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Mercoledì, 02 Maggio 2012 09:12

'Ikea sfruttò prigionieri politici della Stasi'

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L'IKEA, che a Torino ha un enorme punto vendita e sta lavorando per costuire il secondo, avrebbe utilizzato dei prigionieri politici arrestati dall'ex polizia segreta della Germania dell'Est come forza lavoro a basso costo, nella produzione di mobili negli anni Settanta e Ottanta. Della storia parla il Daily Mail, che sostiene che la vicende verrà in uno speciale in onda oggi del canale televisivo Sveriges Television (SVT). Lo riporta il sito "Giornalettismo".

LA POSIZIONE UFFICIALE – Inizialmente l'azienda ha negato i rapporti ma poi ha detto che aveva chiesto documenti dell'archivio della Stasi. Ora invece ha cambiato versione ammettendo che ha chiesto lumi alle persone che gravitavano attorno all'universo della multinazionale del mobile, secondo la responsabile sociale e ambientale Jeanette Skjelmose, che ha dichiarato: "Finora non vi sono evidenze del fatto che avremmo chiesto che i prigionieri politici della Germania Est potessero essere utilizzati nella fabbricazione dei mobili. Quello che stiamo esaminando adesso è se questo possa essere accaduto in ogni caso, a nostra insaputa.'

Durante il 1970, Ikea ha sviluppato una forte base manifatturiera in Germania Est, con 65 fabbriche che producevanocomponenti e mobili. Un documentario tedesco che risale al 2011 ha citato una serie di documenti, che sostenevano che IKEA ha avuto un ‘approfondita cooperazione’ con le autorità tedesco-orientali. Ad esempio il divano Klippan di Ikea è stato prodotto in Germania Est in un impianto situato vicino ad un carcere di Waldheim. Un capo dell’ex carcere ha detto che tra le possibilità di lavoro carcerario era anche “prevista la produzione di mobili”.

Ultima modifica il Sabato, 26 Maggio 2012 20:27
Einstein

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