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Lunedì, 22 Ottobre 2012 14:05

Amandola al rogo, la Rai lo scarica, l'Italia lo deride

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Il cortocircuito dell'informazione che ha colpito il collega Giampiero Amandola del Tg3 Piemonte è paradigmatico. Cosa ha fatto? Intervistando alcuni tifosi juventini dal chiaro accento meridionale, gli è scappata l'infelice battuta: "Li riconoscete dalla puzza, con la solita signorilità", con allusione ai tifosi del Napoli. Una frase inopportuna, visto che la comunicazione di massa deve essere univoca e chiara, ma evidentemente ironica. Come dire: "Visto che ragionate in questo modo, vi sfotto un po'".

Meglio non farlo, indubbiamente. Perché non bisogna esporsi ai fraintendimenti del pubblico, né alimentare luoghi comuni comunque spiacevoli. Ma ciò che sta subendo ora Amandola è assurdo e vogliamo dirlo con forza.
Immediatamente, la Rai, che ha montato e mandato in onda il servizio, si è dissociata, scaricando su di lui colpe che in effetti si potevano rigettare a priori. Si doveva rendere chiaro che la frase non è affatto razzista e che, anzi, ironizza su certi cori, su certe abitudini da stadio, che senza alcuna "signorilità", invece dimostrano becerume e cattiveria gratuita.
Meglio trovare il capro espiatorio, comunque. Così, il caporedattore di turno (non sappiamo chi fosse) o chi ha montato il servizio, si sono subito tolti dall'impaccio, mandando al patibolo l'incauto collega. Il sindacato dei giornalisti piemontesi? Silenzio tombale, per quel che ci risulta. Sempre che non venga fatto un ulteriore comunicato per affossare definitivamente l'ormai derelitto Amandola.
Il quale è stato prontamente sospeso dai servizi e ora rischierebbe il licenziamento. Per carità, non lo fucilano, né lo impiccano per direttissima. Tuttavia, come disse un certo Gesù, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Appurato che il sentimento del giornalista e la sua volontà sono tutt'altro che razziste e, anzi, che la sua frase – basta sentire il video che gira su internet liberamente – è derisoria nei confronti dei tifosi che hanno atteggiamenti razzisti, non dovremmo trovarci in questa situazione.
Con gruppi Facebook formati dai soliti benpensanti che chiedono il licenziamento, con la Rai che ha vietato ad Amandola di parlare, con decisioni che hanno il sapore della santa inquisizione.
Ha sbagliato? Certo. Come sbagliamo noi e come sbagliano altri decine di volte. Che sia ammonito, che gli si faccia pesare l'errore tecnico, visto che è un professionista della televisione. Ma le responsabilità di chi monta casi simili sul nulla, la malafede di chi alla fine in modo indiretto alimenta davvero il razzismo e l'intolleranza, a nostro avviso sono superiori.

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Ultima modifica il Lunedì, 22 Ottobre 2012 14:38
Giovanni Monaco

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