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Rimborsi: quasi tutti indagati i consiglieri regionali del Piemonte

PalazzoRegionePiemonteTORINO 19 apr (Però Torino) – Tutti indagati, o quasi. La guardia di finanza infatti, su mandato della Procura di Torino, ha notificato questa mattina 52 avvisi di garanzia ad altrettanti consiglieri regionali del Piemonte.

 

L'inchiesta dei magistrati torinesi, partita alcuni mesi fa, era nota da tempo e riguarda i rimborsi dei gruppi regionali tra il maggio 2010 a il settembre 2012. A dicembre erano stati già indagati quattro consiglieri regionali dei monogruppi.

 

Tra gli indagati c'è anche il Governatore Roberto Cota e il neo parlamentare del Pd, ex consigliere regionale del Piemonte Stefano Lepri. Ci sono anche Davide Bono del Movimento 5 Stelle e l'ex grillino Fabrizio Biolè. Non pare essere indagato invece Mino Taricco, come invece sembrava in un primo momento.

 

Sarebbero invece solo sette i consiglieri attualmente in carica non iscritti nel registro degli indagati: Gianna Pentenero, Roberto Placido, Mauro Laus (tutti del Pd), l'assessore Claudio Sacchetto della Lega e gli ultimi arrivati Sara Franchino dei Pensionati con Cota, Gianni Oliva ed Elio Rostagno, anche loro del Pd.

 

Il totale complessivo dei rimborsi contestati ai consiglieri regionali è di circa 900mila euro, cifra che, come detto, si riferisce solo alle spese fatte tra il maggio 2010 e il settembre 2012. L'ipotesi di reato più comune per la Procura è il peculato, ma ci sono contestazioni di finanziamento illecito ai partiti e truffa.

 

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Secondo quanto trapela dalla Procura, fra le "spese pazze" inserite nei rimborsi ai gruppi regionali, ci sarebbero perfino briglie per cavalli, bistecche e sottofiletti dal macellaio, il vassoio per il matrimonio di un assessore. Ma non solo: anche bottiglie di champagne, panettoni, borse di noti stilisti e gioielli.

 

Inoltre, ovviamente, ci sono poi le spese più comuni, come cene, pernottamenti in albergo e buoni benzina su cui ovviamente i magistrati dovranno indagare per capire se sono state fatte per motivi istituzionali, e quindi legittimi, o se siano di carattere "personale". I procuratori Andrea Beconi, Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi inizieranno a sentire i consiglieri da maggio.

 

"Vi sono differenze anche rilevanti tra le varie posizioni individuali, sia per la causale dei rimborsi, sia per l'ammontare complessivo", ha detto il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli. "Solo lo sviluppo e la conclusione dell'inchiesta potranno consentire una precisa e completa definizione di tali posizioni".

 

"Mi sono già recato spontaneamente dai Pubblici Ministeri per chiarire la mia posizione e sarò in qualsiasi momento a loro totale disposizione per ulteriori necessità", ha invece dichiarato il governatore del Piemonte Roberto Cota. "Ho sempre sostenuto in proprio la maggior parte delle spese per lo svolgimento dell'attività Politica e ho utilizzato risorse del gruppo regionale per importi irrisori e nel rispetto di prassi consolidate, riducendo al minimo ogni esborso di denaro pubblico. La mia segreteria ha applicato ed interpretato una legge che esiste da decenni. Confido – continua Cota – che la mia posizione verrà chiarita e sarà accertata la mia totale buona fede".

 

E sulle possibilità di dimissioni Cota è chiarissimo: "La Regione versa in un momento difficile, è mio dovere restare ed affrontare con senso di responsabilità istituzionale questo momento di grande disagio sociale".

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