Autopsia su neonato morto in alta quota: si tratta di Sids, l'altezza non c'entra nulla
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- Pubblicato Lunedì, 19 Agosto 2013 19:32
- Scritto da Marco Scabbia
TORINO 19 Ago (Però Torino) - Si torna a parlare della tragica morte di un neonato di appena otto mesi avvenuta la settimana scorsa a quota tremila metri. Dall'autopsia svolta stamane dal dottor, Roberto Testi, sul povero corpicino, pare che si tratti di una 'morte in culla', tragica e improvvisa, che nulla avrebbe a che vedere con l'alta quota in montagna dove il neonato si trovava in vacanza con i genitori.
Come molti ricordaranno il bambino era deceduto all'ospedale Regina Margherita di Torino all'alba di ferragosto dopo che i genitori, in sosta presso un rifugio della Valle d'Aosta a 3000 metri di quota, durante la notte si erano accorti delle sue condizioni disperate. L'autopsia, disposta dal pm Andrea Palladino, si era dimostrata necessaria per verificare le cause della morte. Dunque, non ci sarebbe stata alcuna imprudenza, ma si sarebbe trattato di una 'morte in culla', in gergo Sisd, sindrome dell'improvvisa morte neonatale, cioè quando il neonato, improvvisamente e senza apparente motivo, smette di respirare durante il sonno.
E' possibile allora difendersi o almeno prevenire tali morti improvvise? Secondo Alessandro Vigo, pediatra presso la clinica universitaria di Torino e responsabile dell'osservatorio regionale sulla Sids (sindrome da morte in culla del neonato), è necessario far dormire i neonati sempre sulla schiena, su un materasso rigido, senza cuscino né paracolpi e senza fessure tra il lettino e il materasso. ''Si tratta - sostiene Vigo, che alla morte del bambino aveva ventilato l'ipotesi che potesse trattarsi di una 'morte in culla', sostenendo che l'altitudine non avesse invece alcuna correlazione col decesso - di piccoli accorgimenti che possono prevenire almeno parte degli eventi, che restano in gran parte imprevedibili''.
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