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Mario Acampa, attore torinese alla conquista dello Stivale

mario acampaTORINO 27 set (Però Torino) - È una forza della natura, inarrestabile sul palco e davanti ai riflettori. Mario Acampa, attore torinese classe 1987, è protagonista empatico in teatro, con la compagnia di Torino Spettacoli, nonché conduttore de "La Tv Ribelle" tutti i giorni su Rai Gulp. Con il suo estro un po' sabaudo un po' partenopeo, è applaudito dal pubblico di tutta Italia e conteso come testimonial dai più grandi brand internazionali.

 

Però Torino l'ha intervistato: tre domande agili, veloci, per conoscere meglio un giovane artista torinese che si sta affermando a livello nazionale.

 

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Attore in teatro, conduttore in tv, testimonial di pubblicità importanti, continui a sperimentare nuovi ruoli, ma qual è la tua dimensione ideale?

«In realtà il divertimento non sta nel ruolo, ma nel modo in cui lo si affronta. Ho interpretato ruoli scattanti, ho fatto l'attore brillante, il simpaticone e il cattivo, ora vorrei fare il pazzo. Magari anche in radio. Faccio il lavoro più bello del mondo, sto in teatro anche 10 o 12 ore, ci metto l'anima. Incastro i tempi e, nonostante la stanchezza, mi sto anche laureando in Legge. Insomma, corro sempre avanti e indietro, ma sono felice. Apro cassetti diversi, mi godo il momento e penso alla prossima avventura: non mi dispiacerebbe fare un programma di intrattenimento nuovo, un "one man show" televisivo. Certamente però il mio obiettivo principale resta quello di ritagliarmi un posto per continuare a essere me stesso».

 

Per un ragazzo di Torino farsi notare e riuscire ad emergere nel mondo dello spettacolo non è facile. Esiste un manuale di istruzioni per fare la differenza e arrivare al successo?

«Non lo so, ma di certo la mia forza sta nel fatto che in tutto ciò che faccio metto sempre qualcosa di mio. Combatto a pugni stretti. Bisogna combinare ambizione e smania, mai pretendere nulla, ma puntare sempre più in alto. È difficile per tutti, bisogna lavorare tanto e saper fare rinunce. Certamente per il cinema i grossi ruoli hanno sede a Roma, ma io sto bene a Torino, non ho smania di scappare via. Voglio essere un divulgatore a 360 gradi, in tv, a teatro e in radio, ma non escludo neppure il cinema d'autore. C'è tempo per ogni cosa. Intanto mi preparo per la nuova stagione di Torino Spettacoli, per le nuove puntate della Tv Ribelle e tengo le dita incrociate per altre cose, per ora ancora "top secret"».

 

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Per "Ceres" sei il "genio" della birra, per "Wudy Aia" sei approdato nelle tv di tutta Europa e perfino "Coca Cola Zero" ti ha corteggiato scegliendoti come testimonial italiano per uno spot che impazza in tv, al cinema e in internet: come ti hanno intercettato?

«E'andata così: mi ha chiamato il manager europeo di "Coca Cola" per propormi lo spot, ma ho dovuto rifiutare due volte per stare dietro ad altri impegni. Hanno insistito e alla fine ho accettato, è stata una grande soddisfazione, mi hanno scelto perché sono giocoso, rassicurante e convincente, "frizzante come la Coca Cola, senza zuccheri aggiunti". Anche per "Ceres" è stato divertente, probabilmente continueremo a girare: è uno spot "cartoonizzato" con effetti speciali. Per "Wudy Aia" intanto mangio wurstel in tutta Europa!».

 

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