Torino: tornano le panchine in piazza Castello (forse)
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- Categoria: Società
- Pubblicato Giovedì, 04 Ottobre 2012 15:47
- Scritto da Adriano Lovera
PIAZZA CASTELLO, TUTTI IN PIEDI
Spostate per i festeggiamenti dell'Unità d'Italia, le panchine non sono più tornate. Il Comune dice che non si può. "Costa troppo a causa dei vandali". Poi però fa dietro-front. Che città è quella che vieta di sedersi nei luoghi storici?
di Adriano Lovera
TORINO 4 ott - Siamo tutti abituati ad arrivare in piazza e fermarci per qualche minuto. E lo stesso fanno i turisti. In piazza Vittorio e in piazza San Carlo si può. E l'effetto è davvero bello. Ma questo forse non sarà più possibile in un'altro luogo storico di Torino, piazza Castello. Bisognerà accontentarsi delle panchine "in disparte" di Piazzetta Reale.
Perché? Le sedute stanno dando vita a una piccola trama, non tanto condita di giallo, ma dei colori del grigio-pietra e del marrone-legno. Una storia che riguarda la politica, l 'urbanistica e il modo di stare in città. Ma andiamo con ordine. Nella primavera del 2010 il Comune aveva annunciato con soddisfazione la risistemazione del le panchine e delle fioriere nella zona di fronte a Palazzo Madama: una composizione cosiddetta a "ziggurat", formata da una grande fioriera centrale e dalle panchine disposte sui lati del quadrato. Quattro gruppi di questo tipo, che garantivano alla piazza una dotazione di trentadue panchine. Poi, però, bisognava fare spazio.
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LARGO AI 150 ANNI
Infatti era arrivato il tempo di organizzare le celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia e questo spazio è stato utilizzato per molti eventi seguiti da migliaia di persone. Meno di un anno dopo, si è deciso così di spostar le nell'attigua Piazzetta Reale, proprio di fronte a Palazzo Reale, così da non essere di intralcio né per le persone né per i mezzi che dovevano solcare i quasi 40mila mq di superficie su cui sfociano alcune vie storiche come via Po, via Roma e via Garibaldi.
Una postazione meno di passaggio, un po' chiusa dalle mezze cancellate di ferro e dalle catene. Finita la festa, però, ai torinesi sembrava naturale che tutto sarebbe tornato come prima. Invece la sorpresa: con una notizia comunicata un po' in sordina, l'assessore Ilda Curti, che ha la delega sull'arredo urbano, afferma il contrario. Come già deciso in passato per via Garibaldi o piazza Palazzo di Città, anche questa prestigiosa area resterà sguarnita.
Motivo ufficiale? Troppo vandalismo.
Il Comune non può star dietro all'impegno e soprattutto alla spesa che necessita la continua risistemazione dell'arredo, che viene sempre imbrattato se non proprio danneggiato dai vandali. Un problema, va detto, reale e che affrontano tutte le città. Ma che a molti è sembrata una scusa per risparmiare qualche soldino. E dunque?
Dai consiglieri dell'opposizione sono partite critiche e richieste di rettifica della decisione. Anche sul nostro sito abbiamo evidenziato la cosa, con l'appoggio di molti lettori che hanno commentato l'articolo. Tra i più attivi c'è stato il gruppo di Futuro e Libertà, che tramite il consigliere Federica Scanderebech aveva già presentato un'interpellanza all'inizio dell'estate. E in questi giorni ha preparato una mozione, insieme alla Lega Nord, che verrà discusso presto in Giunta, dove si chiede nuovamente di ripristinare la possibilità di sedersi.
LE FACCIAMO PAGARE?
Per qualche giorno, dopo la prima comunicazione in Commissione, si è fatta strada una nuova ipotesi un po' campata per aria, sostenuta da alcuni consiglieri: "Facciamo come all'estero mettendo dei baracchini che noleggiano sdraio e sedie a pagamento per i passanti. Così, se uno paga, sicuramente non è invogliato a commettere atti di vandalismo".
Una soluzione effettivamente usata in alcuni luoghi, come Londra o Parigi, ma che è idonea soprattutto per i grandi parchi. E sulla questione si è acceso anche un piccolo dibattito in città (vedi intervista all'esperto nelle pagine seguenti).
Perché non si tratta solo di panchine, ma di ragionare su quale tipo di fruibilità si vuole dare alla città. Concedere una sosta di alcuni minuti, per esempio, è fondamentale per turisti. Oppure, altrove, dove non ci sono le panchine c'è però abbondanza di dehors da parte di bar e ristoranti, in questo caso assenti. E quali materiali usare?
RETROMARCIA: LE METTIAMO
Sarà per le proteste dei cittadini e per tutte le altre considerazioni, ma il Comune sembra aver cambiato idea. "Intanto" fanno sapere dalla Giunta, "l'idea di una soluzione a pagamento è stata scartata. Per quanto riguarda le panchine, non possiamo dare certezza sui tempi e sulle scelte" fanno sapere dalla Giunta, "ma adesso le ipotesi in campo sono principalmente due. O riportare la situazione com'era prima. Oppure cambiare tipo di arredo, anche perché quello esistente è già rovinato. Stiamo valutando le panchine in pietra, che sono più costose ma offrono maggior resistenza nel tempo".
Bene, sempre se alle parole seguiranno i fatti. Certo, siamo in un periodo in cui le casse comunali piangono. Ma si parla probabilmente di alcune decine di migliaia di euro di spesa, cioè uno sforzo che un Comune come Torino dovrebbe poter affrontare. Anche perché altrove lo stanno facendo.
INTANTO A MILANO...
Nel capoluogo lombardo, dove governa l'amministrazione "amica" di centrosinistra, guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, da poco hanno invertito la rotta inaugurata diversi anni fa da Gabriele Albertini che voleva la città priva di posti in cui sedersi. Il Comune ha provveduto a impiantare nuove sedute in pietra in alcuni luoghi di grande passaggio come corso Vittorio Emanuele, piazza della Repubblica e in piazza Beccaria. Hanno scelto proprio le panchine di pietra. Ecco una volta tanto copiare sarebbe la cosa migliore.
(Questo articolo è apparso sul numero di Però di settembre - clicca qui per leggere la rivista online)
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