TORINO 10 gen (Però Torino) - Un parere sulla distanza dalle scuole, per permettere ai cittadini di dare da mangiare ai piccioni, è la goccia che fa traboccare il vaso. Proprio così: in questi giorni, il comune di Torino ha mandato alle sue dieci Circoscrizioni, la richiesta di un parere davvero fondamentale per la vita di tutti.

A che distanza dai "plessi scolastici" è lecito spargere il becchime? Cinquanta metri? Cento? Duecentocinquanta? Novecento chilometri? Quando poi l'imprescindibile regolamento sarà approvato dal Municipio, i torinesi che proprio non possono fare a meno di gettare mais, briciole o qualsivoglia alimento adatto a render pasciuti ii controversi volatili urbani, si dovranno armare di un lunghissimo metro e misurare a che distanza si trovino da elementari, medie, asili, scuole superiori o università. Altrimenti prenderanno una multa fino a 500 euro, sempre che lo stesso metro ce l'abbiano anche i vigili e - come un arbitro fa per la distanza della barriera - dicano allo spargitore di becchime: "Non si muova da qui, io misuro".

Ciò detto, denuncia Alessando Lupi (Circoscrizione 9, nella foto): "Trovo assurdo che ci richiedano un parere per queste sciocchezze, quando poi si 'dimenticano' d'interpellarci per la vendita di Gtt, mentre sarebbero obbligati per legge a farlo, visto che modifica i servizi pubblici, così si umilia la funzione delle Circoscrizioni".

"La grande idea - prosegue Lupi - è di spostare da 50 metri a 250 metri la distanza da scuole, giardini e ospedali per potere dare da mangiare ai piccioni. Al di là dell'inutilità del regolamento (mettere vigili con un metro di 250 metri per capire se fare la multa o meno), in commissione un agente della Forestale ci ha detto che per non prendere la multa basta dire che si sta dando da mangiare per esempio ai passerotti o perchè no ai pellicani o ai pinguini. Da altre parti risolvono il problema con mangime sterilizzante o inserimento di altre specie (cornacchie o altri corvidi) ma noi siamo speciali".