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Giovedì, 04 Ottobre 2012 17:07

Il moralismo a intermittenza dei media torinesi

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Stupore e costernazione, sugli organi di informazione 'ufficiali' oggi a Torino. Pensate cos'hanno scoperto: quelli delle liste di Rabellino prendono artatamente la residenza a Sambuco per ottenere i rimborsi chilometrici in Provincia, Comune e Circoscrizioni di Torino. Ma pensa un po' che roba assurda, da gente di così specchiata trasparenza e provata rettitudine politica. Persone che non hanno mai dato segni di scaltrezza o, peggio, di avventurismo.

Chissà perché gli stessi media, oggi così scandalizzati da cotanto malaffare, non hanno mai avuto molto da ridire quando Rabellino e i suoi (peraltro tecnicamente bravissimi) uomini, presentavano liste palesemente farlocche, che con ogni evidenza nascevano per confondere gli elettori di centrodestra rubando voti grazie alle omonimie. E nemmeno la magistratura, quella che deve dare il "placet" alla presentazione delle firme, ha mai avuto alcunché da obiettare: quando, nel 2001, Rabellino andò a pescare un signore di Milano, all'anagrafe Rosso Roberto, presentando l'imprescindibile lista "Roberto Rosso Sindaco", la Corte d'Appello ammise la lista. I giornali di regime lasciarono fare con una scrollata di spalle, un paio di articoletti critici, ma mai una vera campagna di sputtanamento totale che son tanto bravi a fare quando serve.
Peccato che, opposto prima al povero Domenico Carpanini e, poi, a Sergio Chiamparino, ci fosse proprio un certo Roberto Rosso. Guardacaso. A nessuno venne né il dubbio, né il sospetto che le decine di migliaia di voti presi dall'omonimo milanese, in realtà fossero diretti al candidato di centrodestra.
E nemmeno alle ultime Comunali, quando Rabellino propose una lista "Coppola sindaco", non si sa bene con quale ideologia né con quale programma politico, magistratura e giornali si opposero. Lasciarono fare. Non bloccarono le liste, anche se il centrodestra che presentava Michele Coppola come candidato sindaco, non aveva alcuna possibilità di insidiare il fortissimo Piero Fassino. Così lo sconosciuto Domenico Coppola con la sua lista ha raggranellato nuovamente migliaia e migliaia di schede valide, riuscendo ad approdare persino in Consiglio comunale. Poi, purtroppo, è mancato ed è stato sostituito alla fine da un consigliere che ha sulle spalle il voto convinto di ben 15 (quindici) elettori, che hanno espresso la loro inequivocabile preferenza nel segreto del seggio.
Sorge spontanea una domanda, a questo punto. Se una quota di eletti in liste vere, che fatica a prendere voti sul territorio e che ha, almeno in apparenza, un ideale e un progetto politico, poi si lascia andare a comportamenti illegittimi, cosa possiamo aspettarci da chi viene eletto già a priori con l'inganno? Non sarebbe il caso che magistratura e stampa condannassero ciascuna per ciò che compete, i comportamenti palesemente scorretti, sia che danneggino il centrodestra, sia il centrosinistra?

E, in fondo, siccome tutti lasciano fare e chiudono un occhio quando conviene, non sarebbe il caso di fare un po' meno gli scandalizzati a questo punto e cercare di capire seriamente come venire fuori da questa palude? Almeno, dopo che la frittata è stata fatta, ci si apetterebbe meno sorpresa nell'apprendere certe cose. A volte sembra di stare nel paese di Alice, quello delle meraviglie: tutte vergini candide che cascano dal pero.

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Ultima modifica il Giovedì, 04 Ottobre 2012 17:43
Giovanni Monaco

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