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Torino, la Finanza chiude 13 parrucchieri cinesi

listinotaglipiegheTORINO 12 giu (Però Torino) - Chiusi 13 negozi di parrucchiere gestiti da cittadini cinesi per violazioni alle norme igienico sanitarie e rilevate numerose infrazioni tributarie, amministrative e penali.

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E' il risultato di una un'articolata operazione della Guardia di Finanza di Torino, volta a tutela
della salute pubblica e a contrasto dell'abusivismo commerciale, che ha consentito di far emergere
l'inosservanza degli obblighi e delle garanzie igienico-sanitarie previste dalla legge per gli
acconciatori.

Le norme in vigore prevedono infatti che coloro che intendano esercitare l'attività di parrucchiere,
nell'ipotesi in cui non siano in possesso di adeguato titolo di qualificazione professionale,
conseguito a seguito di apposito corso, devono avvalersi della figura di un cosiddetto direttore
tecnico, che deve obbligatoriamente presenziare all'interno dei locali ove si svolge l'attività per
garantire l'osservanza delle necessarie prescrizioni professionali ed igienico-sanitarie.
Le Fiamme Gialle hanno complessivamente eseguito in tutta la città più di trenta controlli nei
confronti di acconciatori di origine cinese, a seguito dei quali 13 parrucchieri, che non avevano
alcun titolo di qualificazione professionale e che si avvalevano fittiziamente della figura di un
direttore tecnico, sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per il reato di falso ideologico in atto
pubblico continuato ed in concorso.

Più precisamente, i finanzieri hanno potuto accertare che i soggetti denunziati, essendo ben
consapevoli delle prescrizioni di legge, avevano ritenuto di poterle aggirare avvalendosi di figure
professionali sostanzialmente fittizie posto che non erano mai presenti nei saloni di acconciatura
oppure erano prive dei necessari requisiti di legge.

I parrucchieri denunciati erano assistiti da uno studio di consulenza di Torino, che attraverso
compiacenti prestanome garantiva la richiesta "copertura" tecnica, beneficiando dei cospicui ed
illeciti guadagni che servivano a retribuire anche i "direttori tecnici" fasulli.

Ovviamente anche quest'ultimi ed i titolari dello studio, in totale 15 persone tra cui 13 italiani, una
romena e un cinese, sono state denunciate all'Autorità Giudiziaria per concorso nel reato di falso in
atto pubblico.

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