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Toro, squadra paralizzata i conti vanno negli Emirati Stampa
Scritto da Repubblica   
Giovedì 11 Novembre 2010 18:00

IL RETROSCENA

Il presidente Cairo non si vede da quattro partitre allo stadio e dopo anni di puntualità anche gfli stipendi arrivano in ritardo. Secondo alcuni, un preliminare di vendita sarebbe già stato firmato

di Fabrizio Turco

MEZZA Torino aspetta trepidante in silenzio. È la Torino granata che spera di rialzare la testa, dopo quasi un ventennio da dimenticare. I tifosi sognano che venga ufficializzato al più presto l'acquisto della società da parte degli arabi della Etihad Airways; sognano che Cairo e lo sceicco Mansour si stringano la mano e chiudano una trattativa di cui tutti parlano. A ridare speranze alla gente del Toro è il tam tam che risuona da venti giorni e che rende assordante il silenzio "ufficiale" di questi giorni. Nonostante la discrezione delle parti in causa, i sussurri esplosi a metà ottobre non si sono stemperati. Ed ecco spuntare la notizia che i libri contabili del Toro sarebbero volati negli Emirati Arabi, dove sarebbe stata individuata una situazione debitoria non drammatica, ma ben più rilevante di quanto immaginato. Il rimbalzar di notizie non si ferma qui, e c'è addirittura chi scommette che venerdì scorso le parti avrebbero apposto la propria firma sul preliminare di vendita, e che a questo punto alla ufficialità mancherebbero soltanto dettagli burocratici, anche perché il Torino Fc sin dal 2006 fa capo per il 97,5% alla società Stella srl (una holding riconducibile al presidente), che a sua volta è di proprietà per il 97,5% della UT Communications Spa, holding e cassaforte dell'intero gruppo di aziende riconducibilia Cairo. Ma chi ci sarebbe a tirare i fili della vicenda? C'è chi scommette su Gianni Trombetta, ma l'avvocato che portò Cairo al Toro nel 2005 nega fermamente. E c'è chi invece individua i mediatori occulti nei tifosi granata (ma ex dirigenti bianconeri) Antonio Giraudoe Romy Gai, che guarda caso oggi è amministratore delegato della Lega Pro degli Emirati. Quel che è certo è che il Torino, inteso come società, oggi è paralizzato. Il presidente è assente, e non soltanto dallo stadio: Cairo non segue la partita da venti giorni, una eternità per un patron accentratore com'è sempre stato. Strano, quindi, che abbia ceduto del tutto il bastone del comando a Petrachi, strano che deleghi così tanto. Ma non solo: dopo anni di pagamenti puntuali, adesso anche gli stipendi al Torino arrivano in ritardo. D'accordo, il ricevere gli emolumenti con tre mesi di ritardo non crea problemi alla quotidianità dei giocatori, ma la stranezza è palese. E i diretti protagonisti? Tacciono. Non parla il venditore, che quando parla nega. Ma chi conosce bene il presidente garantisce che una trattativa di questo tipo Cairo la conduce in primissima persona, senza avvalersi di professionisti, di cui magari neppure si fida. Semmai, Cairo potrebbe chiamare coinvolgere due collaboratori "storici" come l'amministratore delegato della Cairo Communication Fornara e il direttore amministrativo Pompignoli, l'uomo che tornò di corsa a malincuore dalle vacanze in Grecia quando si trattò di chiudere l'acquisto nell'estate 2005. E forse anche il direttore generale Ferrauto. Sogni di notti autunnali? O stravolgimento calcistico in vista? Per il momento nessuno lo sa, mentre i tifosi granata si logorano nervi e meningi. In ogni caso proprio il silenzio dei protagonisti è il segnale che la trattativa è seria e concreta, e non dettata dalla smania di apparire - e di farsi pubblicità - di qualche presunto acquirente che recentementeè svanito proprio come sia era palesato.

Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Novembre 2010 18:19
 

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