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Sex & Turin

Sex & Turin (23)

Giovedì, 06 Settembre 2012 13:53

In fondo, siamo tutti un po' portinai

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portineriaDa quando Muriel Barbery ci ha regalato il sogno di una colta e raffinata portinaia (Renée, che ha l'"eleganza del riccio"), sogniamo tutti che, sotto la tela fiorata che ricopre fino alle caviglie la nostra portinaia, ci sia anche un cervello votato all'elucubrazione mentale diversa dal mero pettegolezzo. Perfino quanti non hanno una portinaia. E lo facciamo perché un po' in tutti i palazzi c'è una signora che, non sapendo bene come investire il proprio tempo, lo impiega nel far bollare virtualmente la cartolina a quanti entrano ed escono, a registrarli in un archivio mentale, con tanto di screening visivo dell'accompagnatore/trice in entrata e/o uscita.

 

Mercoledì, 25 Luglio 2012 16:54

Anatema contro i rigatori d'auto

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Mi concederete un piccolo sfogo personale.

L'8% degli italiani confessa di graffiare le auto. E quando vede un graffio, si sente più incoraggiato a estrarre le chiavi dalla tasca e a taggare l'auto.
Letto così non dice nulla. Poi ti alzi una mattina e ti trovi la fiancata rifatta, e questa frase assume un altro senso.

Sposti la macchina, mentre ti organizzi mentalmente per l'assicurazione. Ma intanto qualcun altro ti organizza la vita: vede la strisciata da un lato e per un assurdo bisogno di simmetria, ti deturpa anche l'altro.
Soffri in silenzio, valuti se hai per caso infastidito qualcuno con un parcheggio ingombrante, maleducato, sconsiderato. E invece no: posteggio da manuale di scuola guida. Perfino tua madre non avrebbe nulla da obiettare.
La lasci di nuovo, col cuore in frantumi. E al mattino la ritrovi con un pezzo mancante: la seconda linea cromata della calandra.

L'auto è la mia, ho risparmiato un bel po' per prenderla. E non avrei mai detto che l'avrei presa seminuova. Solo che, quando inizi a spendere uno stipendio intero di meccanico, quei soldi ce li stai mettendo lo stesso. Quando sono arrivata a casa col carroattrezzi, mi sono detta che era ora di farla finita con quelle bagnarole.

L'8% degli italiani è la percentuale dichiarata. Ma la percentuale degli idioti che si annoiano è di gran lunga superiore. Per non parlare della percentuale degli invidiosi, degli sconsiderati, delle persone che non hanno alcun rispetto per la proprietà altrui e per gli sforzi economici altrui.

Da questo blog il mio anatema: possano crescervi miriadi di brufoli sulle natiche e dentro le orecchie, vi si inibisca l'erezione a vita, vi si attacchino le piattole ai testicoli, le zanzare vi deformino la pianta del piede a furia di morsi, le zecche vi facciano il nido sotto il materasso.

E per quell'idolo del web che rimuove le seconde linee cromate delle calandre, che ha quindi direttamente o indirettamente contribuito al danno finale, reclamo per contrappasso la rimozione del secondo testicolo. Quasi quasi inauguro anch'io una nuova collezione.

A tutti gli altri, buone vacanze!

gayL'omosessualità è a tratti imbarazzante. Confesso di essere un'accanita sostenitrice dell'omosessualità femminile: minor concorrenza. Ma per l'omosessualità maschile, ragazzi cari, siete già di meno, se vi accoppiate pure tra di voi, noi che facciamo? Senza contare che un paio di volte ho pensato che proprio un omosessuale potesse essere l'uomo della mia vita.

 

Giovedì, 12 Luglio 2012 12:07

Piccole paranoie da zozzone igieniste

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cessoVai nel bagno delle donne ed eccoti con la solita coda, mentre il bagno degli uomini è quasi sempre desolato. Guardi le ragazze in coda e osi chiedere se qualcuna di loro vuole per caso utilizzare il bagno degli uomini. Sguardi schifati, una scrolla la testa, un'altra mormora: "figurarsi...". Vado io e me la sbrigo subito, mentre la coda è già arrivata al corridoio.

Venerdì, 06 Luglio 2012 11:32

Al di fuor di metafora...

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La vetrina di un negozio di saponi. Foto scattata in via Garibaldi a Torino.

