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Lunedì, 19 Marzo 2012 13:58

Uomini e matrimonio, più guinzaglio che impegno In evidenza

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Uomini e matrimonio: più che un binomio dettato da una scelta consapevole, a tratti rischia di diventare un ossimoro.

Parlo con un collega e non nascondo un certo stupore quando fa riferimento alla sua “fidanzata”. Ridendo mi chiede se pensavo fosse gay. Commento semplicemente che ero convinta fosse già sposato con figli. Impallidisce. Si porta una mano al petto. Annaspa in cerca d’ossigeno. E poi lo dice: “Io? Sposato?!?”. Non posso fare a meno di provare un sentimento simile alla tenerezza per un uomo che, di fronte a una donna, preferisce passare per omosessuale piuttosto che per ammogliato. Da dove venga questa avversione per le nozze, non è dato sapere.

Un mio amico diceva sempre che l’uomo, se è furbo, non vede l’ora di farsi incastrare. Curioso in questo caso il termine “incastrare”. Come se la virilità risiedesse nella fuga dall’impegno.
E in effetti, quando mi ritrovo a chiedere come lui si sia dichiarato, la risposta è spesso un neutro: “Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme”. Ergo: ce lo ha trascinato lei, all’altare, tirandolo per i capelli. O perlomeno questa ti sembra l’unica spiegazione possibile quando assisti a certe cerimonie. Come quella sposa che di fronte alla difficoltà del futuro martire, ehm, marito, di infilare l’anello, non trova di meglio da fare che riprenderlo davanti al prete con un terrificante “te l’avevo detto di andarti a misurare la fede di nuovo!”. Roba da correre via a gambe levate, lasciando lì lei e il suo accidenti di anello.
Oppure la sposina che appena uscita dalla chiesa subisce una trasmutazione genetica e non è nemmeno più disposta a tollerare che lo sposo si attardi a salutare gli amici: le foto con il laghetto dei cigni non possono aspettare. E i suoi occhi che dardeggiano fiamme d’odio sono il primo segnale che il guinzaglio si sta accorciando.
Non è un caso quindi che gli amici single preferiscano semplicemente partecipare alle cerimonie come invitati e si guardino bene da mettersi un mastino in casa.

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In base a questa teoria, viene da pensare che l’unica differenza tra donne sposate e single sia quindi la determinazione a far trovare in qualche modo il partner davanti al prete. Come fare se ti trovi davanti uno di quei casi di blocco totale? Se ti capita ad esempio uno di quelli che continuano a dire “manicomio” ogni volta che hanno in mente la parola “matrimonio”? Ovvio non si tratti di un lapsus, ma di un vero e proprio trauma infantile. La faccenda si fa più delicata.
Adesso esiste il “pre-fidanzamento”. Le aspiranti spose in erba riescono a convincere il “ragazzo” (non ancora “fidanzato”) a comprarle un anellino da poco, senza impegno. E a ottenere la promessa che un domani lontano le porteranno un anello di fidanzamento.
Funziona? Non saprei dire. Forse tranquillizza il gentil (ma caparbio) sesso per essere riuscito a estorcere una dichiarazione d’intenti. E concede a lui qualche anno di respiro prima della prossima incalzante richiesta.  

Ultima modifica il Sabato, 26 Maggio 2012 16:55
Nazarena Fazzari

Sex & Turin

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