poter dare il proprio supporto nell'impresa di famiglia, ha investito nel lavoro da casa: babysitter e dogsitter, attività che danno la scusa per uscire di continuo e fermare chiunque; i nipoti, impiegati a trafficare sotto il motorino o attorno alla bici nell'androne del palazzo nella fascia oraria di chiusura degli uffici e di rientro degli impiegati; genero, in panciolle all'aria salubre davanti ai cassonetti della raccolta differenziata il sabato e la domenica mattina, in modo da dare la possibilità agli altri membri della famiglia di riposare.

 

La portinaia Renée dissimulava la sua intelligenza cercando di adeguarsi a un cliché, perfino tramite gli odori di bollito che, pur non amando, si era costretta per un certo periodo a cucinare. La mia portinaia, non avendo il vantaggio della guardiola, non ha tempo per provvedere alla cucina, per cui il più delle volte l'odore di cucinato è quello della pizza consegnata a domicilio.

 

Ma quando mi trovo a guardare i cartoni della pizza dentro gli scatoloni gialli della raccolta carta e a collegarli alla tela fiorata, mi sorprendo a riflettere sul pensiero che forse la signora farebbe meglio a starsene un po' di più a casa; e mi accorgo di avere avuto un pensiero pettegolo.

 

Poi la sera, noto che le finestre delle scale al primo piano ultimamente sono sempre aperte: danno proprio sulla casetta della portinaia nel cortile, e così lei riesce a portare avanti il lavoro anche da casa. Ma poi rallento per dare un'occhiata dentro le stanze, al mobilio, a notare chi c'è e chi non c'è.

 

E allora mi chiedo: ma non sarà che in fondo siamo tutti un po' portinai anche se simuliamo di non esserlo?

 

(Pubblicato su Però il 18/6/2009)

 

Nazarena Fazzari

Sex & Turin

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