 

limoni

Giovedì, 28 Giugno 2012 15:32

'Cercasi ragazza... pure sfortunata'

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pure sfortunata

 

 

 

 

 

 

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Domenica, 24 Giugno 2012 04:15

Metti un volante a destra...

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 guida a dx

 

«Perché, sei capace?».

Solo un uomo sa farti passare l’entusiasmo con così poche parole.

Non posso dire di essere capace. Ma avrei provato volentieri. Se avesse accettato di aggiungere il mio nome al contratto di affitto della macchina, che, per inciso, al 50% pago pure io.

casechiuseLo slogan iniziale era "La forza di un sogno". Quello che mi aveva colpito, da lì a pochi anni, era stata la trasformazione nei sogni dei ragazzi: da astronauti a calciatori, da manager a veline. Alcune coppie famose di calciatori e veline in realtà erano ben riuscite e, almeno come sogno, rappresentavano quello di una famiglia salda e felice.

 

Lunedì, 11 Giugno 2012 13:14

Come ti combino un matrimonio

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sposi"Devo tornare a casa, altrimenti non mi sposo più".
"E cos'è che ti preoccupa?", gli rispondo.
"Metti che poi trovo l'amore vero: che faccio? Da noi il matrimonio è per sempre".

Mercoledì, 06 Giugno 2012 19:50

Aborto: fallimento collettivo

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Aborto. Dal latino abortus, participio passato del verbo aborior, morire. Molto simile in assonanza ad "aborro". È una parola difficile di per sé, solo a pronunciarla. Immaginiamoci viverla.
Le prime a condannarlo, le donne stesse, che mai hanno pietà delle loro simili. Le senti parlare tra di loro della collega che ha avuto un aborto spontaneo: "Neanche capace di rimanere incinta". Un'altra si avvale del diritto di partorire e destinare il bambino all'adozione: "Ringrazia che non l'ha buttato nella spazzatura".
Eppure i medici dicono che abortisce una donna su cinque. Quindi, quando le donne parlano in quel modo, hanno ottime probabilità di ferire chi sta loro vicino. Certo, non lo sanno. Ma nessuno si aspetta che si confidi un segreto così terribile a delle persone tanto intransigenti.
In fondo io credo sia proprio quello il motivo dell'aborto: l'isolamento sociale. Il mito della donna gretta e calcolatrice che butta via bambini a cuor leggero non mi ha mai convinto. E tutte le donne che lo hanno vissuto, dopo anni piangono ancora a dirotto a parlarne.
Una delle principali motivazioni alla base della scelta di abortire è il compagno che taglia la corda. Ironia della sorte, spesso è stato lui a volere e a cercare quel bambino. Perché nel frattempo aveva un'altra storia, in cui credeva di più, in cui si stava innamorando, e voleva stringere le maglie della rete per costringersi a rimanere. Poi, una volta vistosi intrappolato, ha capito che lì non poteva rimanerci per forza - e si è eclissato.
C'è chi sostiene che il trauma dell'aborto sulla psiche femminile sia il giusto scotto per un'azione tanto ripugnante. E come paga l'uomo che l'ha messa incinta? Non paga mai. Alcune donne, invece, non sono più riuscite ad avere un compagno, a fidarsi ancora di un uomo. Pagano per tutta la vita.
Ovviamente, la fuga del compagno non è l'unica motivazione: ci sono ragioni economiche, difficoltà a sopravvivere, a mantenersi, a trovare un lavoro. Troppe volte durante il colloquio di selezione si chiede a una donna se ha famiglia o intenzione di avere figli. E in base a quella risposta, le si assegna o meno un posto di lavoro. I datori di lavori a volte sembrano più interessati al calcolo delle probabilità di una gravidanza che al tuo curriculum.
D'accordo: ci sono i sindacati - sempre meno. Ci sono le leggi- ma con quelle non ci mangi. Ho visto diverse donne essere lasciate a casa perché erano rimaste incinta. In teoria non si può licenziare una donna incinta. In teoria. Però succede.
Io credo che ogni aborto sia un fallimento collettivo. Da parte di una società che ha fatto sentire a una donna che non aveva altra via d'uscita se non la più drastica: quella di non provarci nemmeno, di non prendere nemmeno in considerazione altre soluzioni. A nulla servono le leggi, se non si riesce a offrire pietà umana, comprensione, supporto fattivo.
Una donna su cinque. Teniamolo a mente.

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