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| Sabato 15 Ottobre 2011 01:01 |
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 22:00 |
Si è concluso il percorso che porta la Regione al finanziamento dei progetti integrati di sviluppo urbano di tutti i capoluoghi di provincia del Piemonte, strumenti concepiti per ridisegnare in modo organico e coordinato zone degradate per trasformarle in luoghi dove vivere e lavorare in un’ottica di futuro sostenibile. La misura, prevista dal Programma operativo regionale 2007/2013 e finanziata dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, ha una dotazione di 110 milioni di euro a fronte di interventi per circa 206 milioni.
“Un anno fa - ricorda il presidente della Regione, Roberto Cota - avevamo invitato i sindaci dei Comuni capoluogo a raccogliere le nostre sollecitazioni a presentare progetti di riqualificazione urbana per migliorare le loro città ed oggi stiamo lavorando in questa direzione”.
“A differenza della Giunta precedente, che aveva in tale senso un orientamento molto centralista dal punto di vista delle filosofie progettuali - aggiunge Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico - avevamo impostato lo strumento dei progetti integrati di sviluppo in maniera che le amministrazioni comunali potessero essere lasciate libere di impostare la politica di riqualificazione delle loro città in piena autonomia. Gli interventi presentati in questi dodici mesi, un successo anche questo breve lasso di tempo nel definire progetti di tale portata, riguardano ambiti urbani degradati ben definiti. Ciò ha permesso di essere concentrati su aree contigue e omogenee e avere tempi di cantierabilità e di realizzazione molto contenuti”.
I progetti sono così denominati: ad Alessandria “Da Borgo Rovereto al Borgo Cittadella. Progetti ed azioni per avvicinare le diverse culture e qualificare gli spazi della città”, ad Asti “Asti Ovest”, a Biella “Rivitalizzazione economica e qualificazione urbana tra il Piano e il Piazzo”, a Cuneo “Le tre dimensioni del cuneo”, a Novara “Polo di innovazione tecnologica e riqualificazione urbana”, a Torino “Madonna di Campagna, a Vercelli “Ex ospedale S.Andrea”, a Verbania “Verbania 2015 - Piano per una nuova centralità urbana”. Comprendono una serie di interventi per il recupero urbanistico di aree degradate, la riqualificazione di spazi pubblici, l’offerta di servizi urbani di utilità collettiva accessibili soprattutto per anziani e portatori di handicap, il miglioramento di spazi per uso collettivo e di aree verdi, la predisposizione di spazi e infrastrutture per la localizzazione di pmi e microimprese, le agevolazioni per l’insediamento e la rivitalizzazione di attività economiche, Inoltre, azioni di accompagnamento per le fasce deboli della collettività, secondo una logica inclusiva e funzionali a soddisfare bisogni specifici delle persone, ed azioni di supporto alla partecipazione della popolazione con strumenti di progettazione partecipata allo scopo di rinsaldare il rapporto con il territorio favorire l’integrazione e la coesione sociale.
I dossier di candidatura sono stati esaminati da un nucleo di valutazione appositamente costituito e sono approvati e contestualmente ammessi a finanziamento dalla direzione Attività produttive.
I Comuni beneficiari devono presentare i progetti definitivi degli interventi finanziati, impegnandosi a realizzarli entro il 2014 e garantendo la quota di cofinanziamento necessario alla piena attuazione.
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 19:00 |
L’assessore regionale alla Cultura, Michele Coppola, è intervenuto il 15 ottobre presso il Teatro Vittoria di Torino all’apertura delle giornate professionali della danza. Foto
Alla manifestazione, che prosegue anche il 15 ottobre con il titolo “Per una piattaforma della danza in Italia: ipotesi e modelli a confronto”, partecipano oltre 70 operatori, provenienti da Italia, Russia, Israele, Polonia, Belgio, Francia, Spagna, Macedonia, Albania, Gran Bretagna, Portogallo, Irlanda, Australia, Germania, Repubblica Ceca, Scozia, Svizzera e Canada.
