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La sfida con Haiti, un’occasione per Cerci e tanti altri

TORINO 11 giu (Però Torino) - Tutto pronto, a Rio de Janeiro, per la sfida amichevole tra Italia e Haiti. Il Ct Prandelli ha deciso di dare spazio alle seconde linee. Nel 4-3-3 scelto dal tecnico azzurro, spazio a Maggio, Bonucci, Astori e De Sciglio, davanti a Sirigu. A centrocampo agiranno, invece, Giaccherini, Aquilani e Diamanti. In attacco, Gilardino punta centrale, con Candreva e Cerci a supporto. Per tanti azzurri sarà l'occasione per dimostrare il proprio valore. Diamanti e Gilardino, ad esempio, sono inseguiti da grandi club e una buona prestazione contro gli haitiani aiuterebbe. Attenzione anche a Cerci. Il talento in comproprietà tra Fiorentina e Torino punta alla consacrazione anche con la casacca della Nazionale. Occhi puntati pure su Astori, obiettivo di mercato del Milan. Nella conferenza stampa in vista della partita contro Haiti, Prandelli ha fatto il punto della situazione in casa azzurra: "Prima dell’allenamento abbiamo parlato della partita di Praga e delle aspettative relative alla Confederations Cup. Con la Repubblica Ceca dovevamo avere uno spirito migliore. Questa competizione è la simulazione di un campionato del mondo, dobbiamo diventare ancora più squadra". L'espulsione di Mario Balotelli, i suoi tweet di sfogo e di scuse: "Dopo il cartellino rosso di Praga, con Mario abbiamo parlato in spogliatoio. Non ci sono scusanti alla sua espulsione, anche se è arrivata in risposta alle provocazioni dei suoi avversari. Nessuno deve pensare mai di essere solo a risolvere un problema, è sempre un problema di squadra". Il gol di Sanon all’Italia nel 1974 che frantumò il record di Zoff Giugno 1974: Haiti era in festa dopo il gol che fece tremare l’Italia in Germania. Avevano previsto tutto, tranne la pioggia. Si erano preparati alle sgroppate di Facchetti, ai tocchi di Rivera e alle fucilate di Gigi Riva, li avevano studiati minuziosamente, per ore, tappati nell’ostello gelido di Monaco di Baviera. Non sapevano che un acquazzone li avrebbe messi in ginocchio. Ad Haiti l’erba è ancora oggi un bene prezioso. Per mesi i nazionali haitiani si erano allenati sulla terra battuta, con le scarpette dal fondo liscio. Degli Azzurri conoscevamo ogni dettaglio ma, rimanere in piedi o soltanto toccare il pallone sopra un prato fradicio era qualcosa di impossibile per la maggior parte di loro. Fu il giorno in cui una generazione di fenomeni chiamò mestamente il cambio. Facchetti, Rivera, Mazzola, Riva, Chinaglia con le sue polemiche: i vicecampioni del Mondo del Messico al loro capolinea. Perché ciò accadesse, si erano resi necessari undici dilettanti haitiani con le scarpe sbagliate e l’entusiasmo della prima volta. Mondiale di Germania, gara d’ esordio: Italia Haiti. Alla fine del primo tempo il parziale è di 0-0. Ecco: visto dalla prospettiva di Port-au-Prince, con il vecchio porto inondato di sole e povertà, quel Mondiale sarebbe dovuto finire lì. Italia Haiti 0-0. Sarebbe stato meraviglioso e, chissà, forse la storia, non solo calcistica, avrebbe preso un’altra piega. Invece si tornò in campo: giusto in tempo per vedere Emmanuel “Manno” Sanon evadere con facilità dalla guardia di Luciano Spinosi per segnare il più celebrato dei gol mondiali: quello che mise fine al record d’imbattibilità di Zoff. Tra il 1972 e 1974 infatti, non subì gol per ben 1.143 minuti. E dire che durante uno degli ultimi allenamenti un giornalista italiano dal fiuto fino, Bruno Bernardi, aveva messo in guardia il Ct Valcareggi della pericolosità di questo velocissimo giocatore haitiano, che finì poi a giocare in Belgio nel Beerschot e negli Usa con i San Diego Sockers. A Port au Prince vi furono feste istantanee, caroselli per strada e anche un paio di morti, perché qui celebrazioni e dispute hanno la stessa colonna sonora: i colpi di arma da fuoco. Il caos durò sei minuti: il tempo necessario perché Rivera pareggiasse. Poi vennero l’autogol di Auguste e il gol di Anastasi. Italia Haiti 3-1. Avremmo dovuto farne almeno cinque. Ci eliminò l’Argentina per differenza reti. Haiti ci aveva fregati. Mario Bocchio
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