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Il Gabibbo a Torino per il campo rom di lungo Stura

gabibboTORINO 30 apr (Però Torino) - Arriva persino “Striscia la notizia”, con tanto di Gabibbo, per un servizio di denuncia sul campo nomadi di lungo Stura Lazio, a Torino. In questi giorni la troupe della trasmissione di Canale 5 ha infatti girato un servizio per documentare il degrado e le varie illegalità della situazione venutasi a creare sul terzo fiume di Torino, con un accampamento rom che nulla ha a che fare con la normale convivenza civile.

DarioTroianoCome al solito la politica si divide, sul punto. Abbiamo sentito due candidati alle prossime regionali, entrambi peraltro già consiglieri comunali, Dario Troiano (Lista Chiamparino per il Piemonte, foto a destra) e Michele Curto (Sel). “Quel campo va chiuso immediatamente – dice Troiano – non ci sono le più elementari basi di igiene per chi vi risiede e di sicurezza per il resto della città, in particolare per il quartiere che gravita intorno ad esso. In un’ottica di integrazione – aggiunge Troiano – ritengo che determinate abitudini sociali dei rom, non siano del tutto compatibili con quelle che imponiamo ai nostri cittadini. Lavorare, pagare le tasse, rispettare le leggi, essere sottoposti a una burocrazia asfissiante per qualsiasi tipo di attività si voglia intraprendere. Sono convinto che anche i rom debbano integrarsi al nostro tessuto sociale adeguandosi. Lavorando, pagando le imposte, acquistandosi una casa e vivaddio, pagando come qualsiasi altra persona l’Imu o la Tasi su di essa. Non capisco perché in questo paese si continuino ad usare due pesi e due misure nei confronti delle persone, quasi che mettersi in gruppo al di fuori della legalità, offra una “licenza” dalla legalità stessa, mentre alla maggioranza si continuano ad aumentare le prescrizioni e le gabelle. Integrarsi è possibile, basta volerlo, e lo dico nel massimo rispetto di tutte le tradizioni e le abitudini condivisibili dei rom, che conosco essendo stato console onorario di Bosnia a Torino”.

michele-curto“Io credo che sia fondamentale che la nostra città costruisca le condizioni necessarie per dare a tutte e tutti le stesse opportunità e che non permetta più che per 20 anni possa esistere in luogo come il campo di lungo stura lazio”, dice invece Michele Curto, nella foto a sinistra. E aggiunge: “Sono anni che mi batto perché quell'orrore in Lungo Stura Lazio non esista più. È inaccettabile che nel 21esimo secolo in Italia esistano delle baraccopoli in cui le persone e sopratutto i bambini sono costrette a vivere in mezzo ai topi, al fango, all'immondizia. Ho personalmente convissuto per 5 anni con le famiglie rom del ‘Dado’ di Settimo Torinese, famiglie che sono uscite da un campo e con la loro forza di volontà e il loro impegno hanno ristrutturato la loro stessa casa. Non intendo dire che sia facile, ne che vada data la casa agli zingari, ma che tutti debbano potere con gli sforzi e i sacrifici vivere dignitosamente”.

Curto è ottimista sulle possibilità dei rom di integrarsi: “Io lo ho visto fare: sono stato con loro, ho vissuto con loro, alle volte ho aiutato quelle famiglie, molte altre sono state loro ad aiutare me – spiega -. Sono un ragazzo fortunato: ho vissuto con otto zie e venti bambini. Anche mio padre, uomo di sinistra emigrato dal Sud, prima che andassi a vivere a Settimo, mi disse: «Fai ciò che vuoi, ma non andare con gli zingari». Quando li ha conosciuti, li ha visti costruirsi la loro casa, ha visto che lottavano come aveva fatto lui da giovane ha cambiato idea. Solo la prossimità ci può salvare, dal pregiudizio e dalla paura”.

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