TORINO 5 apr (Però Torino) - Diego Della Valle ha abbandonato, sbattendo la porta, il patto di sindacato di Rcs, editore del Corriere della Sera. E ha puntato il dito facendo nomi e cognomi: John Elkann, espressione dell'azionista Fiat, e Renato Pagliaro, espressione di Mediobanca.
Colpevoli, secondo lui, di aver indicato come nuovi componenti del patto nel cda dei nuovi consiglieri "indipendenti", ma in realtà soltanto vicini a loro. Mister Tod's, invece, voleva normalmente che i consiglieri fossero diretta espressione degli azionisti.
E ha deciso di restare proprietario delle sue azioni, ma lasciando il patto che controlla circa il 58% dell'intero capitale, cioè la stanza dei bottoni. In una lettera ha scritto: "Bisogna realisticamente prendere atto che nella composizione del patto RCS ci sono due anime: quella di azionisti che, come imprenditori, a casa loro, sono abituati a competere nei mercati cercando di ottenere sempre i risultati migliori per le loro aziende e quella di altri che vivono lontani dalla cultura dell’impresa e preferiscono ottiche di tipo corporativo di vecchia scuola, senza rendersi conto che il mondo del lavoro e dell’impresa va avanti nella direzione opposta". In fondo, la stoccata: "Sono convinto che il Corriere della Sera debba rimanere assolutamente indipendente e rispondere solo ai propri lettori e non a qualche azionista.
Se Elkann e Pagliaro hanno idee diverse, farebbero meglio a mettersi il cuore in pace e rendersi conto che i tempi sono cambiati". E non è tutto, perché in un'intervista al quotidiano la Repubblica l'imprenditore ha descritto testualmente Elkann e Pagliaro come "dilettanti allo sbaraglio, un ragazzino e un impiegato". Insomma, non proprio una bella figura per la Famiglia, che di fatto, è sempre bene ricordarlo, controlla sia il quotidiano La Stampa sia una buona parte del Corriere della Sera. A proposito, pensate che il giornale torinese si sia affannato per dare la s-gradita notizia? Figuriamoci. Mentre scriviamo (pomeriggio di giovedì), della notizia non c'è traccia nell'home page del sito e neppure nella sezione Economia. Sul sito corriere.it, in Economia, almeno hanno il buon gusto di parlarne, pur facendo attenzione a non calcare la mano...












