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Martedì, 19 Giugno 2012 12:18

Il 'mestiere' è ormai più che diffuso. Almeno tassiamolo In evidenza

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casechiuseLo slogan iniziale era "La forza di un sogno". Quello che mi aveva colpito, da lì a pochi anni, era stata la trasformazione nei sogni dei ragazzi: da astronauti a calciatori, da manager a veline. Alcune coppie famose di calciatori e veline in realtà erano ben riuscite e, almeno come sogno, rappresentavano quello di una famiglia salda e felice.

 

Poi si è insinuato un dubbio con le ripetute affermazioni, a mo' di battuta, che per rimediare alla deriva economica e al vuoto cosmico nell'occupazione, la soluzione era quella "di trovarsene uno ricco". Il dubbio era quello di avere male interpretato tutte le favole sentite da bambina: Cenerentola, Biancaneve e la Bella Addormentata nel bosco non stavano certo con un operaio cassaintegrato o con un impiegato in mobilità. Se l'erano scelto ricco. Lo diceva un mio collega: "Sceglitene uno con i soldi. Almeno quando è finito l'amore, ti rimane qualcosa in tasca". Ma alla fine si trattava sempre di una persona che stava divorziando, e il peso di quelle parole non poteva essere lo stesso di quelle pronunciate di fronte ai microfoni da un rappresentante del governo italiano.
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Il colpo di grazia è avvenuto con la ribalta delle ragazzine in età anteriore all'esame di maturità, che, volendo credere a Babbo Natale, per una barzelletta o per una cena guadagnano dai 5.000 ai 10.000 euro. Equivalenti al guadagno dai 6 agli 11 mesi dei laureati, quando hanno la fortuna di guadagnare.

 

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Mi informo sulla situazione delle escort. L'investimento è di 500 euro per la creazione di un sito, a cui si somma l'affitto di un pied-à-terre, ma le tariffe applicate sono di tutto rispetto: minimo 200 euro l'ora, 1.500 la notte. Per ragazze neanche troppo carine.


E mi colgo in fragrante a farmi dei rapidi calcoli su quanto speso per gli studi, il master, i corsi di specializzazione e di aggiornamento, per un accenno di stipendio che una ragazzina prende in poche ore. Esentasse, per di più.


Era questa "la forza del sogno"?


Posso a volte bistrattare in questa rubrica i maschietti italiani, ma ho di loro un'opinione ben più alta di quello che oggi mi si vuole vendere. Possono essere stati intimiditi dal movimento femminista, intimoriti dall'esuberanza femminile, ma io non credo nessuno di loro sogni davvero una donna che lo ascolti solo in attesa che lui sfili qualche centone dal portafoglio. Questo non è dignitoso per nessuno di noi.


E come italiana, mi piacerebbe che il dibattito politico per le strade tornasse a includere le riforme economiche, eclissate dalla vita sessuale dei parlamentari, che spendono e spandono in festini mentre il Paese ha solo più l'elmo di Scipio per coprirsi le pudenda.


E allora avanzo una proposta: visto che il mestiere più antico del mondo è diffuso e rende bene, perché non tassarlo con aliquote pari a quelle dei dipendenti? Oppure con la tassazione prevista per il primo anno di partita Iva?


D'altronde anche Cristo disse "date a Cesare quel che è di Cesare".


(Pubblicato su Però il 22/3/2011, ma la proposta è tuttora valida.)

Ultima modifica il Sabato, 23 Giugno 2012 13:16
Nazarena Fazzari

Sex & Turin

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