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L'Olandese Volante apre la stagione del Regio

teatro regioTORINO 27 set (Però Torino) - Il prossimo 12 ottobre inaugurerà con la prima romantische Oper di Richard Wagner, Der fliegende Holländer (L’Olandese volante),  la Stagione d’Opera 2012-2013 del Teatro Regio. Si tratta della storia di un amore oltre i confini terreni. Sul podio a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio e il Coro Maghini di Torino il maestro Gianandrea Noseda, Direttore musicale del Regio, che quest’anno intensificherà la sua presenza a Torino dirigendo ben tre produzioni e confermando così il suo forte legame con il Teatro.

 

L’opera sarà presentata con la regia creata da Willy Decker per l’Opéra national di Parigi nel 2000 e mai vista in Italia. Il Regio torna quindi a ospitare un’altra creazione del regista di “culto” tedesco dopo l’indimenticabile Peter Grimes del 2010. La proposta di Decker si gioca sulle assenze e sulle suggestioni: in scena compaiono pochi elementi (corde, alcune sedie) e soprattutto una gigantesca porta bianca che rappresenta un confine tra dimensioni diverse. Tutto è essenziale e fortemente evocativo, come lo stesso regista spiegò in un’intervista all’indomani del primo allestimento: «Così come nel teatro non si può rappresentare il mare vero, in tutta la sua infinità, allo stesso modo non si può far comparire un vero vascello; l’Olandese deve restare un’immagine, un racconto, una ballata... Infatti la tempesta che tuona nella musica di Wagner non può essere mostrata, sulla scena, se non negli individui». Wolfgang Gussmann ha creato le scene e i costumi, contraddistinti entrambi da una grande essenzialità, Hans Tölstede ha disegnato le luci. Il maestro Claudio Fenoglio istruirà il Coro del Teatro Regio e il Coro Maghini di Torino.

 

In occasione dell’appuntamento più atteso della Stagione, il Regio è lieto di annunciare la partnership con Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore del Teatro - che ha deciso di dare un fondamentale sostegno alla produzione dell’opera di Wagner, il compositore tedesco di cui nel 2013 ricorre il duecentesimo anniversario della nascita.

 

L’Olandese volante è considerato il primo dramma musicale maturo di Wagner in quanto, pur scontando l’evidente influenza del grand-opéra francese, presenta diversi elementi nuovi che anticipano la sua produzione successiva: compaiono i primi motivi conduttori relativi a personaggi e sentimenti, ed emerge la tendenza a fondere i numeri chiusi, ancora riconoscibili, in scene più ampie e continue, soprattutto in corrispondenza con gli episodi di natura fantastica. Oltre al modello francese, evidente negli aspetti più spettacolari e nelle scene di massa, Wagner tenne presente anche la tradizione italiana, come bene spiega Noseda: «L’Olandese è, assieme a Tannhäuser e Lohengrin, tra le opere più “italiane” di Wagner. Il monologo dell’Olandese e la ballata di Senta potrebbero essere arie-scena vicine a un certo Verdi. E poi è importante ricordare che l’opera di Wagner è sempre opera da cantare: per quanto l’orchestra risulti centrale, la cantabilità deve sempre essere esaltata; in quanto direttore italiano, se riuscissi a mettere in luce questo aspetto sarei contento». Ancora Noseda: «Pensiamo di eseguire la versione in un atto unico, come fosse un’unica “colata di ghisa”, anche perché la concezione registica originale di Willy Decker lo prevede».

