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Sempre più caos nel Pd torinese: Esposito si autosospende

espositoTORINO 8 nov (Però Torino) – L'ultima polemica (via Facebook) con la deputata torinese del Pd Paola Bragantini (clicca qui per leggere), forse è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per il senatore Stefano Esposito (nella foto a destra) che oggi con una lettera aperta si è auto-sospeso dal Partito democratico e da tutti gli incarichi che fino ad oggi ricopriva.

 

"Ciò che è avvenuto e sta avvenendo a Torino non può più essere taciuto. Il congresso che stiamo svolgendo è stato macchiato da episodi, per altro denunciati e documentati, che a mio parere nulla hanno a che fare con la cultura politica ed etica che è alle fondamenta del nostro partito", scrive Esposito.

 

Il riferimento è principalmente allo scandalo della presunta compravendita di tessere, che sta coinvolgendo un po' tutti i circoli d'Italia, da nord a sud.

 

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"Il fatto che negli ultimi anni il Pd torinese abbia registrato una pesante emorragia di iscritti mentre da gennaio ad oggi le iscrizioni sono esplose, non è forse un problema politico? Il fatto che siano aumentati i nuovi iscritti, mentre una percentuale considerevole dei vecchi iscritti non si è recata a votare, non è forse un problema politico? Il fatto che un gruppo ristretto di dirigenti abbia organizzato una occupazione manu militari del partito attraverso l'organizzazione di pacchetti di tessere, non è forse un problema politico?", si chiede retoricamente il senatore torinese. "Prendo
atto – continua - che il neo Segretario eletto Fabrizio Morri ha accusato di essere dirigenti che vogliono danneggiare il Pd coloro che hanno denunciato atti contrari alle regole e al buon costume".

 

La polemica cade poi, inevitabilmente, sull'elezione di Vincenzo Iatì a segretario del circolo di Barriera di Milano, "persona con pesantissimi precedenti penali", come lo definisce Esposito, e che era stata ulteriore causa della disputa su Facebook con la (ex) collega di partita Bragantini.

 

Nella sua lettera Esposito spiega nello specifico cosa non è andato nel partito e nel farlo non può che arrivare a una conclusione: sospendersi. "E qualora gli organi nazionali del Partito – dice l'esponente torinese - dovessero ritenere queste mie valutazioni prive di fondamento o addirittura calunniose come affermato dal segretario Fabrizio Morri, ne trarrò le debite conseguenze trasformando l'auto-sospensione in dimissioni dal Pd e in dimissioni anche dal ruolo di Senatore".

 

"Un partito che non vede, non sente e non parla non è certo quello per cui tanti di noi hanno lavorato", conclude.

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