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Papa Francesco a Torino si rivolge al mondo del lavoro

Visita Papa Torino 21-22 06 2015 39TORINO 22 giu (Però Torino) - Uno dei momenti più interessanti della visita di Papa Francesco a Torino, è stato l'incontro con il mondo del lavoro.


Dopo i saluti di un'operaia, di un agricoltore e di un imprenditore, il Pontefice ha detto con forza "No a un'economia dello scarto, no all'idolatria del denaro, alla corruzione, all'iniquità che genera violenza", si ad un patto sociale e generazionale per un lavoro a misura dell'uomo.
Un discorso in cui Francesco ha messo insieme, rispondendo alle storie di sacrificio e difficoltà raccontate da una donna operaia, da un lavoratore della terra e da un imprenditore, i temi del lavoro, della crisi economica, della famiglia e dell'immigrazione. Passa per il lavoro, afferma il Papa, la via della ripresa economica, ma soprattutto per l'affermazione del ruolo che la persona deve avere nella società.
Nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, conosciuta come "Cottolengo", ha poi incontrato gli anziani, i malati e i disabili.
Da Bergoglio parole di compassione per quelli che ha definito "membra preziose della Chiesa", e ancora di denuncia contro la cultura dello scarto (termini sul quale ha voluto insistere) e quel sistema sbagliato che non pone più l'uomo al centro ma il consumo e gli interessi economici.Visita Papa Torino 21-22 06 2015 67
"L'esclusione dei poveri e la difficoltà per gli indigenti a ricevere l'assistenza e le cure necessarie, è una situazione che purtroppo è presente ancora oggi - ha voluto evidenziare il Ssnto Padre - .Sono stati fatti grandi progressi nella medicina e nell'assistenza sociale, ma si è diffusa anche una cultura dello scarto, come conseguenza di una crisi antropologica che non pone più l'uomo al centro".

Ecco le parole pronunciate da Papa Bergoglio sul lavoro:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Saluto tutti voi, lavoratori, imprenditori, Autorità, giovani e famiglie presenti a questo incontro, e vi ringrazio per i vostri interventi, da cui emerge il senso di responsabilità di fronte ai problemi causati dalla crisi economica, e per aver testimoniato che la fede nel Signore e l'unità della famiglia vi sono di grande aiuto e sostegno.
La mia visita a Torino inizia con voi. E anzitutto esprimo la mia vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti.
Il lavoro non è necessario solo per l'economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e anche per l'inclusione sociale. Torino è storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l'istruzione e altri beni primari. L'immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell'iniquità, di questa economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce!Visita Papa Torino 21-22 06 2015 104
In questa situazione siamo chiamati a ribadire il "no" a un'economia dello scarto, che chiede di rassegnarsi all'esclusione di coloro che vivono in povertà assoluta – a Torino circa un decimo della popolazione. Si escludono i bambini (natalità zero!), si escludono gli anziani, e adesso si escludono i giovani (più del 40% di giovani disoccupati)! Quello che non produce si esclude a modo di "usa e getta".
Siamo chiamati a ribadire il "no" all'idolatria del denaro, che spinge ad entrare a tutti i costi nel numero dei pochi che, malgrado la crisi, si arricchiscono, senza curarsi dei tanti che si impoveriscono, a volte fino alla fame.
Siamo chiamati a dire "no" alla corruzione, tanto diffusa che sembra essere un atteggiamento, un comportamento normale. Ma non a parole, con i fatti. "No" alle collusioni mafiose, alle truffe, alle tangenti, e cose del genere.
E solo così, unendo le forze, possiamo dire "no" all'iniquità che genera violenza. Don Bosco ci insegna che il metodo migliore è quello preventivo: anche il conflitto sociale va prevenuto, e questo si fa con la giustizia.
In questa situazione, che non è solo torinese, italiana; è globale e complessa, non si può solo aspettare la "ripresa". Aspettiamo la ripresa... Il lavoro è fondamentale – lo dichiara fin dall'inizio la Costituzione Italiana – ed è necessario che l'intera società, in tutte le sue componenti, collabori, perché esso ci sia per tutti e sia un lavoro degno dell'uomo e della donna. Questo richiede un modello economico che non sia organizzato in funzione del capitale e della produzione, ma piuttosto in funzione del bene comune. E, a proposito delle donne, ne ha parlato lei, i loro diritti vanno tutelati con forza, perché le donne, che pure portano il maggior peso nella cura della casa, dei figli e degli anziani, sono ancora discriminate, anche nel lavoro.
È una sfida molto impegnativa, da affrontare con solidarietà e sguardo ampio; e Torino è chiamata a essere ancora una volta protagonista di una nuova stagione di sviluppo economico e sociale, con la sua tradizione manifatturiera e artigianale. Quando pensiamo, nel racconto biblico, che Dio ha fatto l'artigiano proprio... Voi siete chiamati a questo: manifatturiera ed artigianale e nello stesso tempo con la ricerca e l'innovazione.Visita Papa Torino 21-22 06 2015 129
Per questo bisogna investire con coraggio nella formazione, cercando di invertire la tendenza che ha visto calare negli ultimi tempi il livello medio di istruzione, e molti ragazzi abbandonare la scuola. Lei andava la sera a scuola, per poter andare avanti...
Oggi vorrei unire la mia voce a quella di tanti lavoratori e imprenditori nel chiedere che possa attuarsi anche un "patto sociale e generazionale", come ha indicato l'esperienza dell'"Agorà", che state portando avanti nel territorio della diocesi. Mettere a disposizione dati e risorse, nella prospettiva del "fare insieme", è condizione preliminare per superare l'attuale difficile situazione e per costruire un'identità nuova e adeguata ai tempi e alle esigenze del territorio. È giunto il tempo di riattivare una solidarietà tra le generazioni, di recuperare la fiducia tra giovani e adulti. Questo implica anche aprire concrete possibilità di credito per nuove iniziative, attivare un costante orientamento e accompagnamento al lavoro, sostenere l'apprendistato e il raccordo tra le imprese, la scuola professionale e l'Università.
Mi è piaciuto tanto che voi tre abbiate parlato della famiglia, dei figli e dei nonni. Non dimenticare questa ricchezza! I figli sono la promessa da portare avanti: questo lavoro che voi avete segnalato, che avete ricevuto dai vostri antenati. E gli anziani sono la ricchezza della memoria. Una crisi non può essere superata, noi non possiamo uscire dalla crisi senza i giovani, i ragazzi, i figli e i nonni. Forza per il futuro, ma memoria del passato, che ci indica dove si deve andare. Non trascurare questo, per favore. I figli e i nonni sono la ricchezza e la promessa di un popolo.
A Torino e nel suo territorio esistono ancora notevoli potenzialità da investire per la creazione di lavoro: l'assistenza è necessaria, ma non basta: ci vuole promozione, che rigeneri fiducia nel futuro.
Ecco alcune cose principali che volevo dirvi. Aggiungo una parola che non vorrei che fosse retorica, per favore: "coraggio!". Non significa pazienza, rassegnatevi. No, no, non significa questo. Ma al contrario, significa: osate, siate coraggiosi, andate avanti! Siate creativi! Siate artigiani tutti i giorni, artigiani del futuro! Con la forza di quella speranza che ci dà il Signore e non delude mai. Ma che ha anche bisogno del nostro lavoro. Per questo prego e vi accompagno con tutto il cuore. Il Signore vi benedica tutti e la Madonna vi protegga. Grazie. E, per favore, vi chiedo di pregate per me! Grazie!

Mario Bocchio

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