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Giampiero Ingrassia al teatro Alfieri in "Salvatore Giuliano"

Giampiero Ingrassia, figlio del celebre comico scomparso Ciccio Ingrassia, firma la regia, di un kolossal il musical Salvatore Giuliano, in scena fino al 25 marzo, per il cartellone Fiore all’occhiello di Torino Spettacoli al Teatro Alfieri  (da mar a ven ore 20.45 – sab ore 15.30 e 20.45 - dom ore 15.30). Sarà al fianco di Barbara Cola, Luca Notari (partecipazione di Pierluigi Misasi).

E’ una produzione Molise Spettacoli, in collaborazione con Mediterrarea. Il musical firmato da Dino Scuderi si avvale della regia di Giampiero Cicciò, delle coreografie di Aurelio Gatti, dei testi di Pierpaolo Palladino, Franco Ingrillì e Dino Scuderi (liriche aggiuntive di Stefano Curina) e delle musiche e della direzione musicale di Dino Scuderi. Le scenografie sono firmate da Andrea Bianchi e i costumi da Alessandra Benaduce.

A distanza di dieci anni dal successo ottenuto in occasione della sua prima presentazione sotto forma di concerto spettacolo al Teatro Antico di Taormina nell’estate del 2001, e visti i numerosi consensi espressi da autorevoli personalità del mondo della cultura e dello spettacolo sulla validità artistica e musicale del progetto, ritorna nella sua definitiva messa in scena la storia del bandito-eroe siciliano più noto al mondo. Salvatore Giuliano: un personaggio, una leggenda siciliana da raccontare in musica. Da rivivere attraverso un originale impasto di versi, parole recitate, suggestioni sonore. Un progetto che rievoca un pezzo importante di storia italiana, con tutto il suo carico di ambiguità e di ferocia, fra il 1943 e i primi anni del secondo dopoguerra. Giuliano con le sue molte facce: l’eroe, il bandito, il criminale, il simbolo di un possibile riscatto della Sicilia negli anni dell’illusione separatista. Un personaggio audace e affascinante, ma anche fragile pedina di un gioco più grande di lui, dove l’intreccio tra mafia e politica e la ragion di Stato dominano lo scacchiere.

Un ambizioso musical totalmente inedito il cui veicolo principale è la musica, attraverso la quale gli autori e la regia hanno cercato di scavare a fondo negli animi, dando un’umanità ai protagonisti e cercando di mostrare, in realtà, una Sicilia pervasa da una voglia di cambiamento.

La storia di Giuliano, al di là del personaggio che tuttora fa discutere, si svolge in un periodo storico–politico importantissimo per la Sicilia. Un momento di transizione che si consuma nel primo dopoguerra e che, da una dimensione locale, finisce per acquistare nell'arco di sette anni (1943-50) una rilevanza nazionale. Giuliano crocevia di un passaggio storico, incarnazione di idee contrastanti (fascismo e liberazione, separatismo e unità nazionale, autonomia siciliana e riaffermazione dello Stato). Non un'apologia ma la storia raccontata attraverso un uomo che, un po’ bandito un po’ burattino, vittima e carnefice, riassume contraddizioni e speranze della Sicilia. Una vicenda che coinvolse emotivamente tutti gli strati della società siciliana (soprattutto per il valore di ribellione contro l'ingiustizia) e appassionò anche l'opinione pubblica internazionale.

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