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Robe di Toro

Robe di Toro (21)

Martedì, 24 Aprile 2012 14:32

Ancora uno sforzo, ma pensando ai nuovi

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La partita di Bari l'ha dimostrato ampiamente: il Toro è stanco. E giocare ogni tre giorni per essere politicamente corretti non è il massimo per recuperare le forze fisiche e mentali. Per fortuna anche le avversarie non sembrano in forma spettacolare. E così, in questo finale di stagione con il freno a mano tirato, si procede ugualmente, con un occhio rivolto a chi - a turno - si ritrova in terza posizione. Ma al di là degli alibi, comunque sacrosanti, la partita di Bari ha ampiamente dimostrato che il prossimo anno serviranno innesti di non poco conto. Sarà anche bello premiare giocatori di categoria, confermandoli in una auspicabile serie A, ma occorre capire che se l'attacco è sterile in B, difficilmente diventa molto prolifico nella serie superiore. E se il centrocampo non riesce ad esprimere una qualità eccelsa contro il Bari, difficilmente sarà in grado di portare la squadra ad una tranquilla posizione nel campionato maggiore. In caso di promozione arriveranno tanti soldi dai diritti televisivi. E altri soldi arriveranno dalle cessioni di giocatori che in A non siederebbero neppure in panchina se non in caso di epidemia. Da qui alla fine del torneo mancano ancora troppe partite e non ci sono certezze sulla prossima stagione, ma per pensare al futuro è già tardi adesso. Ed i famosi saldi greci, tra un mese, saranno composti solo dagli scarti del campionato ellenico.

Totò di Natale è stato chiaro: "continuate a farci giocare ogni tre giorni e le tragedie come quella di Morosini aumenteranno". E allora che cosa decidono gli ipocriti, impreparati e politicamente corretti vertici del calcio italiano? Ma di sospendere il turno di campionato, ricollocandolo tra una partita e l'altra, facendo scendere in campo gli atleti ogni 3 giorni. Il Toro, da qui al termine del campionato, non avrà più pause di riposo. Non avrà più la possibilità di rifiatare o, semplicemente, di preparare le partite con adeguati allenamenti. E se alla fatica di fine stagione si aggiunge lo stress della lotta per la promozione, è facile immaginare le difficoltà che incontrerà la squadra. Tutto questo servirà a riportare in vita Morosini? E allora ben venga, è giusto ogni sforzo ed ogni sacrificio per un ragazzo sfortunato. Ma purtroppo non è così. Servirà solo a dimostrare il livello di ipocrisia dei vertici del calcio e dell'informazione ufficiale. L'Italia è sotto choc, è stato scritto ovunque. Quell'Italia dove ogni 4 giorni si registra un suicidio per disperazione economica, tra pensionati, disoccupati, piccoli imprenditori. E nessuno che chieda di fermare Monti e Fornero, di sospendere l'attività di Equitalia.

Lunedì, 09 Aprile 2012 10:18

Toro, ora si deve cambiare

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Il 90% dell'attuale formazione del Toro può stupire in serie A. Ventura dixit. Ovviamente l'allenatore ha il dovere di motivare la truppa. Deve far sognare tutti i ragazzi. Tutti devono poter sperare che il sogno delle serie A si possa concretizzare anche a livello individuale. Poi, però, occorre tornare con i piedi per terra e pensare a quanti, davvero, potrebbero stupire in serie A, e non in senso negativo. Ed allora diventa difficile credere a questo 90%. Manco l'80%. Peggiorini? Non se ne parla. E Parisi? Davvero può stupire con effetti speciali nella massima serie? Non si possono confondere buoni elementi di categoria con campioni o campioncini da serie A. Ed i due giovani milanisti? Dopo un buon inizio scoppiettante sono rientrati nei ranghi. Scommettere su di loro per la massima serie? Difficile, se non si punta sui due neppure per la serie B. Così come è difficile che il centrocampo per affrontare Milan e Inter, Lazio e Roma, Napoli e Udinese, possa essere composto dagli attuali protagonisti. Comprimari, anzi, non protagonisti. E servono punte che segnino, con costanza. 50% di uomini da confermare in serie A? Sarebbe già tanto

