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Matteo Monaco

Matteo Monaco

Suona-To

Venerdì, 04 Maggio 2012 16:37

La rivincita dei technici

Detroit: Movement Electronic Music Festival

Torino sembra possedere tutte le carte in regola per rappresentare una nuova ondata di techno. Chi pensa alla disco-dance di Tony Manero sbaglia, perché con techno si intende musica scura e intellettuale, suonata sulla spinta della protesta giovanile. Basta fare un salto allo sPAZIO 211, epicentro dell'arte “contro” nelle periferie di via Cigna, oppure rifugiarsi all'Astoria di via Berthollet , per tuffarsi in una risacca della storia vicina alla rabbia dei primi rave. Sulle note di 120 Days, Kap Bambino e (prossimamente) Neon Indian, la gioventù dei contratti a progetto sembra davvero aver riscoperto, tra i vinili dimenticati in soffitta, una lingua con cui esprimersi. Infatti non è una storia inedita: nato nella Detroit degli anni ’80, il fenomeno techno si configurò come un attacco simbolico, orchestrato dalle fasce più emarginate della popolazione nei confronti di un sistema economico ingiusto. Si trattò dell’urlo di una generazione disincantata, alle prese con una strumentazione musicale all’avanguardia e con un futuro sempre più incerto. In fondo, una generazione non dissimile da quella che sfoglia delle vicende automobilistiche sull’asse Torino-Detroit, sulle cronache di tutti i giornali. Stavolta però, l’ennesimo “matrimonio” celebrato tra le due città mette d’accordo tutti e rilancia l’immagine di Torino come polo culturale a due passi dal cuore dell’Europa. A volte la crisi assomiglia davvero ad un'opportunità.

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Torino capitale della musica sobria per il 2012, grazie a Bob Sinclar e a Setup Live? È la domanda che circola negli spazi riqualificati della città operaia, dai Murazzi a S. Salvario, dove  la rivoluzione non ha punito i vecchi padroni ma ha spalancato, con qualche anno di ritardo rispetto alle rivali Roma e Milano, le porte della vita notturna. “Tutto è cambiato”, direbbero gli Offlaga Disco Pax da Reggio Emilia: piazza Vittorio e i vicoli storici del Quadrilatero non servono nemmeno più da specchietto per le allodole per il turismo, quando ti permetti il lusso di ospitare contemporaneamente nei salotti cittadini un carnet di artisti del calibro di Zen Circus, Bologna Violenta, Shantel, perfino il maestro Morricone. 

Sembra quasi un Est post-sovietico, ben noto alle comunità romene di queste parti, in cui la brama di divertimento e il fascino delle ore piccole conquistano senza far prigionieri il vecchio popolo dei cartellini da timbrare e delle scrivanie comunali, sulla spinta da una proposta artistica e culturale di proporzioni inaudite. 

Evitando i commenti sulle derive edoniste della società globalizzata, c'è chi prova a cavalcare l'onda di una richiesta atavica, resa più attuale in una città che prova il salto verso un divertimento più maturo, da vera capitale. Il prossimo 24 aprile Bob Sinclair e la sua Disco Crash varcheranno la soglia del Palaisozaki, seguiti dall'orda di affezionati e di “presenzialisti” del sabato sera. La Set Up Live, organizzatrice dell'evento, si prepara come di consueto al tutto esaurito, mettendo in conto una grande affluenza di giovanissimi under 18.

Un attimo, questi ragazzi ce l'avranno il permesso per uscire? Detto, fatto: il dj francese inaugurerà per la Set Up la serie di eventi Nightlife, dedicata agli interdetti al drink, con tanto di bar bianco a tasso alcolemico zero e braccialetti di diverso colore per impedire le ubriacature al bar dei grandi. Così mamma e papà possono consegnare la paghetta a cuor leggero, sicuri di non finanziare gli stravizi, tanto chi si ricorda dello Smirnoff Nightlife Exchange Project? Ma sì, la serata internazionale promossa dalla famosa marca di vodka, oltre che dalla nostrana Set Up. Lì parlare di limitazioni avrebbe scatenato le risa, tra un brindisi e l'altro, e qui forse è ancora presto per farci chiamare capitale della musica.

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