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Tra pochissimo il derby, Fossati con la lingua sciolta

FossatiNatalinoTORINO 28 sett (Però Torino) - "Per il Toro il derby deve sempre essere la partita della vita". Ne è profondamente convinto Natalino Fossati, difensore roccioso la cui pelle continua a rimanere di colore granata. E certamente lo sarà per sempre. "Potremo anche essere ultimi in classifica, ma davanti alle maglia bianconere dobbiamo avere il dovere morale di giocare come se dovessimo disputare la finale della Coppa dei Campioni. Ce lo impone la nostra storia, lo dobbiamo al nostro popolo". Le parole di questo ex campione riassumono meglio di un trattato che cosa significhi a Torino essere granata.


Fossati, oggi opinionista, è una persona schietta come solo l'essere mandrogno, ovvero nato nell'Oltrebormida alessandrino, rende possibile tale comportamento. È uno che sicuramente non diventa accondiscendente solo per "elemosinare" qualche entrata gratuita allo stadio. Quando ci vuole, non le manda a dire a nessuno. Questa purtroppo è una virtù diventata rara.

- Chi vincerà domani?
"Io vorrei il Toro, logicamente. In questa settimana mi ha alquanto sorpreso la Juve, che ha avuto un approccio al derby alquanto timoroso, ma è un atteggiamento esagerato. È vero che il derby rimane sempre una partita a parte, ma il divario con il Toro è purtroppo evidente. Si sono ulteriormente rafforzati con gente di qualità come Tevez e Llorente, e oggi mi sento di dire di averci visto giusto quando alcuni giornalisti ironizzavano su Vidal, giudicandolo improvvidamente solo come la marca di un bagnoschiuma".

- Però mercoledì hanno beneficiato dell'annullamento del gol regolarissimo di Paoloschi contro il Chievo ...
"Se guardo l'episodio come tifoso granata, dovrei dire che è l'ennesimo furto di una lunga storia. Ma se mi approccio al fatto in maniera obiettiva, dico che ci può stare l'errore dell'arbitro".

- Che Toro si aspetta?
"Meritavamo di vincere contro il Milan, anche se i rossoneri giocano veramente male. Credo che sia il peggior Milan mai visto, vittima anche di una strategia societaria che non ha portato alcun rafforzamento di qualità. Il Toro ha vinto bene a Bologna, che ha poi messo sotto lo stesso Milan. Oggi siamo sicuramente superiori ai rossoneri anche se non mi ha convinto il nostro calciomercato. Stiamo girando al meglio perché D'Ambrosio e Cerci stanno vivendo un momento magico. Ma voi, sinceramente, ve lo sareste immaginato un Cerci capocannoniere?".

- Qual è il limite della squadra granata?
"Non voglio mancare di rispetto dal lato della persona, ma io continuo a pensare che questo limite continui ad essere l'allenatore Giampiero Ventura, perché non sa leggere le partite e si ostina a inseguire le proprie decisioni anche quando dovrebbe modificarle. Come fece lo scorso campionato con Bianchi, quando non lo faceva giocare. A proposito di Bianchi, mi spiace che il Toro, proprio per fare contento Ventura, lo abbia ceduto: gli auguro di ritrovare la sua condizione a Bologna, perché lui non è solo un gran giocatore, ma un grande uomo".NatalinoFossati

- Cosa manca oggi al derby di Torino rispetto alle stracittadine del passato, quelle sino agli anni '90?
"Direi soprattutto l'attaccamento alla maglia. Se forse ne è rimasto un pochino alla Juve, è del tutto sparito nel Toro, al di là dei proclami di facciata. Ma cosa ne possono sapere questi giovanotti di cosa significhi per un granata affrontare i Gobbi? Anche lo stesso Ventura ha sinora dimostrato approcci soft che fanno trasalire anche l'amico Aldo Agroppi. Tutto purtroppo cambia".

- E allora il caso di Ogbonna, il primo giocatore cresciuto nel Toro e diventato capitano del Toro a diventare un giocatore della Juve?
"Incommentabile. Dico solo incommentabile per evitare eventuali querele, anche da parte del Toro. Ma sono certo di aver reso l'idea. Come giocatore dico che sinora è sopravvalutato e che non regge il confronto con Barzagli".

- Lo scorso anno, proprio in casa del Torino, non venne punita la trattenuta in area di Chiellini su Jonathas: crede che anche domani l'arbitro chiuderebbe un occhio in occasione di un episodio penalizzante per la Vecchia Signora?
"Vorrei che su due episodi ce ne venissero riconosciuti due, ma la Juve è la squadra che ha vinto gli ultimi due campionati, che ha vinto di più nel calcio italiano. Rappresenta il potere in tutte la sue accezioni. Il Toro non ha saputo più vincere e praticamente non conta più nulla. Il fatto che la Nazionale giochi a Torino e scelga lo Juventus Stadium è la miglior risposta a ogni interrogativo. Io non ho nemmeno voluto andare a vederla quella sera".

- Infine, qual è il suo più bel ricordo dei tanti derby da lei giocati?
"Non lo scorderò mai: 26 marzo 1972, vincemmo 2-1. Nel primo tempo la Juve andò in vantaggio con Anastasi e noi pareggiammo dieci minuti dopo con Claudio Sala. Poi nella ripresa andammo in vantaggio con Agroppi e in quel suo gol ci fu molto del mio lavoro. Ma ricordo quel derby con i brividi perché, a causa dell'indisponibilità di Ferrini, io ero il capitano del Toro".

Già, giocare con la passione e la grinta, la rabbia e lo stile di chi vince solo grazie a ciò che è e non a ciò che ha. Sempre dall'altra parte di Torino, quella "giusta", quella di chi "lotta con onore per il simbolo del cuore".

Mario Bocchio

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