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Chiamparino assolto: non sapeva, ma rilasciava dichiarazioni

chiamparino-padalino-murazziTORINO 17 set (Però Torino) - Sergio Chiamparino non sapeva, però ne parlava con i giornali. Aveva firmato la delibera senza accorgersene, senza sapere ciò che sottoscriveva: questa la motivazione con cui l'ex sindaco, oggi presidente della Regione Piemonte, è stato totalmente scagionato dall'inchiesta sui Murazzi, che contesta la regolarità della decisione che concedeva ai locatari morosi dei locali comunali, sconti e dilazioni sui pagamenti dei canoni.

Nemmeno firmare una delibera è sufficiente a far rinviare a giudizio un determinato uomo politico, mentre per gli stessi fatti vengono iscritti nel registro personaggi oggi meno influenti come l'ex assessore al Commercio Alessandro Altamura e i due dirigenti Cesare Vaciago e Giuseppe Ferrari.

L'allora sindaco, oggi presidente del Piemonte, secondo la Procura (Pm Sergio Padalino) e con l'avallo del Giudice per le indagini preliminari Giorgio Polito, ha perciò tutto il diritto di sostenere di aver firmato "a sua insaputa". I magistrati che avevano scagionato il sindaco più amato dagli italiani già durante la campagna elettorale per le Regionali, forse non avevano letto le dichiarazioni rilasciate a "La Stampa" dallo stesso Chiamparino, il 26 agosto 2009. Interrogato dal giornalista Alessandro Mondo, il primo cittadino dell'epoca rispondeva sul fatto che "il Comune agevolerà i titolari dei locali, in arretrato nel pagamento degli affitti", decisione che comunque era "l'ultima chance: chi non ne approfitta si vedrà revocare la concessione". Queste agevolazioni, di cui parla esplicitamente il "Chiampa", sono ora ritenute indebite dalla Procura, con i rinvii a giudizio di cui sopra.

Il sindaco, firmatario della delibera, oggi dice che non ne sapeva nulla. Così ha dichiarato durante il suo interrogatorio e così alla magistratura inquirente e giudicante è andato bene. Archiviato. A "La Stampa", pur non sapendo oggi ciò che aveva firmato, Chiamparino aveva detto all'epoca che quello era "l'ultimo investimento nella buona fede dei locali". E aveva aggiunto: "Confermiamo l'interesse ad aderire al piano d'ambito per la riqualificazione dei Murazzi". Il cronista del quotidiano degli Agnelli, gli aveva fatto notare che i gestori dei Murazzi si lamentavano per l'insicurezza della zona. Allora il sindaco aveva risposto quasi anticipando la tesi della procura e cioè che quella delibera fosse illegittima, non avendo seguito le procedure: "Invece di lamentarsi - aveva detto, riferendosi ai gestori dei locali - dovrebbero riflettere sul fatto che l'illegalità più macroscopica è la loro. Se avessimo seguito la procedura (sic n.d.r.) avremmo dovuto revocare le licenze dei locali insolventi molto tempo fa". Insomma, Chiamparino non ricorderebbe di aver firmato quella delibera, ma all'epoca stando alle dichiarazioni rilasciate al quotidiano Fiat, non solo ne era a conoscenza e aveva ispirato le dilazioni di pagamento come "ultima chance", ma sapeva benissimo che non erano regolari e non seguivano le procedure imposte dalle norme di legge.

Per leggere l'articolo del 2009 su "La Stampa", cliccare qui.

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