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Ministero: 'Boom di epatite A, occhio ai frutti di bosco surgelati'

fruttiboscoTORINO 14 ago (Però Torino) - Boom di casi di epatite A nel 2013 in Italia e "il 35% dice di aver consumato frutti di bosco surgelati": mentre la procura di Torino indaga per chiarire un eventuale nesso, il ministero della Salute fa il punto sull'incidenza dell'epatite A,

rilevando che "i dati delle notifiche pervenute al Ministero della Salute, integrati con i dati del Sistema Epidemiologico Integrato dell'Epatite Virale Acuta dell'Istituto Superiore di Sanita', mostrano, da gennaio 2013, un importante incremento del numero dei casi rispetto agli anni precedenti".
Gia' il 23 maggio il Ministero della salute aveva emanato una Circolare indirizzata agli Assessorati alla sanita' delle Regioni e Province autonome e agli Uffici periferici del Ministero preposti ai controlli all'importazione degli alimenti di origine vegetale, per rafforzare le misure di sorveglianza sui casi e avviare indagini mirate sul territorio nazionale. Nelle Regioni dove e' stato riscontrato un maggiore incremento del numero dei casi, si e' provveduto ad attivare studi analitici di tipo caso-controllo per meglio indagare i possibili fattori di rischio implicati nella diffusione della malattia.
Lo studio ha messo in evidenza una forte correlazione con il consumo di frutti di bosco surgelati assunti tal quali. Sono stati eseguiti numerosi controlli di laboratorio che ad oggi hanno permesso di identificare la contaminazione da virus dell'epatite A in 4 lotti di prodotti differenti, per i quali sono state diramate le notifiche di allerta. Le Aziende Sanitarie Locali hanno verificato che gli operatori interessati abbiano adottato le misure di ritiro e richiamo per i consumatori. Per due ulteriori lotti sono state riscontrate positivita' su confezioni aperte, pertanto sono in corso le indagini per stabilire le cause della contaminazione. Da maggio al ministero sono giunte 382 segnalazioni di casi di epatite A, di cui il 35% riferisce di aver consumato frutti di bosco surgelati. Inoltre, sono stati confrontati, mediante genotipizzazione e sequenziamento, i virus individuati negli alimenti e nei pazienti. Complessivamente e' emerso che di 106 casi sequenziati, 49 presentano la stessa sequenza virale (definita sequenza "outbreak) di genotipo 1A. Tale sequenza e' risultata identica a quella ottenuta da un campione di frutti di bosco positivo al rilevamento del virus dell'epatite A, suggerendo fortemente che tale alimento possa essere la fonte di infezione. Inoltre, 19 casi presentano una sequenza fortemente correlata alla sequenza outbreak. Pertanto, il 64% dei casi analizzati (68/106) presentano una sequenza virale che indica fortemente una fonte comune di infezione. "Considerato – scrive il ministero – che, al momento, non e' possibile escludere che vi siano in commercio altri mix di frutti di bosco contaminati surgelati/congelati, diversi da quelli oggetto di allerta, sulla base del principio di precauzione si raccomanda di impiegare questi prodotti sempre previa cottura, ad esempio, facendoli bollire per almeno 2 minuti".

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