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Tutto facile per la Juve, ora il Chelsea. E poi l'ira di Conte...

Angelo Alessio_nella_conferenza_stampa_dopo_il_4-0TORINO 8 nov (Però Torino) - Come i gatti davanti ai topolini, la Juventus ha sbranato il Nordsjaelland con un 4-0 (Marchisio, Vidal, Giovinco e Quagliarella) che avrebbe potuto anche essere maggiorato. Quattro reti all'attivo, per i bianconeri, non capitavano dal 13 agosto del 2008, quando inflissero il medesimo risultato all'Artmedia Bratislava.

 

Ma d'altronde, considerato che gli avversari danesi erano e sono alquanto modesti e certamente inadatti per la Champions League, e che per stessa ammissione del loro tecnico Kasper Hjulmand hanno anche fallito l'impostazione tattica in campo, l'attacco bianconero è stato come l'onda impetuosa che si scaglia contro un argine di sabbia.

 

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La Vecchia Signora ha ora tre motivi per essere contenta: ha assorbito il black-out di sabato contro l'Inter, ha vinto in Europa dopo ben 9 pareggi e ha visto Giovinco, la Formica Atomica, andare in rete per la prima volta nella massima competizione europea per club.

 

I bianconeri, proprio per l'inconsistenza degli avversari, hanno dominato il possesso di palla e ogni centimetro del campo. "Un atto di forza che riconsegna sicurezza e nuove certezze", come ha sottolineato il tecnico Angelo Alessio in conferenza stampa.

 

Volendo parlare dei singoli (impossibile farlo per i difensori, pressoché inoperosi), è in fase di miglioramento Isla, che però gioca poco, ma che ha tutte le potenzialità per tornare quello ammirato a Udine. Matri è in affanno, perché fa fatica ad andare in gol e rischia l'apatia: clamoroso è stato l'errore quando ieri sera si è trovato faccia a faccia con il portiere Hansen. Ma forse ci sarà un'altra imminente occasione di riscatto, perché dovrebbe essere riconfermato domenica a Pescara.

 

"Era fondamentale vincere e lo abbiamo fatto bene: dopo la sconfitta con l'Inter si è parlato tanto, ma qualcuno si è dimenticato che era un anno che non perdevamo. Potevamo subire un contraccolpo psicologico, ma non lo abbiamo fatto. La vittoria del Chelsea non cambia nulla per noi: la qualificazione passa comunque dalle nostre mani", ha voluto puntualizzare Claudio Marchisio transitando nella zona mista dello Juventus Stadium.

 

E ha certamente ragione, perché i bianconeri, se vorranno approdare agli ottavi di finale, dovranno assolutamente fare risultato pieno il prossimo 20 novembre a Torino contro i campioni d'Europa in carica.

 

Ieri sera a Londra il Chelsea è andato due volte in vantaggio e due volte è stato recuperato dallo Shakhtar Donetsk, onestamente la più solida squadra del girone. Allo Stamford Bridge è però andata in scena una gara per cuori forti, perché proprio all'ultimo assalto l'incornata di Moses, complice il portiere ucraino al secondo clamoroso errore, ha regalato a Di Matteo i tre punti e la vetta del girone, in condominio con lo Shakhtar a quota 7, mentre la Juve è terza ad una lunghezza. Il prossimo turno, mentre lo Shakhtar dovrebbe avere vita facile in Danimarca, ci sarà proprio il confronto diretto tra Juve e Chelsea. Tremendo sarebbe per i bianconeri doversi giocare la qualificazione nell'ultima partita alla Dombass Arena di Donetsk, dall'ambiente sicuramente ostico, per il clima e per le qualità dei giocatori di Lucescu, trascinati da un vero e proprio fuoriclasse qual'è Willian, ieri autore ancora di due gol.

 

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Se la Juve alla fine dovesse risultare eliminata, dovrebbe solo fare una seria autocritica e ripensare a quella che noi non vogliamo dovesse diventare la pietra dello scandalo, ovvero la partita inspiegabilmente e clamorosamente pareggiata a Copenaghen proprio contro i Nordsjaelland.

 

La gara del Chelsea, infine, è stata oggetto anche di un pubblico sfogo di Antonio Conte. Il tecnico pugliese, ancora sospeso, si è infuriato non solo dopo che gli è stata comunicata la beffa londinese, ma soprattutto perché mentre transitava in sala stampa ha sentito un boato dall'interno di quest'ultima. Un boato che, come s'intuisce, era conseguenza della rete della squadra inglese. E' quindi tornato sui suoi passi e fermatosi sulla porta ha urlato: "C'è qualche merda che ha esultato? Chi ha esultato?". Sicuramente non è stata una dimostrazione di educazione e di stile, che nemmeno la diplomazia ed il garbo del suo vice Alessio hanno potuto cancellare.

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