Ci vuole sempre un viaggio per scoprire l'amicizia e l'amore. Nelle loro forme perfette e, talvolta, anche tragiche. Succede questo in “Non ti avrò mai” (Seneca edizioni), nuovo romanzo del torinese Claudio Secci, classe 1979, che in quest'opera abbandona il profilo thriller di “Rodano inquieto” per concentrarsi di più sui sentimenti. Senza rinunciare, però, al colpo di scena.

Otto ragazzi, quattro uomini e quattro donne che hanno da poco superato i 30 anni, sono protagonisti di una vacanza in Asturia, nel nord della Spagna. Un soggiorno che presto si trasforma in una scoperta sconvolgente di sé e degli altri. È la voce narrante del protagonista, Zoran, ad accompagnare il lettore lungo il racconto, un intreccio di affetti e relazioni che legano i personaggi e che, più che farli avvicinare, li fanno scontrare come meteore impazzite nel cosmo. Tea ama Zoran, ma lui insegue Consuela, che invece cede banalmente al suo ex, nella più inoffensiva, all'apparenza, sagra estiva. Neron, intanto, abbandona ogni tabù e si lascia andare alla sua indole bisessuale. E mentre i rapporti si delineano, cresce la tensione emotiva e la storia si fa incalzante. Non è forse accaduto a tutti noi? Ogni viaggio amplifica le sensazioni e una serata in discoteca può diventare una partita a scacchi dove il più scaltro si riserva la mossa vincente. Ma non sarà il caso di Zoran. Mentre Consuela commette un errore da cui sarà impossibile tornare indietro, lui compie un ultimo, straordinario sacrificio, carico di pathos e di adrenalina, tanto che sembra di stare davanti allo schermo di un cinema.

Ma non c'è solo questo, perché “Non ti avrò mai” è anche il romanzo sull'amicizia maschile, che si riscopre salda e silenziosa nei momenti del bisogno. Ed è il racconto delle età di passaggio, quando non si è più ragazzi, ma si chiede alla vita qualcosa di più. I protagonisti, in realtà, ragazzi non lo sono più da un pezzo, benché cedano in alcuni passaggi a un linguaggio eccessivamente giovanile, tra “diavoletti in testa” e “limonare”. Ma è una scelta che riflette la volontà dell'autore di fotografare una realtà verosimile, non patinata. Una lettura piacevole da bere tutta d'un fiato e in cui è facile immedesimarsi. Proprio come nella vera essenza del romanzo, che non deve insegnare l'ignoto, ma farci rivivere quel che avevamo dentro e forse avevamo dimenticato.

Adriano Lovera

(articolo publiredazionale)

BIOGRAFIA DELL'AUTORE

Claudio Secci nasce il 18/04/1979 a Torino. Trascorre un’infanzia tranquilla dove fin dalla tenera età prende piede la sua attitudine alla creatività e alla fantasia creando disegni di pregio e riuscendo a leggere scorrevolmente qualsiasi libro di testo già a cinque anni. Dopo le scuole elementari, la sua famiglia (nel frattempo allargatasi con un fratello ed una sorella) si trasferisce in Sardegna. Il trasferimento nell’isola provoca problemi di socializzazione e di orientamento per Claudio, in un contesto sociale diverso e ostile rispetto a quello precedente. Terminate le scuole medie in una città, le scuole superiori in un’altra, attraversa nel ‘97 una profonda crisi interiore ed esistenziale che lo porta a chiudersi in casa, sfogando le sue ansie e le sue angosce in alcuni testi autobiografici mai pubblicati. Conseguito il diploma di ragioneria nel ‘98 ed ultimato il servizio militare nel ‘99, Claudio decide di tornare nella sua città natale, Torino, dove trova subito occupazione come informatico. Nel 2010 sposa Francesca, che gli regala finalmente una dimensione di equilibrio, dopo diverse travagliate e sofferte parentesi sentimentali dei dieci anni precedenti. Nello stesso anno pubblica il suo primo romanzo saggistico dal titolo “Il Profumo del Sentimento”, e nel 2011 una narrativa dal titolo “Muoversi dopo il tramonto”. L’ispirazione non trova fine per Claudio, e nel 2012 compone e pubblica “Rodano inquieto”, un romanzo thriller diverso da tutti i suoi testi precedenti, che ottiene un notevole volume di consensi da parte dei media e consolida la versatilità letteraria dell’artista.