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Toro, giallo Antenucci. Però ora spunta Izco

TORINO, 24 giugno - Giallo Antenucci. Con espressione serena e se­rafica, ai microfoni di Sky Sport 24, l’ad del Catania Pietro Lo Monaco nel pome­riggio di ieri annunciava l’av­venuta intesa col Torino per il definitivo passaggio di Mirco Antenucci al club granata. «Ci siamo accordati, l’affare è fatto». Senonché, a tarda not­te di ieri sera, l’affare era an­cora da fare. Come su un ta­volo da poker, anche il bluff è una sottile strategia. Gli sce­nari restano apertissimi, an­che perché quasi tutti gli ad­detti ai lavori che non vivono a Milano hanno preso come domicilio una camera all’Hil­ton, e ciò consente di lavora­re lontano dai fari dei rifletto­ri mediatici, e soprattutto pu­re di notte. E’ sempre così, al­la vigilia delle importanti scadenze di mercato: ci sono settimane intere per rag­giungere intese, e invece mo­re solito si attende l’ultimo minuto. E’ una mossa specu­lativa per ammorbidire le va­lutazioni e abbassare i prez­zi.

BUSTE: NIENTE PAURA - Stamane, con poche ore di sonno alle spalle, Lo Monaco da una parte e Cairoe Petra­chi dall’altra potrebbero già aver trovato una reale intesa cosiccome scoprirsi ancora di­stanti, e quindi arrivare alla disfida delle buste. Dove, chi offrirà di più tra Catania e Torino, riscatterà tutto il car­tellino di Antenucci. Lo Mo­naco non pare disposto ad ac­cordare ulteriori sconti, pen­sando di aver già trattato il Toro con guanti bianchi, ag­giornando le sue richieste dal milione e 700 mila euro ini­ziale a 1,3 milioni. I granata hanno rilanciato allargando il fronte delle operazioni: e nell’ambito della trattativa per Antenucci, Cairo e Petra­chi hanno chiesto Marchese, Sciacca e, soprattutto, l’e­sterno Izco. I primi due (ter­zino sinistro e centrocampi­sta centrale) potrebbero arri­vare in prestito (con eventua­le diritto di riscatto). Per l’ar­gentino, invece, servono altri soldi: richiesta di partenza, almeno 1,5 milioni per la comproprietà. Inutile dire che per il Toro la quotazione di Izco è più bassa. Lo Mona­co ha così rilanciato: «Ora chiudiamo Antenucci, poi avremo tutto il tempo per fa­re il resto». Ma i granata, si­no a ieri notte, privilegiava­no una trattativa più compo­sita. Ancora il Catania: «Se volete Antenucci, il prezzo è 1,3 milioni, non un centesimo di meno». E dal Toro una sec­ca replica, quasi a dire: noi non abbiamo certo paura di andare alle buste.

RAPPORTI - Certamente la mancanza di intese per An­tenucci, indipendentemente dall’epilogo delle buste, non agevolerebbe una collabora­zione tra i due club. Che inve­ce potrebbe decollare a fron­te di un avvicinamento in ex­tremis, dopo settimane di inutili trattative. E’ anche una questione di rapporti, do­ve il Torino - peraltro - attual­mente non può contare su so­lide alleanze o affidabili e concrete amicizie. Risulta che ieri sera anche il Genoa fosse avvelenato nei confronti dei granata, rei di non aver defi­nito il passaggio di Meggiori­ni come da precedenti intese. Senonché Cairo e Petrachi hanno semplicemernte chie­sto di differire di qualche giorno l’operazione, rinvian­dola all’inizio della prossima settimana: mica per altro, ma oggi dovranno decidere il fu­turo di Antenucci, Iunco e Malonga, sicché prima di in­gaggiare un altro attaccante dovranno capire chi dei sud­detti resterà al Toro e chi, in­vece, finirà altrove. A margi­ne resta una considerazione di fondo del Catania che og­gettivamente ha una sua va­lidità. L’assunto è: se il Torino ha speso 1,2 milioni di euro per la metà di Ebagua, come può ora considerare eccessi­va la valutazione di Antenuc­ci di 1,3 per l’altro 50% del cartellino?

RUBIN E IL PARMA - La realtà è che ciascuno gioca la propria partita, e sul merca­to - come in campo - le botte si danno e si prendono. Chi compra, è del tutto naturale, cerca di tirare quanto più possibile la corda: i soldi ri­sparmiati sono tutti guada­gnati. Il Parma, tanto per fa­re un esempio di giornata, è tornato alla carica per Rubin, intavolando però un pour parler sul prestito. E dal Torino hanno obiettato che a queste condizioni non avreb­be alcun senso privarsi del terzino: quantomeno, insom­ma, il Parma dovrebbe pro­spettare l’ipotesi di un presti­to oneroso, con eventuale di­ritto di riscatto. Il bello della vicenda è che il manager di Rubin è lo stesso di Meggiori­ni, Strasser e altri giocatori che al Toro interessano, e non poco. Anche questi sono in­trecci di mercato, variabili da considerare.

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