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 15:00 |
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 15:00 |
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 13:00 |
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 13:00 |
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| Venerdì 14 Ottobre 2011 11:00 |
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| Giovedì 13 Ottobre 2011 23:00 |
L’aumento del numero di posti disponibili sui treni della linea Torino-Milano, che da dicembre salgono a 1.400, l’aggiunta di tre nuovi convogli sono uno dei punti principali dell’accordo “Alleanza per la qualità del trasporto ferroviario” tra la Regione Piemonte e le Ferrovie dello Stato. Cambia anche l’aspetto dei treni con il restyling delle pareti e dei pavimenti delle carrozze e delle toilette, e viene creato uno scompartimento apposito per i disabili.
I contenuti dell’accordo sono stati presentati il 13 ottobre nella stazione di Torino Porta Nuova dal presidente della Regione, Roberto Cota, dall’assessore ai Trasporti, Barbara Bonino, e dagli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e Trenitalia, Vincenzo Soprano.
“Il nostro impegno per il miglioramento del servizio offerto ai piemontesi sta già fruttando i primi risultati - ha rilevato Cota - Infatti dalla primavera 2010 i dati delle indagini di customers satisfaction mostrano un innalzamento della qualità percepita dagli utenti del 35%, mentre la puntualità dei convogli è cresciuta del 26%. Numeri importanti, che però non sono sufficienti, ma anzi ci spronano a fare ancora di più: ed è per questo che abbiamo varato il nuovo accordo con Trenitalia”.
Accordo che si concretizzerà in due fasi distinte. La prima, dal dicembre 2011, prevede gli interventi sui convogli della linea Torino-Milano. “L’abbiamo scelta per la sua importanza in termini di utilizzo da parte dei viaggiatori piemontesi e per la mole di critiche e lamentele che l’avevano riguardata - spiega l’assessore Bonino - Con l’Alleanza per la qualità intendiamo voltare pagina e presentare agli utenti un servizio rinnovato, confortevole e pratico da utilizzare, anche e soprattutto per le persone diversamente abili. In un momento in cui l’attenzione dei media è concentrata sui possibili tagli nei trasferimenti dallo Stato, la Regione conferma il suo impegno per offrire ai suoi cittadini trasporti più efficienti”.
Nel dettaglio, l’accordo prevede una nuova livrea per i treni della Torino-Milano: ogni convoglio sarà immediatamente riconoscibile grazie alla riproduzione sulle fiancate delle carrozze dei monumenti principali delle cinque città piemontesi in cui il treno ferma, ossia Torino, Chivasso, Santhià, Vercelli e Novara. Oltre all’aspetto, cambieranno però anche numero dei posti disponibili, accessibilità, qualità e frequenza dei treni. Ogni convoglio presenterà sempre 11 carrozze oltre al locomotore, di cui 10 viaggiatori e una semi-pilota, la quale avrà uno scompartimento dedicato appositamente alle persone diversamente abili e al trasporto delle biciclette. In totale ogni giorno si potranno contare 1400 posti in più rispetto ad oggi (un aumento pari al 4,8% nell’arco della giornata, che diventa del 12% nelle ore di punta). I treni partiranno da Porta Nuova o Lingotto con la composizione fissa che prevede la prima classe in testa, quindi la seconda classe e in coda le carrozze per disabili e biciclette. Internamente tutti i convogli saranno rivisitati, con restyling alle pareti e al pavimento, nuove cappelliere, fodere appoggiatesta lavabili dei sedili (che saranno sostituite ogni settimana per ragioni igieniche) e nuove toilette. In più, ogni carrozza sarà dotata di pannelli informativi con le indicazioni delle varie stazioni e relative ramificazioni della linea. Sarà inoltre incrementato il sistema di comunicazione a bordo con messaggi del capotreno (benvenuto, informazioni generali e in occasione di eventuali disservizi), mentre tramite interfono verranno diffuse le indicazioni delle varie fermate. La frequenza sarà incrementata con l’aggiunta di due treni in partenza da Torino alle 7.10 e alle 18.30 e di un treno in partenza da Milano alle 8.30. Si colma così il vuoto orario lasciato dal Tgv sul quale non vale più la Carta Tutto Treno. Queste aggiunte consentiranno di avere nelle ore di punta una frequenza di treni ogni 20 minuti verso Milano e ogni 25 minuti verso Torino. Sarà anche potenziato il sistema di informazioni a terra per gli utenti con depliant, locandine e promozioni on line.
