Ti allontani allibita e pensi che quel sorriso nelle foto è stato l’ultimo per quei poveri bambini. Forse quella è la loro ultima foto: si sono suicidati davanti alla parrocchia. O forse sono solo foto scaricate da Internet e lei il volontariato lo fa in chat.
L’ufficio Simpatia poco più avanti non può fare a meno di farsi notare, con le Tre Parche che tagliano e cuciono i commenti sull’abbigliamento, il trucco, i capelli e l’analisi tricologica nonché delle urine di qualche poveraccia passata prima di te. Poi lo sai che sarà il tuo turno.
La Produttiva ti telefona per chiederti se vedi il capo da quelle parti, le rispondi che l’hai visto davanti al suo ufficio, di dare un’occhiata fuori dalla sua porta. “No, io sto lavorando”. Io invece giocavo a Sudoku.
Poi un giorno qualcosa cambia. Chiami l’ufficio vendite e rispondono subito al telefono. Al secondo squillo. Con una voce cortese. E allora provi a chiamarle tutte, per vedere se è vero, se non hai sbagliato azienda. E ti rispondono perfino dall’apparecchio della collega fuori ufficio.
Superi l’ufficio Simpatia e senti parlare di impegni mondani e non di pettegolezzi; Miss Volontariato sorride come i bambini delle sue foto; la Produttiva ti chiede “per favore”, ti dice “grazie”.
Cerchi sulla schiena un foglietto con disegnate le corna, una telecamera che ti stia riprendendo. Poi passa il nuovo direttore commerciale e il profumo ti impedisce il respiro. Alla macchinetta del caffè una risata aperta: un altro uomo. Dei nuovi assunti. Maschi. Gli ormoni si riequilibrano. Le quaranta-cinquantenni cresciute ad acido muriatico di colpo si fanno di zucchero. Ritornano le buone maniere, la collaborazione, il lavoro.
Allora sogni nuove disposizioni di legge: le quote blu. Un maschio ogni 3 femmine, per legge. E intanto ti spruzzi un po’ di Denim prima di entrare al lavoro.