FIAT

Referendum, altissima partecipazione (96%) di lavoratori nei seggi all'interno della fabbrica per esprimersi sull'accordo del 23 dicembre. La Fiom: "La Fiat non avrà il plebiscito che voleva. Se avesse voluto negoziare, avrebbe trovato un accordo con tutti"

Affluenza record, che ha superato quella di Pomigliano, al referendum sull'accordo per il rilancio dello stabilimento Fiat di Mirafiori, dove oggi hanno votato 5.218 lavoratori su 5.431 aventi diritto, pari al 96,07 per cento del totale.

Alle 18.15, un'ora e un quarto prima della chiusura delle urne, secondo fonti sindacali avevano votato nel complesso dei tre turni 5.126 lavoratori pari al 94,4 per cento degli aventi diritto (5.431 sono i dipendenti delle carrozzerie).

A mezzogiorno, quando aveva votato il 56 per cento degli aventi diritto al voto, è stato superato il quorum per la validità con 3.059 lavoratori alle urne, tra turno di notte e primo turno di questa mattina. Per esprimersi sull'intesa ci sono state attese fra i 10 e i 30 minuti e la commissione ha deciso di prolungare le votazioni per gli addetti del primo turno fino alle 13.

"Il fatto che stiano votando in tanti fa ben sperare anche perché chi è contrario all'accordo andrà certamente a votare" ha detto il segretario nazionale della Fim-cisl, Bruno Vitali, ai cancelli di Mirafiori.

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Clima sostanzialmente tranquillo al cambio dei turni di lavoro, tra quello del mattino e quello del pomeriggio, di fronte allo stabilimento, dove alle 14.30 si sono riaperti i seggi per il voto al referendum del 23 dicembre scorso. Ci sono state solo brevi liti, sempre sotto l'occhio di telecamere e macchine fotografiche, tra sostenitori del sì e del no, con alcuni esponenti dei Cobas e di gruppi della sinistra antagonista dalle voci più forti degli altri. Rumorosa anche la presenza di alcuni lavoratori campani contrari all'accordo, che dagli altoparlanti ripetono che "la partita di Pomigliano non è chiusa".

Come in tutti questi ultimi giorni, i lavoratori di Mirafiori sono entrati e usciti dallo stabilimento accettando i volantini degli attivisti sindacali, ma cercando di evitare interviste e incontri prolungati.