La fase 2 prenderà il via a dicembre 2012 e prevederà l’espansione del progetto secondo i bacini di traffico, con il potenziamento dei collegamenti interpolo, tra il capoluogo regionale e i vari capoluoghi provinciali, ma anche tra le varie province. Verrà ampliato di conseguenza anche il sistema di informazioni per i viaggiatori, estendendo via via a tutte le principali stazioni il modello che entrerà in funzione sulla Torino-Milano, partendo dalle linee Torino-Genova e Torino-Bardonecchia. Così come anche tutti i convogli avranno la stessa disposizione standard, con la carrozza dedicata ai diversamente abili e al trasporto biciclette.
Sarà infine potenziato il sistema di indagine fra gli utenti per verificare l’aumento percepito della qualità del servizio.
Nel pomeriggio l’assessore Bonino è intervenuta in Consiglio regionale durante la discussione di una mozione, poi approvata all’unanimità, che chiede alla Giunta di intervenire nei confronti dell'Ufficio regolamentazione del traffico ferroviario per esprimere parere favorevole alle fermate intermedie tra Torino e Milano del servizio effettuato da Arenaways, garantire una maggiore partecipazione all'acquisto della società, attualmente in esercizio provvisorio, sostenere gli imprenditori che intendessero realizzare una società ferroviaria anche in vista delle future liberalizzazioni, predisporre i prossimi bandi di gara per l'affidamento dei servizi di trasporto ferroviario con modalità idonee a favorire il superamento degli assetti monopolistici: “La Giunta ha lavorato per favorire una stagione in concorrenza ma soprattutto per migliorare il servizio. Sulla Torino-Milano abbiamo ottenuto un incremento dei treni, oltre al rifacimento completo di tutti gli interni. Ora la nostra priorità è difendere i 75 dipendenti di Arenaways in Piemonte. Siamo favorevoli alle gare, abbiamo sempre lavorato per favorire l'ingresso di nuovi operatori, e la mozione rafforza la nostra posizione".
Galleria fotografica (di G.Mariotti) - cliccare sulle foto per ingrandirle
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| Giovedì 13 Ottobre 2011 23:00 |
Un attento monitoraggio sull’andamento della crisi in Piemonte, condotto tramite ricerche specifiche ed effettuato dal Sistema informativo delle Attività produttive della Regione in collaborazione con l’Ires, ha permesso di approfondire l’impatto della congiuntura economica e di indagare su alcuni fattori che potrebbero essere rilevanti nella fase di ripresa.
Tra i risultati più significativi, il fatto che le imprese della componentistica auto hanno fatto registrare un netto recupero in termini di fatturato nel 2010, soprattutto grazie agli investimenti effettuati. Il settore ha contribuito così alla ripresa produttiva con una crescita delle esportazioni superiore a quella rilevata per le autovetture, testimoniando la rilevanza del comparto in Piemonte, caratterizzato da un’elevata presenza di imprese medio-piccole.
“Il governo regionale ha già messo in campo le sue ricette contro la crisi attraverso i piani fin qui attuati - ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico, Massimo Giordano, durante la presentazione delle ricerche, svoltasi il 13 ottobre a Torino - e concentrerà gli sforzi nei prossimi tre mesi sulle seguenti priorità: credito, internazionalizzazione, giovani e ricerca industriale. Partiranno infatti le misure sulla nuova regolamentazione del sistema dei condifi e lanceremo il piano per l’internazionalizzazione, per intercettare le opportunità del mercato estero. Inoltre, nei prossimi giorni verrà dato il via all’attuazione delle misure del Piano giovani e alle piattaforme dell’aerospazio e dell’automotive. Quest’ultima ha l’obiettivo di diventare di carattere nazionale, così come abbiamo concordato con il ministro Gelmini”.
