Toro, 48 ore di tempo per Guberti
Categoria: Calciomercato Pubblicato Domenica, 02 Maggio 2010 20:37 Scritto da Tuttosport
TORINO, 6 luglio - Se volere è potere, il Torino avrà due giorni per dimostrarlo. Quarantotto ore per chiudere con un felice epilogo la trattativa per Stefano Guberti, in assoluto la prima scelta tra gli esterni offensivi da mettere a disposizione del tecnico Giampiero Ventura. Il calcio dell’allenatore genovese necessita sulle fasce di specialisti: i due esterni alti debbono essere attaccanti che sanno anche difendere, non centrocampisti adattati al ruolo. E’ questa la sostanziale differenza che intercorre tra il 4-2-4 venturiano e il 4-4-2 classico. Guberti si staglia sulle alternative prese in esame dal Torino
per qualità tecniche e attitudine al compito richiesto: gli attaccanti esterni di Ventura debbono saper segnare con la stessa facilità con cui possono assistere le due punte centrali, dopodiché fare gol non è mai semplice, in nessuna categoria. La storia calcistica di Guberti racconta che il ragazzo ha saputo realizzare 9 reti in pochi mesi al Bari, in B, e poi 7 gol nell’anno e mezzo vissuto alla Sampdoria, in serie A. Confermandosi su questi livelli, non v’è dubbio che Guberti sarebbe un fondamentale rinforzo nell’ottica di allestire una squadra in grado di disputare un campionato d’avanguardia e poi, dopo la promozione, di confermarsi per almeno sei-sette undicesimi nella stagione successiva in serie A.
IL NUOVO CREDO DEL PATRON - Se volere è potere, il presidente Cairo potrà dimostrarlo già in questa settimana, chiudendo alcune importanti trattative. Al Toro mancano ancora cinque o sei titolari, e gli innesti dovranno essere di qualità: per la quantità, per l’organico da completare, poi ci sarà ancora tempo sino alla fine di agosto. Ma quelle saranno operazioni di complemento: per il terzino destro, per i due ruoli in mediana e per almeno due esterni offensivi Ventura dovrà avere altrettanti specialisti, non elementi universali. E già entro domani Cairo potrà dissipare molti dubbi che già cominciano ad aleggiare sul Torino. Un Torino che ieri ha perso Meggiorini (oggi l’attaccante firmerà per il Novara, tutti danno l’affare per fatto) senza batter ciglio. Perché - questo è il ragionamento «noi in attacco abbiamo Antenucci, Bianchi, Ebaguae Sgrigna, non siamo mica malmessi». Vero, però per Bianchi si attende solo l’offerta giusta (lo scambio con il Napoli per Mannini è ancora in fase embrionale: tutti sono interessati a completare le tessere del mosaico, ma l’operazione richiederà tempi medio-lunghi) e Meggiorini era ormai vicinissimo, salvo poi preferire il Novara in virtù della serie A. E qui Cairo si accalora: «Il punto da chiarire è uno solo. Che un giocatore non voglia giocare in B, nel Torino come da qualsiasi altra parte, è pienamente legittimo e persin comprensibile, se ha offerte e possibilità in A. Quello che non accetto è che un calciatore mi dica: scendo in B, quindi devo guadagnare di più del contratto che ho in A. Chi viene al Toro dev’essere animato da altri stimoli: deve venire con ben altre motivazioni, sennò meglio che si accasi altrove. Deve avere la voglia di vincere, perché vincendo riceverebbe i guadagni adeguati, più un premio promozione e infine un contratto da serie A. Nel calcio non funziona l’equazione più paghi, più vinci».
IL NUOVO CREDO DEL PATRON - Se volere è potere, il presidente Cairo potrà dimostrarlo già in questa settimana, chiudendo alcune importanti trattative. Al Toro mancano ancora cinque o sei titolari, e gli innesti dovranno essere di qualità: per la quantità, per l’organico da completare, poi ci sarà ancora tempo sino alla fine di agosto. Ma quelle saranno operazioni di complemento: per il terzino destro, per i due ruoli in mediana e per almeno due esterni offensivi Ventura dovrà avere altrettanti specialisti, non elementi universali. E già entro domani Cairo potrà dissipare molti dubbi che già cominciano ad aleggiare sul Torino. Un Torino che ieri ha perso Meggiorini (oggi l’attaccante firmerà per il Novara, tutti danno l’affare per fatto) senza batter ciglio. Perché - questo è il ragionamento «noi in attacco abbiamo Antenucci, Bianchi, Ebaguae Sgrigna, non siamo mica malmessi». Vero, però per Bianchi si attende solo l’offerta giusta (lo scambio con il Napoli per Mannini è ancora in fase embrionale: tutti sono interessati a completare le tessere del mosaico, ma l’operazione richiederà tempi medio-lunghi) e Meggiorini era ormai vicinissimo, salvo poi preferire il Novara in virtù della serie A. E qui Cairo si accalora: «Il punto da chiarire è uno solo. Che un giocatore non voglia giocare in B, nel Torino come da qualsiasi altra parte, è pienamente legittimo e persin comprensibile, se ha offerte e possibilità in A. Quello che non accetto è che un calciatore mi dica: scendo in B, quindi devo guadagnare di più del contratto che ho in A. Chi viene al Toro dev’essere animato da altri stimoli: deve venire con ben altre motivazioni, sennò meglio che si accasi altrove. Deve avere la voglia di vincere, perché vincendo riceverebbe i guadagni adeguati, più un premio promozione e infine un contratto da serie A. Nel calcio non funziona l’equazione più paghi, più vinci».
VIETATO PERDERE TEMPO - Discorso condivisibile, del resto Cairo lo ha provato sulla sua pelle. Dopodiché per ingaggiare uno come Guberti il Torino dovrà farlo sentire importante. L’esterno arriverebbe solo in prestito con diritto di riscatto, il club granata non dovrebbe adesso accollarsi il peso di un contratto pluriennale. I vertici granata debbono in sostanza capire quanto possa essere determinante l’innesto di Guberti (e di gente come lui) in chiave promozione: è questo l’unico aspetto che può fare la differenza, adesso. Domani Cairo e Petrachi incontreranno il management di Guberti. Tra ingaggio, premi e bonus, carta alla mano, il Torino dovrà formulare la sua ultima offerta: inutile continuare a perdere tempo al telefono, abbozzando intese provvisorie e mai definite, figurarsi se definitive. La B per Guberti può anche non essere un problema, lavorando con un tecnico come Ventura, dopodiché accettando le lusinghe del Torino il giocatore si rimetterebbe in discussione a fronte solo di un prestito. Di stimoli a fare bene, al di là dello stipendio, ne avrebbe tantissimi: dalla Roma, infatti, non ha preteso l’allungamento del contratto, vuol di nuovo dimostrare quanto vale. Al Toro o altrove (la concorrenza non manca), lo si scoprirà presto. E a quel punto ciascuno potrà serenamente fare le proprie deduzioni: i fatti non sono opinioni.