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Centro di Torino

Il Centro (o Torino Centroël Sènter in piemontese) è il quartiere centrale e più antico della città di Torino, nel quale è localizzato il maggior numero di monumenti e di luoghi storici; dal 1985 costituisce, insieme al quartiere Crocetta, laI Circoscrizione della città.

È delimitato:

(Fonte Wikipedia)

 

Quadrilatero Romano

È il perimetro tipico del castrum romano e della relativa colonia di Augusta Taurinorum, fondata dagli antichi romani intorno al 28 a.C. La relativa struttura topografica è ancora riconoscibile nell'assetto viario di gran parte della città, cioè con vie ortogonali, perfettamente parallele e perpendicolari. Sono altresì rimasti alcuni importanti resti della originaria cinta romana.
L'area del "Quadrilatero" è intesa come quella all'interno delle primitive mura romane, essenzialmente delimitata dagli attuali Corso Regina Margherita/lato sud di Porta Palazzo, Corso Valdocco, Via Cernaia e Piazza Castello. L'asse decumano maximo, corrispondente all'attuale Via Garibaldi, si chiamò successivamente via Dora Grossa, poiché sede di un corso idrico al centro della stessa via, in vari punti ancor visibile. Il decumano collegava quindi la Porta Praetoria, detta in seguito Porta Fibellona (i cui resti si trovano ora inglobati in Palazzo Madama di piazza Castello, evoluzione del castello che fu la residenza dei signori Acaja-Savoia della città durante tutto il Medioevo) con la Porta Decumana, situata all'incrocio tra le attuali vie Garibaldi e della Consolata. Perpendicolare al decumano era il Cardo maximo, che collegava la Porta Principalis sinixtera, conservatasi nelle sue strutture fondamentali (le ancor visibili "Porte Palatine"), con la Porta Principalis dextera (detta in seguito Porta Marmorea) sita sull'attuale via Santa Teresa, ma oggi praticamente inesistente. Il tracciato dei "cardi", sviluppato sull'asse di Via Porta Palatina e via San Tommaso, oggi non risulta chiaramente riconoscibile a causa di interventi di epoca medievale che lo hanno parzialmente cancellato. A fianco delle (Porte Palatine) inoltre, sorgeva una antico teatro romano, ora parzialmente coperto dellamanica nuova del Palazzo Reale e parzialmente annesso al Museo di antichità. Secondo una ricostruzione plausibile, l'area attualmente occupata da piazza Palazzo di Città, antica piazza delle Erbe, per via del mercato chi vi si teneva, sarebbe stata la sede del forum della cittadina romana.
Oltre alle già citate Porte Palatine e a Palazzo Madama, rimangono resti delle mura romane a fianco delle Porte Palatine stesse, sia a cielo aperto sia inglobati in edifici posteriori, il basamento di una torre angolare in via della Consolata angolo via Giulio, e resti di fondazioni delle mura nelle sale sotterranee del Museo egizio, fondato nel 1824; quest'ultimo, famoso nel mondo, è secondo solo a quello di Il Cairo, e si trova presso l'antica sede dell'Accademia delle Scienze, vicino a Piazza Castello. L'Accademia fu fondata da Joseph-Louis Lagrange come polo culturale e scientifico europeo già ai tempi dell'Illuminismo.

 
Via Roma

Gli ampliamenti a partire dal XVI secolo

Per tutto il Medioevo, il centro di Torino rimase confinato nella antica cinta muraria. Soltanto dopo il 1563, quando i Savoia trasferirono qui la capitale del loro ducato dalla precedente città (oggi francese) di Chambéry, si cominciò considerare l'esigenza di grandi ampliamenti architettonici.
Il primo intervento fu nel 1567, con la costruzione nell'angolo ovest delle città (all'incrocio delle attuali via Cernaia e corso Siccardi) di una possente cittadella fortificata, di cui ora rimane solamente il mastio. La prima espansione verso sud venne realizzata soltanto nel1620, sull'asse dell'attuale via Roma, con la costruzione della cosiddetta contrada NuovaVia Nuova e Porta Nuova, nell'area dove sorgerà l'omonima stazione ferroviaria, e l'erezione di una nuova cinta muraria.
Il XVIe il XVII secolo diventarono quindi i periodi del barocco sabaudo, con la nascita di prestigiosi palazzi e nuove chiese, oltre che signorili piazze, una per tuttePiazza San Carlo. Nel 1663 si ebbe un secondo ampliamento a est, lungo l'asse della "via di Po" (via Po) e la costruzione del vicino Palazzo Carignano. Nel 1714, venne poi iniziato un terzo ampliamento in direzione nord-ovest, nell'area detta Porta di Susa o Segusina, con la costruzione dell'attuale Piazza Statuto.
A partire dal XIX secolo, la città si espanse quindi al di fuori delle mura, giungendo ad occupare tutte le aree extra moenia, che diedero vita a quartieri della allora periferia, essenzialmente: a sud il già esistente borgo (o contrada) "Nuovo", a ovest il Borgo Dora e Valdocco, a nord-est il Vanchiglia. Fu l'architetto e consigliere comunale Carlo Ceppi che, per primo, ruppe l'ortogonia delle vie del Quadrilatero Romano e del centro cittadino in genere, progettando, nel 1884, l'obliqua ViaPietro Micca in stile eclettico, ed al quale fu poi affidata la progettazione dell'adiacente quartiere di Crocetta in stile liberty.

