Cancellato il referendum sulla caccia in Piemonte

Giovedì 03 Maggio 2012 16:58 Redazione Però
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TORINO 3 mag (Però Torino) - Cancellato il referendum sulla caccia in Pieonte. È stato infatti approvato con 28 voti favorevoli, 18 contrari, 1 astenuto e 4 non votanti l'emendamento dell'assessore all'Agricoltura Claudio Sacchetto che abroga la legge 70/96 sulla caccia. Questa la decisione più importante varata dal Consiglio regionale nella giornata del 3 maggio, all'interno della discussione sulla legge finanziaria. L'approvazione dell'emendamento fa decadere il referendum sulla legge in questione, indetto per domenica 3 giugno e che sarebbe costato 22 milioni di euro.

L'Aula dovrebbe a breve discutere e approvare l'ordine del giorno, già licenziato dalla III Commissione, che contiene i punti qualificanti di una futura legge sulla caccia.

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In materia di edilizia sociale è stato inoltre istituito, su proposta del vicepresidente della Regione, un fondo di garanzia per il pagamento del canone di affitto degli alloggi realizzati con i fondi immobiliari, in caso di temporanee difficoltà economiche dei locatari.

 

Con un emendamento, sottoscritto da consiglieri di entrambi gli schieramenti, è invece stabilito l'avvio dell'accertamento dei crediti che le imprese vantano nei confronti della Regione e della pubblica amministrazione piemontese e la relativa tempistica. Il riconoscimento del credito dà diritto alle imprese di cedere lo stesso agli istituti bancari nella formula pro soluto, al fine di ottenere la liquidità spettante.

Il confronto sulla finanziaria e sul bilancio di previsione 2012 continuerà nella seduta consiliare di domani e in quelle convocate per la prossima settimana.

 

“Il nostro fine, la nostra priorità oggi, è fare risparmiare alla collettività 22 milioni di euro. Un fatto irrinunciabile nel periodo in cui ci troviamo a vivere", dice il presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa.


"Abbiamo cercato di conciliare esigenze tra chi è a favore e chi è contrario alla caccia, portando avanti un ordine del giorno che noi riteniamo equilibrato e che offre garanzie politiche. Chi già annuncia ricorsi amministrativi lo fa perché non accetta il confronto ma cerca la battaglia politica", ha invece detto Luca Pedrale, presidente del Gruppo consiliare regionale del Pdl.

 

Il movimento Piemonte 5 Stelle parla invece di "attentato ai diritti politici dei cittadini". Se condo loro i consiglieri che hanno abrogato la legge hanno compiuto un reato, quello descritto dall'art. 294 del codice penale, che dice: "Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico [..] è punito con la reclusione da uno a cinque anni". "Noi riteniamo - dice il Movimento in un comunicato - che questo sia il reato da ascrivere ai Consiglieri che hanno votato a favore dell'emendamento Sacchetto che ha abrogato la legge regionale quadro sulla caccia, la 70 del 1996, facendo decadere così il referendum regionale atteso dal 1987".


La legge 70/96 sulla caccia è stata abrogata con i voti del Pdl (esclusi Spagnuolo che ha votato no, Leo e Cantore che si sono astenuti), della Lega Nord e dell'Udc.


I grillini poi sottolineano "l'ipocrisia del Pd che ha votato contro l'emendamento nonostante ne sia stato il primo promotore". In effetti il capogruppo Aldo Reschigna non solo è tra gli ispiratori dell'accordo, ma ha anche operato attivamente affinché lo si raggiungesse.

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