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Regione Piemonte, i sondaggi confermano: è caos

 

gilberto-pichettoTORINO 2 apr (Però Torino) – I sondaggi in mano a Silvio Berlusconi, relativi al Piemonte, disegnano un quadro talmente fosco per il centrodestra,da rendere inutili o quasi gli apparentamenti. Secondo i dati commissionati dal Cavaliere, il Pd si aggirerebbe intorno al 31-33 per cento, il M5S tra il 26 e il 28, mentre Forza Italia starebbe nella forbice tra il 17 e il 21 per cento.

Vero è che tutto potrebbe ancora cambiare, dato che per il momento soltanto il 52 per cento degli intervistati si dice disponibile a recarsi alle urne, mentre il 48 per cento dichiara chiaro e tondo di non voler scegliere e di preferire restarsene a casa, oppure andare al mare o in montagna, crisi permettendo.

Tuttavia è anche prevedibile che la campagna elettorale possa spostare meno voti che in passato, anche perché le opportunità di “comunicazione” del Cavaliere, nemmeno candidabile a causa della condanna penale e della conseguente interdizione, risulterebbero davvero menomate. In questo contesto, sembrerebbe strana una candidatura a presidente di Giampiero Leo per il Nuovo Centrodestra (con l’Udc), perché – va ricordato – diventa automaticamente consigliere soltanto il candidato presidente del partito o della coalizione che si classifica seconda alle urne. Anche Gilberto Pichetto (nella foto in alto) candidato in pectore per Forza Italia, rischia quindi di non fare nemmeno il consigliere regionale e c’è già chi, all’interno del partito, gli consiglia nel caso di candidarsi anche su Biella e di correre per le preferenze personali.

Una situazione apparentemente favorevolissima a Sergio Chiamparino, candidato presidente – senza primarie – per il Pd, che rebus sic stantibus sarebbe già presidente. Tuttavia, nel marasma generale causato dal dissolvimento del sistema aiutato anche dalle inchieste giudiziarie, l’ex sindaco di Torino si troverebbe nel migliore dei casi con una maggioranza risicatissima: 27 consiglieri contro 23 di minoranza. La sua battaglia contro i piccoli partiti si spiega già così, ma molti – in Consiglio – potranno giocare il ruolo di ago della bilancia.

Naturalmente si parla anche di un accordo di desistenza con il Nuovo Centrodestra di Alfano e qualcuno sottolinea come “se Leo si candida da solo, senza speranza nemmeno di fare il candidato, magari verrà piazzato poi per ‘riconoscenza’ da Chiamparino al Salone del Libro o in qualche altro carrozzone cultural-regionale”. Ma, ad accreditarsi con Chiamparino per un aiuto esterno, non ci sarebbe soltanto Ncd, secondo le voci che circolano.

In tutto ciò i grillino se la ridono. Con tutta la stampa ‘di regime’ avversa e con la rete che li appoggia al di là del bene e del male, i seguaci delle Cinque stelle si avvantaggiano dello sfascio e sullo sfascio costruiscono le proprie fortune alle urne. Del resto, quando un sistema non è più tale e i vari poteri dello Stato si fanno una guerra senza quartiere, senza ragionevolezza e anche senza ritegno, non può che arrivare qualcuno dall’esterno del sistema a coprire le macierie lasciate dal conflitto. Strutturato o meno che sia per governare una Regione o un Paese.

 

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