Oggi

 
Palazzo Madama, costruito sui resti dell'antica porta romana, indica storicamente l'esatto centro della città di Torino

Il concetto di un "centro di Torino" (come quartiere) è relativamente recente: fino all'inizio del XX secolo, il "Centro" era appunto suddiviso in borghi o contrade, normalmente associate alle funzioni commerciali o collegate alle parrocchie di competenza: ad esempio, la zona di via XX Settembre si chiamava la "Misericordia", la zona adiacente a via Accademia Albertina era "contrada San Filippo", ecc.
In memoria della vecchia fortificazione Savoia-Acaja e della sede dell'antica residenza sabauda del Palazzo Reale, per l'urbanistica e la topografia, la numerazione civica delle strade e delle distanze chilometriche, fu istituita in Piazza Castello, come vero e proprio "centro" città.
L'area di Via Po, Via Garibaldi, Via RomaVia Pietro MiccaPiazza Castello e Piazza San Carlo ospitano, tradizionalmente, i più prestigiosi negozi della città.
Allo stesso modo, a cavallo fra le vie XX Settembre e via Arsenale, hanno una sede storica gli istituti di credito, come la Cassa di Risparmio di Torino e la sede torinese della Banca d'Italia.
In piazza Palazzo di Città (l'antica piazzetta delle Erbe) ha sede il Comune di Torino, mentre in Piazza Castello la storica sede della Regione Piemonte, e in Palazzo Cisterna (via Alfieri) la sede della Provincia di Torino.
Da notare come l'organizzazione sabauda avesse localizzato in maniera organica i vari ministeri della capitale: in particolare, tutte le sedi istituzionali (il Palazzo Reale, la sede del Parlamento, la sede del Senato, la sede della Zecca di stato e della Banca d'Italia ed i vari ministeri), erano distribuiti su un'area molto limitata, in modo da rendere le comunicazioni ed i collegamenti quanto più rapidi possibile. Di particolare interesse inoltre, furono i prestigiosi teatri, oggi ancora attivi.

 
Mole Antonelliana
 
La sede della RAI a Torino. Nelle finestre è visibile il riflesso della Mole Antonelliana.

Il più celebre è certamente il Regio di Piazza Castello[1], voluto da Vittorio Amedeo II e progettato dallo Juvarra nel 1740. Altri teatri famosi in centro rimangono il Carignano, l'Alfieri, e lo Stabile, quest'ultimo un teatro di prosa sorto nel 1955 nel già pre-esistente Teatro Gobetti di Via Rossini.

La parte nord-orientale del centro è delimitata dall'ampia Piazza Vittorio Veneto, a ridosso del fiume Po, e dall'adiacente quartiere Vanchiglia. In questa zona sono da citare, ovviamente, la nota la Mole Antonelliana, monumento simbolo della città e oggi utilizzata come sede del Museo nazionale del Cinema. Il terreno su cui sorse rimaneva al di fuori della cittadella del XV secolo, presso la cosiddettacontrada del cannon d'oro, rimasta fortificata fino all'arrivo di Napoleone Bonaparte. Quest'ultimo fece abbattere il bastione, rendendo il terreno più instabile e dando successivi problemi alla futura costruzione della Mole. Tale contrada inglobò anche l'adiacente al Palazzo Reale (XVII secolo), e parallela alla antica via di Po (Via Po), zona chiamata contrada della Posta o contrada dell'Ippodromo(l'attuale inizio di Via Rossini e Via Verdi), per via delle le regie scuderie, costruite tra il XVII e XVIII secolo, oggi rivalutate nei due edifici denominati, appunto, la Cavallerizza Reale[2]

Adiacente alla Mole, troviamo la sede dove nacque l'Unione radiofonica italiana e la celebre (e ancora operativa) RAI TV di Via Verdi.

Una nota particolare meritano infine i caffè storici, alcuni dei quali (Mulassano, Caffè Torino, Caffè Baratti&Milano, Caffè Fiorio, Caffè Pepino e Ristorante del Cambio), sono stati riconosciuti monumenti di importanza storica dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sia perché notevoli dal punto di vista dell'arredamento o dell'architettura, ma soprattutto perché non è errato sostenere che, proprio ai tavolini di questi antichi caffè, si siano decisi, fin dal Risorgimento, i destini dell'Italia.
Molte vie centrali di Torino hanno cambiato nome nel corso degli anni in seguito ad avvenimenti storici: ad esempio l'attuale via Verdi, fino a 90 anni fa era chiamata "via della Zecca".

Diverse via o piazze del centro città sono inoltre note con soprannomi: Piazza Carlo Alberto è nota come la "piazzetta", mentre Piazza Carlo Emanuele II è nota come "Piazza Carlina"; Piazza della Repubblica è da sempre più nota con il nome di Porta Palazzo, in piemontese Porta Pila; C.so Regina Margherita è noto come corso "Regina", Piazza Savoia, come "l'Obelisco". Lasciando il quartiere centro (ma solo di pochi isolati), il Borgo Dora è universalmente nota come il "Balon", fino a qualche anno fa non era raro trovare persone anziane che riferendosi a corso Matteotti, lo chiamasse "corso Oporto" o parlasse di via Garibaldi, riferendovisi col vecchio toponimo "via di Dora Grossa".
Curiosa è la storia di Piazza Vittorio Veneto: quando fu necessario scegliere una piazza da dedicare alla battaglia di Vittorio Veneto, la scelta cadde su questa piazza in quanto, essendo al tempo già dedicata a Vittorio Emanuele I di Savoia era popolarmente chiamata "piazza Vittorio". Visto che era presente un "Vittorio" in entrambi i nomi, in questo modo non sarebbe stato necessario cambiare il soprannome e le abitudini dei torinesi.

 

 

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