 

Era l’estate del 1839 quando Wagner, incalzato dai suoi numerosi creditori, salpò per Londra a bordo del mercantile Thetis; il viaggio fu ricco di difficoltà e di imprevisti, ma anche di interessanti impressioni sonore: nella sua autobiografia Mein Leben, del 1870, il compositore racconta che il richiamo dei marinai ammainanti le vele durante una tempesta tra i fiordi norvegesi gli diede lo spunto iniziale per L’Olandese volante. Benché la presunta ispirazione autobiografica sia solo in parte vera, è indiscutibile che egli abbia trattato con libertà la sua fonte letteraria, il romanzo di Heinrich Heine Dalle memorie del signor von Schnabelewopski, identificandosi con il tormentato e perseguitato protagonista e introducendo due temi fondamentali della sua poetica: la maledizione e la redenzione attraverso la donna. In principio Wagner concepì l’opera in prospettiva di una realizzazione all’Opéra di Parigi: molto realisticamente il musicista, giovane e semi sconosciuto, propose al teatro un libretto per un’opera in un solo atto; il soggetto fu accettato, ma fu assegnato a un altro musicista, Pierre-Louis Dietsch, che scrisse Le Vaisseau fantôme. Wagner, deluso, rimaneggiò l’opera suddividendola in tre atti e cambiando l’ambientazione e i nomi dei personaggi per proporla al teatro di Dresda, dove effettivamente fu messa in scena nel 1843.

 

Per sottolineare l’aspetto leggendario della vicenda, Wagner ambientò il suo dramma in un’epoca indeterminata. L’opera inizia con forti tinte marinaresche; lungo le coste del Mare del Nord, una tempesta ha trascinato a riva due personaggi molto diversi: il primo è uno schietto e ingenuo marinaio norvegese, Daland, l’altro è un olandese pallido, al comando di un vascello carico di tesori ma dall’aspetto funesto. L’Olandese, avendo maledetto Dio, è costretto da lunghissimi anni a vagare per i mari: solo l’amore fedele di una donna riuscirà a cambiare il suo destino. Quando i due uomini si incrociano, l’Olandese scopre che Daland ha una figlia e gli offre i suoi tesori in cambio della mano di lei; il marinaio accetta e lo conduce dalla giovane Senta. La figlia di Daland è però promessa in sposa a Erik, tuttavia intuisce di essere destinata a un altro uomo, il protagonista di una cupa leggenda che la ossessiona. Appena Senta e l’Olandese s’incontrano, capiscono di essere destinati l’una all’altro, ma Erik vuole impedire il legame e raggiunge la ragazza per ricordarle il suo precedente impegno. Vedendoli insieme, l’Olandese dubita della fedeltà di Senta e decide di rompere il fidanzamento, svelando la propria identità, fino ad allora sconosciuta. La fanciulla capisce che il suo presentimento si è avverato: l’uomo è il protagonista della leggenda e lei è la donna scelta per salvarlo perciò, mentre egli si accinge a salpare, Senta si getta in mare dichiarandogli la sua innocenza. Il sacrificio non è vano, perché la nave dell’Olandese s’inabissa, liberando l’uomo dalla dannazione eterna.

 

In questo allestimento firmato da Willy Decker, la cui regia è curata per l’occasione da Stefan Heinrichs, l’Olandese avrà la voce autorevole del basso-baritono afroamericano Mark S. Doss, che torna al Teatro Regio dopo la sua esibizione come Klingsor nel Parsifal della scorsa stagione. Nel ruolo di Senta, il soprano canadese Adrianne Pieczonka, impegnata nella stessa parte quest’estate al Festival di Bayreuth. Stephen Gould, applaudito tenore drammatico wagneriano, interpreterà Erik. Il basso Steven Humes sarà Daland, il mezzosoprano Claudia Nicole Bandera ricoprirà il ruolo di Mary e il tenore Vicente Ombuena quello del timoniere di Daland.

 

Nel corso delle otto recite, dal 12 al 21 ottobre, nei ruoli dei protagonisti si alterneranno: Thomas Hall (l’Olandese), Ann Petersen (Senta), Kor-Jan Dusseljee (Erik) e Kurt Rydl (Daland).

 

Der fliegende Holländer sarà presentato al pubblico da Giorgio Pestelli nell’Incontro con l’Opera che si terrà al Piccolo Regio Puccini mercoledì 10 ottobre alle ore 17.30. Consueta diretta radiofonica su Rai-Radio3 venerdì 12 ottobre alle ore 20.

 

Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatroregio.torino.it

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