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L'ultimo piemontese

lultimo-piemonteseTORINO 6 giu (Però Torino) - E' uscito "L'ultimo piemontese", il nuovo romanzo di Alessandro Mondo. Siamo in Irlanda, primo luglio 1690. Un piccolo distaccamento di soldati piemontesi, inviato da Vittorio Amedeo II per certificare l'alleanza con Guglielmo III d'Orange in chiave antifrancese, 

partecipa alla sanguinosa battaglia tra cattolici e protestanti lungo le rive del fiume Boyne. Uno scontro epico: il punto di avvio dell'implacabile guerra civile che ha insanguinato l'Ulster fino ai giorni nostri, ancora oggi celebrato ogni anno dai protestanti, rimasti padroni di quel campo, a ridosso dei quartieri cattolici di Belfast e di Derry tra proteste e tensioni. A Luca Ferrero, il capitano dei militari sabaudi schierati con i protestanti, non interessano le dinamiche della politica applicata alla religione: anima dolente e inquieta ha accettato la missione affidatagli dal suo sovrano in quella terra sperduta e selvaggia per sottrarsi ancora una volta ai rimorsi di un amore tradito, e perduto. Dopo essersi fatto onore non rientrerà con gli uomini superstiti in patria, nel Ducato di Savoia, ma in compagnia di Pietro, il fedele sergente, partirà per un viaggio nell'isola alla ricerca di un tesoro misterioso: un percorso interiore, e non solo geografico, che dopo una serie di avventure, pericoli e incontri rivelatori lo porterà al di là di un altro mare. Molto più lontano di quanto avrebbe immaginato.

Spiega l'autore: "Questo libro è il frutto di due sentimenti: l'amore per il Piemonte, la mia terra, e la passione per l'Irlanda, una seconda patria apprezzata e acquisita nel corso di numerosi viaggi. Il comune denominatore è una suggestione maturata osservando la mappa dipinta all'ingresso del Centro visitatori dedicato alla Battaglia del Boyne, nella valle omonima, che annovera il Ducato di Savoia tra le potenze schierate nel più ampio e sanguinoso conflitto passato alla storia come "Guerra della Grande Alleanza". E' stato l'avvio di un percorso culminato in un romanzo d'avventura dove il vero, il verosimile e la fantasia si intrecciano, pagina dopo pagina. E' vero che per un breve periodo il Ducato, nel tentativo di emanciparsi dalla condizione di protettorato della Francia, si schierò con il fronte protestante guidato da Guglielmo III d'Orange: un puro calcolo politico, frustrato dalle sconfitte subite dalle truppe sabaude ad opera dei francesi nelle battaglie di Staffarda e della Marsaglia. Mentre non c'è alcuna evidenza di un distaccamento piemontese mandato a combattere nel lontano teatro di guerra irlandese, dove cattolici e protestanti si affrontarono nel più grande scontro campale combattuto nell'isola. Anche così, mi piaceva immaginare la missione del capitano Ferrero e dei suoi uomini, mai esistiti, ambientandoli in uno scenario forse improbabile ma affascinante, con il loro modo di pensare e di vedere le cose, di reagire alle situazioni, di interpretare il mondo conosciuto: forti o deboli, a seconda dei casi, di caratteri, abitudini e convinzioni messe alla prova da un tuffo nell'ignoto. La dinamica dell'avventura, che spazia tra il Ducato e l'Irlanda del XVII secolo, è stata pensata e costruita nella stessa ottica: le distanze percorse a piedi o a cavallo, le traversate via mare, i punti di imbarco e di approdo sono stati interpretati liberamente. Altri particolari del viaggio nell'isola – dalle località ai paesaggi, dalla fauna alla flora, dalle costruzioni all'alimentazione – rimandano alle mie ripetute esperienze in questa terra di straordinaria bellezza, adattate per quanto possibile al contesto dell'epoca: il che, anche in questo caso, ha richiesto un supplemento di immaginazione".

Alessandro Mondo, laureato in Storia del Risorgimento, vive a Torino e lavora per il quotidiano La Stampa. È sposato e ha una figlia. Ha pubblicato "I briganti del Piemonte" (Newton Compton), "O la borsa o la vita!" (Priuli & Verlucca), "La valle degli uomini liberi" (Rizzoli).

 

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