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Gli editoriali

Gli editoriali (8)

Il cortocircuito dell'informazione che ha colpito il collega Giampiero Amandola del Tg3 Piemonte è paradigmatico. Cosa ha fatto? Intervistando alcuni tifosi juventini dal chiaro accento meridionale, gli è scappata l'infelice battuta: "Li riconoscete dalla puzza, con la solita signorilità", con allusione ai tifosi del Napoli. Una frase inopportuna, visto che la comunicazione di massa deve essere univoca e chiara, ma evidentemente ironica. Come dire: "Visto che ragionate in questo modo, vi sfotto un po'".

 

Il cortocircuito dell'informazione che ha colpito il collega Giampiero Amandola del Tg3 Piemonte è paradigmatico. Cosa ha fatto? Intervistando alcuni tifosi juventini dal chiaro accento meridionale, gli è scappata l'infelice battuta sui tifosi del Napoli: "Li riconoscete dalla puzza, con la solita signorilità". Una frase inopportuna, visto che la comunicazione di massa deve essere univoca e chiara, ma evidentemente ironica. Come dire: "Visto che ragionate in questo modo, vi sfotto un po'".

Giovedì, 04 Ottobre 2012 17:07

Il moralismo a intermittenza dei media torinesi

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Stupore e costernazione, sugli organi di informazione 'ufficiali' oggi a Torino. Pensate cos'hanno scoperto: quelli delle liste di Rabellino prendono artatamente la residenza a Sambuco per ottenere i rimborsi chilometrici in Provincia, Comune e Circoscrizioni di Torino. Ma pensa un po' che roba assurda, da gente di così specchiata trasparenza e provata rettitudine politica. Persone che non hanno mai dato segni di scaltrezza o, peggio, di avventurismo.

Martedì, 17 Luglio 2012 15:14

Dalle macerie di una Torino che non c'è più

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torino
La gente va dove c'è il lavoro. Inutile illudersi che una città si popoli per la sua bellezza, per la simpatia degli abitanti, per i monumenti antichi o per la ricca offerta culturale che vi si può reperire. Se così fosse, Venezia o Firenze avrebbero 10 milioni di abitanti. L'area metropolitana di Torino è sempre cresciuta, tumultuosamente sino agli anni settanta, poco, negli ultimi lustri. Però è arrivata a contare quasi due milioni di abitanti che, se non cambierà qualcosa, dovranno per forza ridursi prima o poi. Quando una società è ricca, ci si interroga se sia meglio vivere in un posto piuttosto che in un altro. L'opulenza rende annoiati, pretenziosi, arroganti. "Ma vuoi mettere Parigi? Ma ti pare che possiamo paragonarci a Londra?", si diceva negli anni ottanta, pure nei novanta, senza pensare troppo al fatto che i soldini per pagare l'aereo e l'albergo erano stati guadagnati in riva al Po.

 

Lunedì, 30 Aprile 2012 17:37

Agli immigrati diamo del lei

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Chissà perché, da qualche anno, tutti ci danno del tu. Perfetti sconosciuti, magari al nostro ingresso in un negozio o in un locale, ci accolgono con distratti “ciao”, quasi fossimo vecchi amici. La cosa, per chi come lo scrivente ha superato gli anta, provoca un brividino di contrarietà, misto a un’inconfessabile soddisfazione: vuoi vedere che me li porto ancora bene? Non è così. Ormai, entrasse al Soho o all’Obelix il cardinale in persona, vestito d’abito corale rosso porpora, verrebbe apostrofato con un routinario “Ciao caro, che ti bevi?”.
È che manco ti guardano in faccia.

