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Torino: ormail l'imprenditore è straniero Stampa
Scritto da Redazione Però   
Martedì 09 Agosto 2011 13:46

parrucchiere cina.JPGItaliani, sveglia! A Torino, ormai, sono gli immigrati ad aprire nuove imprese (soprattutto commerciali) mentre gli indigeni sembrano tirare un po' i remi un barca. Nella nostra città, infatti, sono oltre 20mila e 600 le imprese aperte da stranieri e - salvo la General Motors o l'ex Motorola - si tratta perlopiù di boite di piccole e medie dimensioni che gli immigrati stanno portando avanti con discreto successo. Le nostre aziende "straniere", tra l'altro, rappresentano addirittura 5,1% del totale nazionale, mentre com'è noto, la città di Torino rappresenta circa l'1,6 per cento dell'intera popolazione italiana.

In generale, a giugno di quest`anno si contano oltre 400mila imprenditori stranieri nel nostro Paese: questo significa che quasi un imprenditore su dieci è nato all`estero. Ma se il numero di stranieri continua a crescere (+5,7 per cento nell`ultimo anno), quello degli italiani cala (-1,4 per cento). Questi i risultati principali emersi da uno studio di Fondazione Leone Moressa che ha analizzato le dinamiche e la struttura dell`imprenditoria straniera facendo riferimento a riferimento agli ultimi dati disponibili di Infocamere. "A giugno 2011 - spiega la Fondazione - gli imprenditori stranieri sono aumentati del 5,7 per cento in un anno (di cui il 3 per cento solo nei primi sei mesi dell`anno) e del 38,6 per cento negli ultimi cinque anni. Accanto a tale dinamica ascendente si deve registrare, dall`altro canto, una flessione nel numero di imprenditori italiani, calati del -1,4 per cento nell`arco di un anno (-0,9 per cento solo nell`ultimo semestre) e del -6,6 per cento dal 2006". La presenza straniera all`interno dei settori di attività si fa maggiore nel commercio, nelle costruzioni e nella manifattura, dove, rispettivamente, sono attivi il 36 per cento, il 29,2 per cento e il 9,1 per cento del totale degli imprenditori. Ma è nelle costruzioni che il peso dell`imprenditoria etnica si fa più evidente: su dieci imprenditori del settore, quasi due sono stranieri (17,5 per cento). In quanto a dinamiche, nell`ultimo anno il numero di imprenditori nati all`estero è cresciuto in particolare nei settori dove la presenza degli imprenditori stranieri è ancora marginale: si tratta dei comparti del noleggio e supporto alle imprese (+10,4 per cento), della sanità e assistenza sociale (+9,5 per cento), delle attività professionali (+9,5 per cento), dell`alloggio e ristorazione (8,8 per cento) e nel comparto manifatturiero della meccanica (+7,8 per cento). Per quanto riguarda commercio e costruzioni la variazione annua si attesta, rispettivamente, al 6,1 per cento e al 5,4 per cento. Tra gli imprenditori stranieri le prime cinque nazionalità sono rappresentate da marocchini (13,6 per cento), rumeni (11,1 per cento), cinesi (10,8 per cento), albanesi (7,8 per cento), e svizzeri (5,3 per cento). La metà degli imprenditori stranieri sono concentrati in venti provincie, tra cui spiccano le grandi città: Roma che raccoglie l`8 per cento di tutti gli imprenditori stranieri (32.232), Milano con il 6,8 per cento (27.439), e per l'appunto Torino con il 5,1 per cento (20.652). Il peso degli stranieri sul totale degli imprenditori è maggiore a Prato, dove un imprenditore ogni quattro è straniero. Tra le file dagli imprenditori stranieri si conta una donna ogni quattro imprenditori, sebbene occorra fare dei distinguo per settore: in agricoltura le donne sono il 51,3 per cento di tutti gli imprenditori stranieri del comparto, il 35 per cento nella manifattura, il 26,3 per cento nel commercio, il 47,1 per cento nell`alloggio e ristorazione e il 35,9 per cento nel noleggio e supporto alle imprese.

 
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