Un primo studio si concentrava sull’andamento della componentistica automotive. Fra le imprese del campione (200) si avverte nel 2010 un netto recupero in termini di fatturato (oltre la metà ha segnalato l’aumento), che interessa soprattutto le più grandi. In generale si osserva una certa reattività, in quanto la metà delle imprese ha effettuato investimenti negli ultimi due anni (2009 e 2010), soprattutto le maggiori. Si tratta in prevalenza di investimenti in macchinari, in un terzo dei casi per ampliamento della capacità produttiva e non semplicemente sostitutivi. Nel complesso un buon numero segnala l’adozione di specifiche strategie: fra le principali, oltre alla diversificazione del mercato, rivestono una certa rilevanza l’innovazione, soprattutto di processo, la riduzione dei costi (anche del personale) ma anche la collaborazione con altre imprese ed il rafforzamento patrimoniale. I giudizi sulle prospettive dell’investimento a Mirafiori mettono in evidenza come fra le piccole e medie imprese della componentistica vi siano differenti opinioni sulle opportunità che ne possono derivare per il futuro produttivo a livello locale, ma tendono a prevalere le attese ottimistiche. Anche sul fronte dell’occupazione si constata una certa ripresa, ma non nelle microimprese, dove il numero degli addetti continua a diminuire. Pur nel breve lasso temporale considerato dall’indagine, l’uscita dalla crisi sembrerebbe avvantaggiare le imprese più strutturate.
Un secondo studio ha approfondito l’impatto della crisi attraverso l’analisi di un campione di bilanci di imprese a livello nazionale, per testare, nei limiti dei dati a disposizione, alcuni fattori ritenuti sensibili nel determinare le performance delle imprese nella crisi, che potrebbero essere rilevanti anche nella fase di ripresa. Si confermano andamenti settoriali differenziati (alimentare con andamento più positivo, tessile, notoriamente un settore in crisi da molto tempo, più negativo) e si evidenzia un impatto della crisi più forte nelle aree più industrializzate e vocate all’export del paese. Se si osservano le grandezze in questione, la dimensione dell’impresa, misurata dal numero di addetti, sembra giocare meno favorevolmente sulla dinamica dell’attività, sia nella fase di espansione sia nella fase di crisi. Avere un ciclo produttivo più integrato o l’aver internalizzato fasi produttive esterne ha avuto un impatto positivo sul livello di attività, divenuto più accentuato nella fase di crisi.
Inoltre, a proposito del ruolo delle banche, è stato ricostruito il punto di vista degli esperti di banca rispetto alla situazione dell’economia regionale e le sue prospettive, la loro visione dei punti di forza e debolezza del sistema produttivo regionale e il loro atteggiamento nei confronti delle imprese. Come già indicato da precedenti analisi, le banche hanno, nel periodo immediatamente antecedente la crisi, allargato le opportunità di credito. Le imprese si sono trovate di fronte alla necessità di finanziare la gestione corrente con minor autofinanziamento: quelle che hanno aumentato il credito bancario spiegano come ragioni principali l’insufficienza del ciclo attivo-ricavi e i ritardi negli incassi.
E’ stato infine realizzato un approfondimento su alcune imprese in amministrazione straordinaria nel contesto delle nuovo atteggiamento emerso con la riforma del diritto societario nell’affrontare la crisi d’impresa, che ha dato maggior impulso all’obiettivo della continuità dell’impresa in situazioni di crisi, nel bilanciamento con l’obiettivo della tutela dei creditori (storicamente preponderante nel diritto fallimentare italiano). Emergono le difficoltà nell’utilizzo dello strumento, che dimostra le sue possibilità di maggior successo nella tempestività dei meccanismi decisionali nella fase acuta della crisi, nella capacità delle reti territoriali (istituzioni, realtà imprenditoriali, mondo bancario) di costruire opportunità per la continuità d’impresa alternative e trova i suoi maggiori limiti nella difficoltà di anticipazione delle crisi.
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