Mercoledì, 04 Aprile 2012 14:48

Tasse, la sfortuna d'esser torinesi

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Nperoto058 copertinaon è un grosso affare, economicamente parlando, essere torinesi. Intanto perché siamo italiani e, come il resto dei nostri connazionali, siamo stati travolti dalla bufera di tasse e di rincari, imposta tecnicamente dal governo di Mario Monti. Forse non ce ne siamo ancora accorti, salvo che per la benzina e altre “piccolezze”, tipo i 50 o 100 euro che già in busta paga sono venuti a mancare per il rialzo dell’Irpef.
Ce ne renderemo conto meglio ancora quando ci toccherà pagare dai 700 ai 2mila euro per l’Imu, che va a sostituire la vecchia Ici (da qualche anno abolita per la prima casa), cioè l’imposta sugli immobili. E qui entra in gioco la nostra torinesità: perché alle iatture nazionali, si sommano pure quelle locali. Pesantissime, come non mai. Sotto la Mole, infatti, ad ogni minimo taglio statale nei trasferimenti ai Comuni, parte il piagnisteo di sindaci, assessori e associazioni prenditrici di sovvenzioni varie.
Una lagna mortale, che da Chiamparino a Fassino, non ha cambiato affatto melodia: “Se ci tagliano i fondi, noi siamo costretti ad aumentare le tariffe e le imposte locali, altrimenti non riusciamo a chiudere i conti”. Già, perché tagliare le spese è sempre un’opzione vagamente lasciata nel dimenticatoio. C’è anche la Regione Piemonte che infierisce, con lo stesso criterio da pianto greco, magari meno strombazzato, ma foriero dei medesimi risultati, cioè ancora più tasse per i piemontesi, tra i quali com’è noto ci sono pure i torinesi. Così la giunta Cota ci aumenta le aliquote Irpef di competenza regionale, a dimostrazione che centrodestra (Piemonte) e centrosinistra (Torino) quando si tratta di succhiare denaro faticosamente guadagnato dai cittadini, vanno a braccetto e si trovano in perfetta sintonia d’intenti.
Quanto al Comune, non basta l’Imu, naturalmente: tutte le tariffe hanno subìto rincari a doppia cifra percentuale, a cominciare dal parcheggio nelle strisce blu (che nella Ztl costa più che a Montecarlo) e dal biglietto del Bus, esploso con un più 50 per cento in una volta sola. Del resto Torino, con i suoi oltre 5 miliardi di debiti tra Palazzo civico e municipalizzate, è anche il Comune più indebitato d’Italia, per cui centinaia di milioni l’anno sono inevitabilmente già impiegati per pagare le rate dei mutui accesi con gli istituti bancari, in primo luogo Intesa Sanpaolo.
Poi ci sono le spese fisse dell’enorme apparato comunale, che corrono immancabilmente, qualcosa per la cultura, senza la quale sembra che cada il mondo; si tagliuzza qua e là sulle scuole, sui lavori pubblici e su tutte le spese non “fisse”, anche se talvolta più necessarie per la cittadinanza, che preferirebbe una pulizia più attenta delle strade, rispetto all’assunzione di nuove schiere di dirigenti comunali, peraltro bloccata dal Tar perché a quanto pare la composizione della commissione era tutt’altro che legittima. Al cittadino non resta che pagare e, per la stampa dominante, non è nemmeno concessa la facoltà di mugugnare troppo. Al sistema le critiche non vanno giù, si direbbe.

Lunedì, 19 Marzo 2012 12:22

L'ipocrita amor di Patria delle pubblicità

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L’amor di Patria è un sentimento che affascina. Ma che va usato con il contagocce, altrimenti diventa stucchevole o, peggio ancora, ipocrita. In gioventù non se ne vede l’intrinseca pericolosità, che però gli anni e ultimamente le pubblicità, rendono palese. Così oggi ci tocca vedere due aziende che una volta erano torinesi, cioè Fiat (Chrysler) e Crt (Unicredit) sventolare tricolori a tutto spiano, per vendere più macchine o aumenti di capitale.

Giovedì, 08 Marzo 2012 17:38

A Torino

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A Torino tutti cercano qualcosa. Gli automobilisti, di solito, cercano parcheggio, mentre gli ausiliari Gtt cercano auto da multare. Le donne cercano un uomo e ne trovano tanti, mentre gli uomini cercano tante donne e ogni tanto ne trovano una, le vigilesse cercano di essere più cattive dei colleghi maschi i quali cercano quotidianamente di massacrare gli automobilisti in cerca di parcheggio. I cani randagi cercano un padrone, i venditori abusivi di fiori cercano di rovinare qualsiasi serata all’aperto dei torinesi e le mamme cercano di raggiungere le scuole nell’ora di uscita dei pargoli. Il sindaco Sergio Chiamparino cerca un partito, una nomina, un successore, una prospettiva: qualsiasi cosa riesca a fargli fruttare l’enorme popolarità che ha nei confronti dei cittadini, senza dover scontare l’immensa impopolarità che si è guadagnato dentro il suo partito. Roberto Cota, anche lui molto torinese ultimamente, cerca Mercedes Bresso ma lei continua a sfuggirgli continuamente incazzata. Mercedes Bresso cerca la calma, mentre sembra aver già trovato un’ottima parrucchiera.