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Biolè: "La reversibilità del vitalizio? E' stato un errore"

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TORINO 3 gen (Però Torino) -"Non prenderò quel vitalizio", dice il consigliere regionale del Piemonte Fabrizio Biolè, dopo la pubblicazione da parte di "Però", del fatto che al momento l'eletto nella provincia di Cuneo stia regolarmente versando quanto dovuto e ha intestato il tutto alla consorte. Secondo Biolè, che definisce la nostra testata "scandalistica" sulla sua pagina di Facebook, la sua sottoscrizione del vitalizio e la successiva intestazione alla moglie, sono avvenute "per errore".

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Inoltre, attaccando il leghista Paolo Tiramani, che recentemente aveva riaperto il caso in aula, gli chiede - sempre su Facebook - di "non leggere una pagina per volta" e quindi di informarsi meglio, perché secondo la sua versione, oggi Biolè sta versando al suo partito una quota corrispondente:"Il mero errore formale di sottoscrizione della reversibilità - scrive - è mensilmente rifuso all’interno del conto progetti a 5 stelle (quando vuole posso spiegargli di cosa si tratta…)".

Abbiamo tentato tre volte di chiamare al telefono Biolè che non ci ha mai risposto. Avremmo voluto chiedergli come funziona la questione. Da ciò che si arguisce, il consigliere versa la quota per percepire poi il vitalizio (ma lo fa per errore) e continua a versarla, perché ormai non potrebbe più tirarsi indietro. Nel contempo, versa al suo partito una somma corrispondente, di oltre 440 euro mensili, quindi paga due volte. Poi, in fututo, avrà la possibilità di far incamerare alla moglie il vitalizio (il 60% di 3mila euro al mese circa per tutta la vita, non 447 per cinque anni), ma dichiara che non lo percepirà. Non ci è dato di conoscere il futuro e le prossime condizioni economiche di Biolè o di sua moglie, quindi non possiamo che fidarci delle sue affermazioni. Resta il fatto che - allo stato dei fatti - egli versa il contributo in favore della moglie e quindi la consorte avrà tutto il diritto di percepire il vitalizio al 60% come qualsiasi pensione di reversibilità. Certo è che, per assegnare alla moglie tale diritto, Biolè ha dovuto firmare varie carte, inserire il nome, il codice fiscale, la data di nascita e la residenza della consorte, nonché compilare diversi moduli.

Naturalmente, stiamo parlando di cose perfettamente legali. Anche l'ex ministro Claudio Scaiola, come Biolè, dichiarò che l'appartamento in buona parte "regalatogli" a Roma era frutto di un errore da parte sua e di una sua mancata conoscenza dei fatti. Quindi queste risposte, per l'opinione pubblica, lasciano il tempo che trovano. Ma in quel caso si trattava di un comportamento contro la legge, che portò alle dimissioni e a un'incriminazione. Nel caso di Biolè, invece, l'unica cosa che è stata obiettata, è la scarsa coerenza con quanto dichiarato nelle note battaglie anti casta, sue e del suo movimento.

E non è stato "Però" a imputargli tali fatti e a contestargli l'incoerenza, come lui oggi sembra voler far credere ai suoi "amici" di Facebook. Sono stati gli stessi simpatizzanti del suo movimento in svariate conversazioni sulla rete, in una delle quali il suo collega in Regione Davide Bono, gli dava persino del "cagasotto".

Tempestato di richieste, sempre rigorosamente online, dopo la nostra pubblicazione, anche quest'ultimo si è espresso. Abbiamo tentato di contattare anche a Bono, ma il suo telefono era staccato. Comunque, sulla pagina di Facebook, il consigliere dice: "Chiedete a Biolè e non a me come mai ha sottoscritto la reversibilità (per errore); il Movimento 5 stelle ha vinto la battaglia sulla trasparenza non nascondendo cose imbarazzanti; Fabrizio, inoltre, sta versando l'equivalente della reversibilità, pari a 447 euro al mese al fondo progetti; non c'è nessuna faida tra me e Fabrizio". Va ribadito un fatto, in ogni caso, perché le opinioni sono tutte lecite ma i fatti univoci: 447 euro non rappresentano la quota di reversibilità (circa 2mila euro) ma il contributo che mensilmente i consiglieri devono versare per poi ottenerla. Quella è di oltre 2mila euro lordi e può durare ben più di 5 anni.

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