"Siccome la nostra priorità è quella di aprire le porte a chi decide di insediarsi in Piemonte e portare lavoro - spiega Cota - stiamo cercando di dare il massimo della disponibilità a Ikea. Nel rispetto assoluto della legge, però" ha sottolineato il governatore per far capire come la sua azione non sia in contrasto con quella di Saitta che, da presidente della Provincia aveva bloccato, norme alla mano, l'ipotesi La Loggia".
Naturalmente, in questi casi, nessuno si preoccupa mai di calcolare quanti piccoli e medi mobilifici chiuderanno o saranno costretti a ridurre gli organici. A meno che i torinesi, improvvisamente, non raddoppino i loro acquisti di comò, poltrone e librerie. Ma insomma. si capisce: un investimento del genere non può essere preso sottogamba.
"A noi l'investimento di Ikea in Piemonte interessa per molti motivi" continua Cota, che ieri è stato ringraziato pubblicamente in un intervista sul Sole 24 Ore dal ceo dell'azienda Mikael Ohlsson per l'impegno che sta mettendo nel cercare di risolvere la vicenda. "Prima di tutto - continua il presidente - oltre alla creazione del nuovo centro di vendita a Torino Sud ci hanno annunciato che nei prossimi cinque o dieci anni vogliono crearne un terzo, stavolta nel Piemonte Orientale". Cioè tra Novara e Vercelli, terre molto vicine al cuore del governatore. "Poi - aggiunge Cota - non si deve dimenticare che Ikea è un'impresa molto particolare che sul nostro territorio porta lavoro sia direttamente che indirettamente: infatti molte commesse vengano affidate a imprese locali". L'esempio, ma non è l'unico, è il contratto stipulato qualche tempo fa con una azienda biellese che produce cassetti per Ikea e che così ha già raggiunto i 250 dipendenti.
L'investimento di Ikea a La Loggia saltò perché dopo che l'amministrazione del paese della prima cintura torinese aveva già dato il suo sì, la Provincia bocciò l'operazione: se deve essere costruito un nuovo centro vendite - spiegò il presidente Antonio Saitta - lo si faccia su aree industriali dismesse o comunque su superfici non compromesse. Non come vuole fare Ikea su terreni agricoli di elevato valore ambientale e che vanno tutelati". L'investimento di Ikea, che dopo le dichiarazioni di Saitta aveva minacciato di abbandonare ogni ipotesi di nuovi insediamenti, costerà circa 70 milioni e dovrebbe creare 250 nuovi posti di lavoro.










