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Chiamparino 'stufo' della banca punta alla Regione Piemonte

chiamparino03gTORINO 24 set (Però Torino) - Sergio Chiamparino sarebbe già un po' stufo del dorato esilio alla presidenza della Compagnia di San Paolo. L'ex sindaco di Torino, il "più amato dagli italiani" come le cucine di pubblicitaria memoria, non ne potrebbe più di essere relegato ai margini della vita politica cittadina e nazionale. E avrebbe già pronto un piano per il rilancio: puntare dritto alla presidenza della Regione Piemonte.

Subito, nel caso dovesse cadere la giunta di Roberto Cota (ipotesi al momento piuttosto remota, salvo ambizioni romane dell'attuale presidente, sempre più flebili visto il crollo leghista) oppure a scadenza di mandato, tra un paio d'anni.
Ma 24 mesi in politica non sono moltissimi, per prepararsi adeguatamente la strada a una candidatura forte e condivisa. Ecco perché, secondo fonti interne al Pd, Chiamparino avrebbe già avuto abboccamenti ufficiosi e, con più d'uno, avrebbe espresso la sua attuale insofferenza per il posto che occupa, malgrado il lautissimo salario e il forte potere che questa comporta.
Si sa, la politica è una malattia e le luci della ribalta, dopo un po' diventano una necessità. Del resto, non si può dimenticare la voglia e l'interesse di incidere nella vita quotidiana della popolazione, che i politici sani hanno nel Dna.
Quando lo intervistammo, nel suo periodo di "disoccupazione", ci disse che in fondo non spingeva tanto per andare alla presidenza della Compagnia, "perché il mio mestiere non è fare il banchiere". A quanto pare, secondo le fondate voci che riportiamo in questo articolo, anche se alla fine ha accettato di ottimo grado quella poltrona, non la apprezza appieno neppure ora.

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Peraltro anche Antonino Saitta, attuale presidente della Provincia di Torino, si è fatto avanti per la candidatura alla presidenza regionale. La Provincia non dovrebbe esserci più, alla prossima tornata elettorale. E, forse, verrà costituita la Città metropolitana. Fattostà che all'interno del partito, si dice che lo scaltro Saitta, da buon ex democristiano, abbia presentato la sua pesante candidatura alla Regione, forse nemmeno tenendoci tanto. Anzi, la prima opzione sarebbe quella di andare a capo della costituenda Città metropolitana. Che, essendo un nuovo ente, non dovrebbe continuare il conteggio dei mandati (Saitta ne ha già fatti due, quindi non sarebbe più ricandidabile in Provincia). Ma, visto che molti potrebbero storcere il naso, Saitta sarebbe anche pronto ad andare a Roma come parlamentare.

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