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Il rugby torinese torna in serie A: 'Non ci poniamo limiti'

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TORINO 11 ott (Però Torino) – In una città dove la Juventus e il Torino la fanno da padroni, c'è anche chi si affanna dietro una palla ovale. E con successo. Perché il Cesin Cus Torino ha riportato il rugby universitario in serie A dopo 40 anni.

 

"La palla ovale è uno dei nostri fiori all'occhiello e la storia del Cus passa anche attraverso questa sezione, creata da un gruppo di dirigenti dai valori antichi", ha spiegato il presidente cussino Riccardo D'Elicio.

 

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Soddisfazione è stata espressa anche dall'allenatore Regan Sue, che domenica scorsa alla prima partita di campionato ha portato i ragazzi al successo contro il Cus Padova. "Ho a disposizione un buon gruppo, composto da bravi ragazzi che s'impegnano senza mai lamentarsi", ja detto. "Sono fortunato, anche perché sono in una società che vuole crescere. Domenica scorsa abbiamo battuto il Padova e noi vinciamo perché lavoriamo dal di dentro, con i giovani, non acquistiamo giocatori come Juventus e Torino".

 

Alla presentazione della nuova stagione, avvenuta oggi 11 ottobre in Sala delle Colonne a Palazzo Civico, c'era molta curiosità sull'ultimo arrivato, l'inglese Charlie Clyde-Smith, che non si è sottratto alle domande.

 

"Ho iniziato a giocare a rugby quando avevo otto anni alle scuole elementari e poi ho proseguito alla scuola secondaria, il King's College a Taunton", ha dichiarato. "Ho fatto poi tre anni di accademia e quattro di prima squadra del Jersey Rugby Football Club. Sono venuto in Italia perché volevo fare un'esperienza di cultura diversa e sapevo che a Torino avrei trovato un team di valore. L'avevo vista in alcuni filmati e domenica dal vivo ho riscontrato dei miglioramenti dal punto di vista della velocità e della fisicità. Il rugby in Inghilterra è più strutturato in Italia si calcia di più e si lascia più spazio allo spirito libero. Qui al Cus sono stato accolto molto bene dai compagni. Dopo due settimane non vedo l'ora di giocare e spero di andare in campo a Parma".

 

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