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Artigianato tartassato Stampa
Scritto da Luigi Arnedus   
Sabato 21 Luglio 2007 09:47

Confartigianato Piemonte lancia l’allarme: “La riforma Visco è una vera e propria iattura”, secondo il presidente Giuliano.  

“La pressione fiscale per gli artigiani aumenterà almeno del 20%”, aggiunge il direttore Berno

  “Se permette la prima domanda vorrei farla io: come si possono creare le condizioni per uno sviluppo stabile e duraturo, se anziché alleggerire si continua ad aumentare la pressione fiscale su cittadini e imprese?”Parla Mario Giuliano, presidente di Confartigianato Piemonte. L’ho incontrato nella bella sede dell’associazione che presiede da circa due anni, in  via Andrea Doria 15, nel cuore di Torino. Mi riceve col segretario della confederazione, Silvano Berna. Prima che possa domandare qualcosa, mi rivolge lui l’interrogativo appena riferito. Mi difendo con un’alzata di spalle e aggiungo: presidente, credo che i nostri lettori siano interessati, più che alle mie, alle sue risposte ed allora tengo buona la sua domanda e le chiedo di dirci: come si fanno a creare le premesse per lo sviluppo?“Si fa come ha suggerito il governatore di Banca Italia, Draghi. Bisogna ridurre la spesa pubblica per realizzare investimenti e offrire sostegni reali a favore di imprese e famiglie, non certo aumentando le tasse in un clima di continua confusione e litigi di un governo molto in ritardo nell’attuare il suo programma. E questo appare ancora più preoccupante e colpevole proprio perché, come documentato anche  dal nostro ufficio studi con l’ultima trimestrale sulla congiuntura delle imprese artigiane, non ci sono che timidi segnali di una possibile  ripresa. Produzione totale e nuovi ordini si presentano per gli artigiani, ancora con un saldo negativo ma meno che in precedenza. Resta il fatto che  in mancanza di chiare scelte governative, l’incertezza regna sovrana ed infatti risulta in calo il numero degli artigiani che pensa di effettuare nuovi investimenti. Il risultato è che le imprese artigiane continuano a nutrire dubbi sulle possibilità di agganciare la ripresa, almeno nel breve periodo anche se il pessimismo cala. Ma intanto i nostri concorrenti europei la ripresa l’hanno già agganciata e  crescono ben più di noi”.Incalza il segretario Silvano Berna con alcuni  dati a sostegno.“Pensi tra il 2000 e il 2006, a fronte di un’inflazione del 12,3%, la pressione fiscale è cresciuta del 55%. Secondo i dati Istat, nel 2006 le tasse che gli italiani hanno pagato  sono state del 42,3% del PIL, cioè di tutto quanto prodotto dal Paese. Sono dati che rendono difficile sperare in un’inversione di tendenza e, per gli artigiani, ora si annuncia una vera nuova calamità: i nuovi indici relativi agli studi di settore”.A sentir citare il nuovo argomento Giuliano aggiunge: “Gli studi di settore dell’amministrazione delle finanze  prevedono anche per la categoria degli artigiani un aumento della pressione fiscale, valutato dall’amministrazione stessa, intorno al 20%, vale a dire che se l’artigiano quest’anno ha pagato 100, l’anno prossimo con i nuovi studi di settore pagherà 120, una vera e propria iattura che renderà ancora più difficile investimenti e sviluppo per le imprese. Si tratta di aggravi di costo che abbassano ulteriormente il livello di competitività delle aziende ma che finiscono per colpire  anche i consumi delle famiglie”.Un altro dei problemi storici delle imprese artigiane è costituito dal credito,cioè della difficoltà dell’accesso al finanziamento delle banche e dai costi eccessivi. Qual è la situazione attuale per i vostri associati?“Quello del credito – risponde il segretario generale Berna – è sempre un capitolo doloroso per le imprese artigiane, che in Piemonte sono 135mila con 360mila dipendenti. E cito questi dati per sottolineare l’importanza del nostro settore che, in Piemonte, realizza  l’11% del prodotto lordo totale e che da una  maggiore facilità di accesso al credito  potrebbe far scaturire  un  impulso ancora più significativo  per la crescita economica nel suo complesso.Le prospettive lasciano intravedere  ulteriori complicazioni con le nuove regole di Basilea 2, destinate a determinare un ulteriore aumento dei tassi e quindi una maggiore restrizione del credito. Per contrastare questi effetti, Confartigianato ha potenziato il suo Confidi, che è il consorzio che garantisce nei confronti delle banche  i prestiti agli  artigiani, e lo ha reso più conveniente raggruppando sei Confidi  in una sola struttura. L’anno scorso il nostro Confidi regionale ha raggiunto la quota di 165 milioni di euro di affidamenti, a favore di oltre 20.000 artigiani,un ottimo risultato che promette di migliorare ancora per sostenere l’attività e la crescita  delle imprese”.Un’ultima domanda per spiegare  come sono i rapporti con la Regione, che è il vostro naturale interlocutore.“C’è un dialogo e un confronto – spiega il presidente Giuliano – avviati subito dopo l’insediamento della giunta guidata da Mercedes Bresso. Ora si tratta di arrivare alle decisioni vere e proprie. Prima fra tutte il varo della nuova legge regionale quadro per l’artigianato, il provvedimento che deve disciplinare e quindi sostenere le attività della nostra categoria. L’altro grande capitolo riguarda la programmazione dei fondi della Comunità Europea disponibili per incentivare ed aiutare gli investimenti, per riqualificare le reti, per sostenere la qualità dei nostri prodotti che è alla base della capacità di competere con i nostri concorrenti, sempre più numerosi ed  agguerriti. Non c’è tempo da perdere”.

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