Martedì, 03 Aprile 2012 07:41

Centanni del Paron: a maggio festeggiamo Rocco

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Il mese prossimo, il 20 maggio, saranno trascorsi 100 anni dalla nascita di Nereo Rocco, il Paron (nella foto con il presidente Orfeo Pianelli). Lo ricordava la scorsa settimana Josè Altafini, gustandosi le mozzarelle del Duca 102. Ma se, indubbiamente, è stato con il Milan che il Paron ha ottenuto i più grandi successi (primo allenatore di una squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni, poi bissata e seguita dall'Intercontinentale), la sua presenza al Toro non può certo essere dimenticata, con uno splendido terzo posto ottenuto nel campionato 64-65. Il Toro di Rocco era, inevitabilmente, a trazione Nordestina. Triestini, Istriani, Veneti, con qualche aggiunta di Emiliani. Dall'immenso Giorgio Ferrini a Giorgio Puja, da Buzzacchera a Reginato, da Cereser a Facchin, dal fiumano Sattolo agli emiliani Poletti, Cella, Simoni. Una tradizione che sarebbe poi proseguita con lo zaratino Vatta. Un Toro grintoso, combattivo, simpatico. Come il suo Paron. Che dovrebbe essere ricordato, il 20 maggio, non solo a Milano o a Padova, ma anche a Torino.

Lunedì, 02 Aprile 2012 08:38

Peggiorini, lascia stare

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Va beh, non è successo nulla di irreparabile. Ma i "va beh" cominciano ad essere troppi. E dopo la nuova figuraccia di Empoli sorge spontanea una domanda: ma perché dobbiam farci del male con Peggiorini? Un investimento sbagliato. Succede, quando si lesina sulla spesa e ci si lancia in azzardi low cost. Nulla di irreparabile anche in questo caso. Ma davvero non c'è ragione di continuare ad offrire una vetrina a chi ha dimostrato di non essere all'altezza. Per carità, il ragazzotto si impegna. Ci mancherebbe anche che non si impegnasse. Però non basta. E non ha senso acquistare un giocatore sbagliato, con la speranza di rivenderlo facendo cassa, e poi ostinarsi a metterlo in vetrina nella convinzione che qualche squadra si faccia avanti per pagarlo di più. La vetrina serve se hai un gioiello, ma se è solo bigiotteria si rischia che l'esposizione diventi controproducente. Non segna mai, non è mai pericoloso. Peggiorini si deprezza ad ogni partita. E tenere in panca Bianchi a vantaggio di un acquisto sbagliato non pare davvero la scelta più felice.

Venerdì, 30 Marzo 2012 09:46

Per il Toro è l'ora dei conti

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E' l'ora dei conti, in casa Toro. In attesa di un'eventuale resa dei conti, al momento sono i conti della rosa. Quella attuale, impegnata a contare i punti che mancano alla serie A. E quella futura, con Cairo che valuta quanto costerà rafforzarla. E allora, tanto per cambiare, via alla spasmodica ricerca dei parametri zero. Si guarda alla Grecia? Bene. Ma se le squadre elleniche hanno in formazione dei giocatori di alto livello, desiderosi di cambiare area, perché dovrebbero disfarsene gratuitamente? I campioni si comprano, non si prendono in generosa concessione. E dopo averli acquistati, vanno anche pagati. Qual è l'appetibilità del Toro rispetto ad una squadra francese, spagnola, tedesca od inglese disposta a mettere sul tavolo greco milioni di euro e altri milioni nella tasca del giocatore? Poi può anche andar bene, come con Dzemaili. Ma non sempre gli affari si rivelano tali.

Valorizzare Pasquato e farsi del male l'anno prossimo, quando il ragazzo tornerà a casa dai gobbi? O rinunciare a farlo giocare e farsi del male subito, perdendo l'opportunità di approfittare delle doti notevoli di un campioncino in erba?

La politica del braccino corto, con prestiti secchi senza alcuna garanzia o diritto di prelazione, porta inevitabilmente a questi dilemmi. Ed i fischi, ingenerosi, della Maratona all'esordio di Pasquato sono l'esemplificazione degli interrogativi che attanagliano i tifosi. Fischi subissati dagli applausi del resto dello stadio, quando il ragazzino ha segnato il suo primo gol, dopo 1 minuto, proprio sotto la curva del mito. E allora, se proprio bisogna farsi del male, cominciamo ad andare in serie A con il contributo di tutti, Pasquato compreso. E poi si vedranno le scelte societarie e, soprattutto, il pacchetto di milioni messo a disposizione della campagna acquisti. Ai giocatori persi si penserà più avanti.

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