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Morata ci è pero rimasto male

Stampa spagnola 5TORINO 14 mag (Però Torino) - La stampa spagnola si è scatenata dopo l'eliminazione del Real Madrid ad opera della Juventus nella semifinale di Champions League. Il leiv motiv è stato praticamente unico: i bianconeri volano in finale a Berlino praticamente senza leggende. Ma sono una squadra vera. I Blancos putroppo no.


Il Bernabeu, la "fabrica de los sueños", la fabbrica dei sogni, in una notte è diventata la casa degli incubi. Peraltro, ad essere onesti, annunciati alla vigilia. Lo stadio madrileno va rispettato da chiunque, ma se uno ha il coraggio può pure uscirne indenne, proprio come ha fatto la Juve, che non ha pensato solo a difendersi. Se lo avesse fatto, sarebbe stata sconfitta in partenza.Stampa spagnola 2
"Moratazo", è il titolo emblematico di Marca, diffuso via telematica a pochi minuti dalla fine della semifinale di Champions League che ha visto la Juventus eliminare il Real Madrid e qualificarsi così per la finale di Berlino (6 giugno) contro il Barcellona. La locuzione è la contrazione tra il nome dell'autore del gol, Alvaro Morata, e la desinenza per indicare un insuccesso, un disastro totale. Nell'edizione cartacea, il principale quotidiano sportivo spagnolo ha poi così titolato la copertina: "Il fiasco del secolo".
Un madrileno e madridista ha impedito ai bianchi di continuare a lottare per l'undicesima Coppa dei Campioni e, nel contempo, di sfidare il Barcellona nella finale di Berlino che nella Penisola iberica avrebbe avuto un'eco mediatica formidabile: è il tema battuto anche da As.
La stampa spagnola, consapevole dell'occasione perduta, lo sottolinea in tutte le salse: il gol dell'andata e quello del ritorno di Alvaro Morata sono stati decisivi per le sorti, a favore della Juventus, della semifinale di Champions League. "Mamma mia!", sceglie il Mundo Deportivo, mentre Sport è un pochino più soft: "Peccato, non ci sarà il Clásico a Berlino".
Se a Madrid sono arrabbiati con Ancelotti, hanno ragione. Il Real è parsa una squadra spezzata in tre parti dove non c'era una sola idea di gioco normale.
I fischi piovuti al suo indirizzo al Bernabeu al momento della sostituzione hanno ferito l'uomo qualificazione, che pure non aveva esultato dopo avere trafitto Casillas, così come all'andata. "Ho fatto soltanto il mio lavoro, difficile accettarli", ha raccontato l'attaccante della Juventus giunto in Piemonte dal Real Madrid.
"Sono molto contento per la partita – ha aggiunto -. Ringrazio i tifosi bianconeri che erano allo stadio. Daremo tutto per vincere la finale, sarà difficile ma giocando tutti insieme possiamo farlo. Ho cantato anche io nello spogliatoio, sono passati dodici anni senza l'approdo in finale, possiamo continuare sognando e lottando".

Juve, ora può succedere di tutto

Massimiliano Allegri può solo applaudire la sua Juventus per la splendida impresa madrilena: "L'avevo detto ai ragazzi che ci voleva coraggio. Nel primo tempo abbiamo sofferto sulla parte destra, nella seconda parte abbiamo fatto meglio: ai ragazzi c'è solo da fare dei complimenti, anche per il calcio italiano è importante che una squadra italiana faccia una finale di Champions. Bisognava giocare per forza, a livello di ritmo potevamo avere dei vantaggi noi, così è stato anche se loro hanno avuto delle occasioni per fare gol. Noi abbiamo avuto 2-3 occasioni limpide, anche in campo aperto, alla squadra non c'è niente da dire per quanto fatto stasera e tutto l'anno".
Ora c'è il Barcellona stellare: "Che sia quasi impossibile giocarci contro mi pare chiaro, ma in una partita secca può succedere di tutto. Loro hanno giocatori davanti stratosferici, siamo consci delle nostre possibilità e dobbiamo andare a Berlino convinti di portare a casa questa coppa".

Mario Bocchio

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