Comune di Torino, appalti agli 'amichetti' senza bando di gara
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- Categoria: Cronaca
- Pubblicato Venerdì, 20 Settembre 2013 09:27
- Scritto da Redazione Però

TORINO 20 set (Però Torino) - Anche se oggi il sindaco Piero Fassino tuona che senza soldi dell'Imu non potrà pagare gli stipendi ai dipendenti comunali, prosegue l'indagine sugli appalti "ai soliti noti" della procura di Torino.
Un'inchiesta nata dalla diffusione del Cd con tutti gli affidamenti, che in verità svela ciò che già tutti dicevano e molti sapevano: si rimaneva artificiosamente sotto la soglia dei 20mila euro per non dover bandire gare e poter dare i lavori ad amici, amici degli amici e compagnia cantante.
Questa almeno l'ipotesi – corroborata dai documenti – che la Procura sta mettendo in piedi e che ora trova conferme pure all'interno del Comune.
I dirigenti, secondo i magistrati, indicavano agli enti e alle società controllate da Palazzo civico a chi affidare le forniture in una sorta di "triangolazione", prendendosi libertà che non erano di loro spettanza. Forniture fatte spezzettando i lavori per non superare mai la soglia oltre la quale scatta la gara di appalto pubblica.
Nomi di imprese ricorrenti, sempre le solite, alcune intestate a fiduciarie, con un mascheramento tale da non permettere controlli. Tutto senza gara, con la sola firma del dirigente responsabile della procedura. Così anche la relazione della Commissione controllo di gestione ,ora parla di "triangolazioni", "frazionamenti artificiosi", "mascheramenti societari". Ma dov'era la Commissione controllo di gestione – lautamente remunerata, va detto – prima che il Cd venisse divulgato e prima che i Pm mettessero a fuoco la questione?
Ora si parla apertamente di "sistema Martina", rifacendosi al nome della potente direttrice del settore comunicazione Anna Martina, finita nella bufera l'autunno scorso, dopo la pubblicazione del "cd bomba" contenente i 6.672 affidamenti diretti fatti dalla città dal 2006 al 2012. Tabulati da cui si è scoperto che aveva assegnato tra il 2008 e il 2009 alcune forniture per la masterizzazione di migliaia di dvd promozionali alla Punto Rec, società di cui era socio il figlio. Forniture che l'hanno portata alle dimissioni e a un'indagine della procura, coordinata dal pm Stefano Demontis, per abuso d'ufficio.
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