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Toro, 48 ore di tempo per Guberti

TORINO, 6 luglio - Se volere è potere, il Torino avrà due giorni per dimostrarlo. Quarantotto ore per chiudere con un felice epilogo la trattativa per Stefano Guberti, in assoluto la prima scelta tra gli esterni offensivi da mettere a disposizione del tecnico Giampiero Ventura. Il calcio dell’al­lenatore genovese necessita sulle fasce di specia­listi: i due esterni alti debbono essere attaccan­ti che sanno anche difendere, non centrocampi­sti adattati al ruolo. E’ questa la sostanziale dif­ferenza che intercorre tra il 4-2-4 venturiano e il 4-4-2 classico. Guberti si staglia sulle alterna­tive prese in esame dal Torino
per qualità tecni­che e attitudine al compito richiesto: gli attac­canti esterni di Ventura debbono saper segnare con la stessa facilità con cui possono assistere le due punte centrali, dopodiché fare gol non è mai semplice, in nessuna categoria. La storia calci­stica di Guberti racconta che il ragazzo ha sapu­to realizzare 9 reti in pochi mesi al Bari, in B, e poi 7 gol nell’anno e mezzo vissuto alla Samp­doria, in serie A. Confermandosi su questi livel­li, non v’è dubbio che Guberti sarebbe un fonda­mentale rinforzo nell’ottica di allestire una squadra in grado di disputare un campionato d’avanguardia e poi, dopo la promozione, di con­fermarsi per almeno sei-sette undicesimi nella stagione successiva in serie A.

IL NUOVO CREDO DEL PATRON - Se volere è potere, il presidente Cairo potrà dimostrarlo già in questa settimana, chiudendo alcune im­portanti trattative. Al Toro mancano ancora cin­que o sei titolari, e gli innesti dovranno essere di qualità: per la quantità, per l’organico da com­pletare, poi ci sarà ancora tempo sino alla fine di agosto. Ma quelle saranno operazioni di com­plemento: per il terzino destro, per i due ruoli in mediana e per almeno due esterni offensivi Ven­tura dovrà avere altrettanti specialisti, non ele­menti universali. E già entro domani Cairo po­trà dissipare molti dubbi che già cominciano ad aleggiare sul Torino. Un Torino che ieri ha per­so Meggiorini (oggi l’attaccante firmerà per il Novara, tutti danno l’affare per fatto) senza bat­ter ciglio. Perché - questo è il ragionamento ­«noi in attacco abbiamo Antenucci, Bianchi, Ebaguae Sgrigna, non siamo mica malmessi». Vero, però per Bianchi si attende solo l’offerta giusta (lo scambio con il Napoli per Mannini è ancora in fase embrionale: tutti sono interessa­ti a completare le tessere del mosaico, ma l’ope­razione richiederà tempi medio-lunghi) e Meg­giorini era ormai vicinissimo, salvo poi preferi­re il Novara in virtù della serie A. E qui Cairo si accalora: «Il punto da chiarire è uno solo. Che un giocatore non voglia giocare in B, nel Torino co­me da qualsiasi altra parte, è pienamente legit­timo e persin comprensibile, se ha offerte e pos­sibilità in A. Quello che non accetto è che un cal­ciatore mi dica: scendo in B, quindi devo guada­gnare di più del contratto che ho in A. Chi vie­ne al Toro dev’essere animato da altri stimoli: deve venire con ben altre motivazioni, sennò meglio che si accasi altrove. Deve avere la voglia di vincere, perché vincendo riceverebbe i guada­gni adeguati, più un premio promozione e infi­ne un contratto da serie A. Nel calcio non fun­ziona l’equazione più paghi, più vinci».

VIETATO PERDERE TEMPO - Discorso con­divisibile, del resto Cairo lo ha provato sulla sua pelle. Dopodiché per ingaggiare uno come Gu­berti il Torino dovrà farlo sentire importante. L’esterno arriverebbe solo in prestito con diritto di riscatto, il club granata non dovrebbe adesso accollarsi il peso di un contratto pluriennale. I vertici granata debbono in sostanza capire quanto possa essere determinante l’innesto di Guberti (e di gente come lui) in chiave promo­zione: è questo l’unico aspetto che può fare la dif­ferenza, adesso. Domani Cairo e Petrachi in­contreranno il management di Guberti. Tra in­gaggio, premi e bonus, carta alla mano, il Tori­no dovrà formulare la sua ultima offerta: inuti­le continuare a perdere tempo al telefono, abboz­zando intese provvisorie e mai definite, figurarsi se definitive. La B per Guberti può anche non es­sere un problema, lavorando con un tecnico co­me Ventura, dopodiché accettando le lusinghe del Torino il giocatore si rimetterebbe in discus­sione a fronte solo di un prestito. Di stimoli a fa­re bene, al di là dello stipendio, ne avrebbe tan­tissimi: dalla Roma, infatti, non ha preteso l’al­lungamento del contratto, vuol di nuovo dimo­strare quanto vale. Al Toro o altrove (la concor­renza non manca), lo si scoprirà presto. E a quel punto ciascuno potrà serenamente fare le pro­prie deduzioni: i fatti non sono opinioni.

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